Chi fa la spia non è figlio di Maria

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Ogni tanto esco dai confini e stavolta lo faccio per una questione che ha dell’incredibile.
E’ una storia di delazione. L’ho trovata talmente triste che voglio condividerla con chi mi segue, anche se probabilmente la conosce già.
Si tratta di quello che è avvenuto ieri a Gazzo, una frazione di Pieve di Teco: Kamel Hadjersi, un nordafricano di 43 anni, è stato arrestato perché privo di documenti. Viveva là da 17 anni e ora, tra l’altro, non può prendersi cura della sua compagna che è costretta a stare su una sedia a rotelle perché colpita da un ictus, tempo fa.
Qualcuno si è preso la briga di fare la spia e lo ha fatto arrestare.
Io non conosco Kamel, ma pare che non abbia mai commesso reati, neppure una multa per divieto di sosta, per dire. Non conosco neppure il tipo che lo ha denunciato e non so come mai abbia deciso di farlo.
Forse è soddisfatto della sua azione e stanotte dormirà sonni tranquilli. Io non so se ci riuscirò. Perché la legge è legge e va rispettata e fatta rispettare, ma se così è, questo squallido episodio sta a dimostrare che certe leggi sarebbero da rivedere, perché portano a queste situazioni che a dire paradossali è poco.
In Italia si sta creando una brutta situazione che rischia di degenerare. Tra ronde e delatori l’atmosfera comincia a ricordarmi troppo un periodo che per fortuna non ho vissuto e che vorrei nessuno dovesse mai vivere: il ventennio fascista. Sembra che ci sia la voglia di fare chissà quali pulizie: gli extracomunitari non in regola; i gay; i “barboni”. Poi toccherà agli ebrei e ai rom e infine ai non allineati? Non va per niente bene e, ripeto, vorrei che chi ci governa riflettesse sulla questione.
Questo tipo che ha fatto la spia, o, a seconda dei punti di vista, il “suo dovere”, è inconsapevolmente il frutto di questo meccanismo perverso che se non si fermerà finirà per dare risultati non previsti.
La legge è uguale per tutti, quindi qualcuno potrebbe anche chiedersi perché per Kamel deve essere diversa, ma io spero che l’avvocato Mario Leone che lo difenderà il prossimo 1 settembre, riesca a convincere il giudice Varalli a “usare il buon senso”, come riportato da Riviera24 che ha anche pubblicato una lettera scritta in proposito da Matteo Lanteri, che riporto:

Caro Direttore volevo esprimerle la mia personale riflessione sulla notizia sulla “cattura”, a Gazo, di un “pericoloso” latitante, il 43enne nordafricano. La pratica della delazione è dura a morire, anche nella nostra Provincia molti partigiani e molti ebrei ne sono stati vittime, gli uni davanti ad un muro, gli altri passati per una camino.In questa occasione c’è, se possibile, una aggravante in più, è stato fatto gratis. Vergogna per i cattivi maestri.
Voglia ricevere i miei cordiali saluti
Matteo Lanteri

Sarebbe bello trovarsi tutti davanti al Palazzo di Giustizia, senza bandiere, né striscioni. Essere presenti in silenzio giusto per far capire che così non va bene. E non va bene per nessuno.