Il blitz sulle spiagge di Imperia

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Il blitz sulle spiagge di Imperia è stato un mezzo fallimento, sotto tutti i punti di vista. Un film comico.
La sceneggiatura è stata scritta dal comitato di sicurezza e ordine pubblico, convocato dal Prefetto che probabilmente è stato anche il regista.
Gli attori protagonisti: inizialmente si è parlato di una trentina di persone impegnate sul set, ma su La Stampa del 15 agosto leggo che c’erano cinque uomini della Guardia Costiera, cinque della Polizia di Stato e due della Polizia municipale. Uomini di terra e di mare. Mancavano quelli dell’aria.
Tanto rumore per nulla perché i risultati sono stati scarsi: un probabile clandestino fermato perché senza documenti; vario materiale contraffatto posto sotto sequestro e nient’altro.
Alcuni venditori abusivi sono riusciti a darsi alla fuga, uno è stato catturato: vendeva cocco. Complimenti!
Strescino può fare tutti i giri di parole che vuole e dovrò abituarmi al mal di testa quando leggo le sue dichiarazioni, ma ripeto, il blitz, a mio modo di vedere, è stato un flop. Anche io sono dalla parte delle forze dell’ordine che, come dice il Sindaco “in pieno agosto, sotto il sole, stanno sulle spiagge in divisa“, ma il punto è: chi ce li vuole e cosa ci fanno?
Non si può da una parte fare i buonisti e poi, dall’altra, lamentarsi del fatto che lo Stato è latitante perché ci hanno rubato il portafogli in spiaggia” ha dichiarato il giorno dopo.
Lo Stato latita altrove, ma può darsi che il Sindaco non se ne sia ancora accorto. Sulle spiagge qualche portafoglio è sempre sparito e trent’anni fa, come giustamente ricorda Carla Nattero de La Sinistra per Imperia, c’era già chi passava a vendere angurie e ghiaccioli.
Strescino ha pure aggiunto che queste operazioni di “prevenzione” “vengono puntualmente utilizzate come pretesto per far demagogia e innescare polemiche sterili da parte di consiglieri comunali d’opposizione“, ma probabilmente non tutti i bagnanti increduli e indignati che gridavano “vergogna!” hanno votato per il centro sinistra. Non credo fosse loro intenzione contestare i tutori dell’ordine (due dei quali arrivati via mare con le fiammanti Yamaha 1000 Fx da circa 17.000 euro cadauna, presentate lo scorso giugno), ma piuttosto il modo con cui l’operazione è stata svolta. Il Sindaco stesso ha detto che la prossima volta dovrà essere usata più “discrezione” e i giovani democratici del Pd, come tanti altri, non hanno gradito la spettacolarizzazione.
Forse qualche attore del film comico venuto male penserà il contrario, ma credo che scene del genere non facciano bene neanche al turismo e all’immagine della città. Insomma, si è fatto lo sbarco in Normandia dei poveri mica per arrestare un terrorista di Al Qaeda, ma per catturare un probabile clandestino che vendeva merce contraffatta. Non era droga tagliata male, neppure antrace: erano false griffes, probabilmente di provenienza Casal di Principe dove pare si produca anche per conto delle grandi firme. Leggere il libro di Saviano per credere.
Non bisogna certo eccedere con il buonismo, come dice il Sindaco, ma credo che non sia neppure il caso di esagerare in senso opposto. Lo sappiamo che i venditori abusivi fanno parte di un ingranaggio grande, ma perché bisogna sempre partire dal pezzo piccolo per scardinarlo?
E’ quello che si chiede anche Giulio Geluardi su La Stampa del 14 scorso e visto che qualche tempo fa ci eravamo un po’ scandalizzati per un suo articolo, mi congratulo con lui perché stavolta si è tolto i guanti.