La storia infinita di Villa Carpeneto

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Nonostante la buona volontà che ci aveva messo l’ex Assessore al Bilancio Rodolfo Leone nel renderla più appetibile, le tre aste per vendere Villa Carpeneto erano andate deserte e a quel punto, come si legge su La Stampa del 30 dicembre 2008, al Comune non restava che una trattativa privata.
Solo che il privato non trova ancora abbastanza appetibile l’acquisto della Villa perché c’è un vincolo che impone che il piano terreno sia destinato a uso pubblico.
Perciò l’Amministrazione comunale ha chiesto di toglierlo alla Sovrintendenza ai Beni architettonici della Liguria.
Via i vincoli su Villa Carpeneto” titolava, virgolettato, la Stampa di ieri, mentre il Secolo XIX di oggi è ancora più perentorio: “La Soprintendenza deve cancellare i vincoli su villa Carpeneto“.

«Riteniamo che il piano terra della villa rappresenti una funzione pubblica che può tranquillamente essere trasferita in un’altra sede. Per questo stiamo lavorando per eliminare un vincolo che limita la performance commerciale dell’immobile sul mercato. Se riusciremo a eliminare il vincolo, ovviamente potremo anche rivedere la valutazione della villa. Questo limite rappresentato dal vincolo, oltre a limitare l’interesse, infatti, limita anche il valore della struttura. In ogni caso, faremo in modo che parte del parco resti comunque a uso pubblico».
Gianfranco Gaggero, assessore ai Lavori Pubblici – La Stampa, 18 agosto 2009

Mi meraviglio che non ci sia scritto “Se riusciremo a far eliminare il vincolo“, ma potrebbe essere un refuso.
Carla Nattero, consigliere comunale de “La sinistra per Imperia”, ha diramato in proposito un comunicato stampa che riporto di seguito:

Avevamo sostenuto in campagna elettorale che il bilancio del Comune di Imperia era in forte sofferenza e che il mantenimento del patto di stabilità era stato assicurato solo da espedienti formali. Quanto avevamo detto si sta confermando, sotto il sole di ferragosto, clamorosamente vero. Avevamo aggiunto che i provvedimenti da assumere erano sottaciuti e rimossi poiché si era in campagna elettorale ma che sarebbe venuto rapidamente il tempo delle scelte dolorose. Anche questa previsione si sta realizzando.
Il sindaco Strescino e la sua giunta hanno deciso di fare fronte al bilancio in crisi facendo
cassa a tutti i costi, anche assumendo decisioni non condivise nella scorsa amministrazione dagli stessi alleati di governo.
Mi riferisco in primo luogo alla vendita delle quote della partecipazione comunale alla società del porto turistico. Una scelta gravissima e sbagliata perché toglie al Comune ogni residua possibilità di intervento sul porto turistico, una componente delicatissima per il futuro della città. L’Amministrazione ritiene che la misura della partecipazione azionaria sia irrilevante perché è in totale sintonia con l’impostazione di Caltagirone. Ma guardando un po’ più in là si deve sottolineare con forza che questa eventuale decisione pregiudica la possibilità di intervenire sul porto turistico, non alla giunta Strescino, ma al Comune di Imperia in quanto tale e quindi ai cittadini imperiesi per i prossimi cinquant’anni.
L’amministrazione non pensi di operare questa vendita decidendola tra giunta e Consiglio di Amministrazione, deve esserne coinvolto l’intero Consiglio Comunale. E se cosi non fosse sono sicura che tutta l’opposizione chiederà autonomamente, visto che rientra nei suoi poteri, una seduta apposita di Consiglio per affrontare l’argomento.
Altra scelta accantonata in campagna elettorale perché impopolare è la vendita di Villa Carpeneto che adesso naturalmente si ripropone. I motivi del nostro no sono gli stessi di prima. La novità è che adesso l’amministrazione per venderla più facilmente cerca di convincere la Sopraintendenza a togliere il vincolo (cioè la richiesta che la Villa sia adibita dagli acquirenti privati a funzioni aperte al pubblico, perciò no al residenziale esclusivo, sì praticamente a tutto il resto). Il vincolo, peraltro piuttosto blando, è assolutamente giustificato visto le caratteristiche della villa, il giardino in cui è immersa , attualmente ancora pubblico, e considerata la funzione scolastica e sociale che la stessa ha avuto in tutto il Novecento. Mi auguro che la Sopraintendenza non si faccia convincere perché, viste le premesse, l’eliminazione del vincolo ovviamente aprirebbe la strada a qualche scempio e credo anche che implicherebbe la vendita del giardino, rimasto comunale per una forte pressione di alcune componenti della precedente maggioranza e di tutta l’opposizione.
Carla Nattero – Sinistra per Imperia

Chiudo con due domande: che fine ha fatto ll’appello dei politici e degli intellettuali a difesa della Villa e contro la sua vendita? Qualcuno lo aveva preso in considerazione o era finito direttamente, e con velocità, nel cestino dei rifiuti?