Precarietà

senza commenti

Alla sala Varaldo della Camera di Commercio, si è svolto ieri un incontro con il sottosegretario al Ministero del Lavoro Rosa Rinaldi nel contesto de “La settimana della precarietà”.
“Incontro sempre più donne vicino ai quarant’anni che sono precarie e per questo motivo non hanno ancora avuto un figlio” ha detto tra l’altro la Rinaldi, che ha continuato: “Bisogna dare la possibilità alle persone di costruirsi un futuro immediato perché possano anche ottenere un’emancipazione della famiglia”.
Tutto sacrosanto e tutto da sottoscrivere.
Epperò…c’è un però.
Possibile che questi cosiddetti comunisti, post PCI, che a suo tempo hanno voluto aborto e divorzio debbano sempre battere il chiodo della “famiglia”?
Voglio dire: un precario/a single, un giovane, un vedovo/a o un divorziato/a non ha lo stesso diritto di avere un lavoro fisso per farsi un bel po’ di affari loro, senza necessariamente avere una moglie (o un marito) per fare un figlio (o una figlia) e vivere felice e contenti?
Dove sta il progresso dalle parti della Rinaldi e dei suoi compagni?
Questa contraddizione viene da lontano, non è certo nata da poco.
Già al tempo di Berlinguer, e dopo la vittoria sul divorzio, se un compagno diceva a un altro compagno: “Sai, sto per divorziare” lo guardavano scandalizzati nello stesso modo in cui lo avrebbero guardato i democristiani più bigotti.
Poi continuavano a fare la loro vita felice in famiglia e qualcuno/a, di sfuggita, neanche tanto di rado, si faceva una bella scappatella extra coniugale.
E questa prendetela, incartatela e portatevela a casa, cari compagni.

Fonte: Ansa

Scritto da Angelo Amoretti

26 luglio, 2006 alle 10:08

Pubblicato in Eventi, Politica



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