La mia candidata preferita non ce l’ha fatta [Quasi]

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L’avvocato Giuseppe Fossati, capogruppo del Pdl, in apertura del consiglio comunale di ieri sera, riguardo ai piccoli guai della mia candidata preferita, ha detto:

Ho appreso anche io a mezzo stampa di questa situazione. La Aimo avrà a disposizione dieci giorni per decidere o per eliminare i motivi di incompatibilità. Il successivo consiglio prenderà atto delle sue decisioni. Non vedo il problema.

Io invece lo vedo.
Tanto per cominciare la dottoressa Ida Acquarone (Pdl) si è schierata con l’opposizione e si è astenuta al momento della votazione che, secondo Carla Nattero, avrebbe dovuto essere maggiormente qualificata (lo leggo su Sanremonews nda).
Fatto sta che problemi ne abbiamo due: la Aimo ha un piede dentro e l’altro fuori, la Acquarone pure.
Solo che la Acquarone è dentro, la Aimo è fuori. Se permettete c’è una bella differenza.
Sono in attesa di leggere le dichiarazioni della Acquarone che, lo ricordo per chi se lo fosse dimenticato, zitta zitta alle ultime elezioni ha avuto ben 313 preferenze: una in meno di Benedetto Adolfo che non è un democristiano per modo di dire. Quindi un peso ce l’ha e oggi possiamo tranquillamente affermare che le sorti della maggioranza sono nelle mani della Ida Acquarone.
Vorrei sapere cosa le è saltato in mente.
La mia candidata preferita è ben voluta da tutta la maggioranza, escluso una sua collega di partito? C’è qualcosa che non quadra e bisognerebbe che qualcuno intervistasse la dottoressa per chiederle cosa l’abbia spinta a fare quel gesto inusuale: schierarsi con l’opposizione.
Vedo la mia candidata preferita in questa foto tratta da Sanremonews e scattata non so dove e mi commuovo.

Luciangela Aimo

Si era agghindata per la seduta con la serietà di chi va a una prima teatrale, sicuramente avrà già avuto pronto un suo intervento che sarebbe stato memorabile.
Uno di quei discorsi che non riesci a capire alla prima, ma che in sostanza significa: “Sono di qua, ma non escludo di andare di là a fare il capogruppo della DC. La DC non c’è? Faccio la capa di me stessa!”
E io ero lì che trepidavo, quando è arrivata la doccia fredda. In fondo, comunque, ci voleva: alle 11 di sera alla Marina c’erano 26 gradi (se non è vero andatevela a prendere con il fratello Gino che me l’ha detto stamattina).
E così siamo daccapo e bisogna ancora aspettare.
La scorsa notte l’ho sognata: era arrivata d’impeto e in ritardo al Comune. Aveva parcheggiato l’Aimobile (come l’ha chiamato un commentatore) con una ruota anteriore sopra uno dei vasi che sono davanti al portone di entrata, dopo essersi fatta due moto dei vigili, un vigile e la breve scalinata e, giunta in sala, aveva pronunciato le fatidiche parole: “Tempo scaduto, levatevi di torno”. Ma perché non c’erano Pracarica e Dalla Palma.
La voglio così, combattiva e con l’Aimobile ammaccato, i capelli spettinati e gli orecchini che le arrivano fin sotto le ascelle. Alla fine della legislatura (è così che si dice?) gliene regaliamo uno a pedali.