La censura, l’autocensura e le minacce di querela

76 commenti al post

Amici e affezionati lettori che commentate: si prevedono tempi duri.
Ho già avuto la polizia postale in casa due o tre volte; ho ricevuto una diffida a rimuovere un post, in caso contrario avrei beccato una querela; un politico mi ha telefonato per chiedere di rimuovere un post [ma col cavolo che l'ho rimosso]; certi giornalisti che querelano commentatori, altri che più gentilmente ti chiedono di rimuovere un commento sennò vanno dall’avvocato.
Capite bene che sono tempi duri.
Certi giornalisti hanno sempre creduto di essere come i politici: degli intoccabili. Dieci anni fa mai più avrebbero pensato che un giorno, con internet, i blog e i socialnetworks (Facebook in primis), sarebbero arrivati tempi meno morbidi anche per loro. Adesso se sono schierati dalla parte giusta non temono più il rimprovero del “potente” di turno, ma vogliono essere lasciati in pace totale: in questo sono molto meno rodati dei politici ai quali, chi per un verso, chi per un altro, più o meno le balle le han sempre rotte.
Certi giornalisti non gradiscono che si critichi un loro pezzo. Parlo dei giornalisti di casa nostra perché chissà cosa dovrebbe fare Eugenio Scalfari con Vittorio Feltri, e viceversa, per esempio.
No, qua siamo nel piccolo e ci attacchiamo al piccolo.
Loro pensavano [e molti ancora lo pensano] di avere una sorta di monopolio sulla scrittura [sì, mi permetto di parlare di scrittura allo stato puro] lasciamo perdere le opinioni: difficilmente le esprimono. Non sono opinionisti, sono giornalisti che riportano una notizia, nella maggior parte dei casi.
A molti di loro dà fastidio che esistano i blog, e diciamolo pure: per loro, se non ci fosse ImperiaParla, sarebbe una rottura di palle in meno.
Ma ImperiaParla c’è e ci sarà finché avrò voglia di tenerlo in vita. Dipende anche da voi che commentate.
Come avrete notato, quando scrivo, spesso è come se camminassi sui vetri perché ho capito, nel tempo, che se fai un po’ più di rumore rischi una querela. E non posso permettermi di avere un avvocato, avrete capito anche questo. Forse verrà il giorno che ce l’avrò e allora mi toglierò qualche piccola soddisfazione, ma adesso devo regolarmi di conseguenza.
Chiedo quindi anche a voi, lettori che commentate, di pesare bene le parole perché è inutile girarci intorno: denunciano il nickname, la polizia postale viene a controllare l’IP e il commentatore si becca una querela insieme al sottoscritto che essendo proprietario del blog è responsabile di ciò che si scrive anche nei commenti.
Se scrivere, che per me è un hobby, deve diventare uno stress, allora non è più un divertimento.
Mi auguro quindi che nei commenti si eviti di scrivere cose offensive o che non possono essere provate. Se invece avete le prove esibitele direttamente nei commenti.
Ci sarebbe un sistema: quello di mettere i commenti in moderazione. Ma non mi piace come metodo perché se non li  “sblocco” l’eventuale discussione si inceppa e non ha più senso.
Mi scuso per lo sfogo e confido nella vostra serietà.
Grazie.

Scritto da Angelo Amoretti

23 ottobre, 2009 alle 0:06