Sans papier alle Grotte

senza commenti

Gran spettacolo, ieri sera, alle Grotte della Marina, dove, tra i profumi di fritto misto e l’odore dell’olio, tra persone che cenavano e altre che ascoltavano, si è svolto lo spettacolo organizzato dall’Associazione Olivo Nero.
Il tutto è iniziato con la lettura di alcuni scritti di Jack Kerouac e altri tratti dal libro di Pino Roveredo “Una boccata d’amore”, inframmezzata dal canto della bravissima Ilaria Gazzano.
Credo che si parlerà molto di lei in un futuro non molto lontano, perché una voce come la sua non si sentiva dai tempi dei Grace & Dangerous (credo si chiamasse così il gruppo di Paolo Muruzzo e Leo Bruno).
Ilaria ha eseguito, tra gli altri, pezzi dei Jefferson Airplane e Ben E. King incantando la folta platea.
Di fronte al palco, seduti a un tavolo imbandito, in mezzo ad altri commensali, sedevano il critico Giovanni Choukhadarian e la poetessa Beatrice Niccolai e quando è toccato a loro, il pubblico è andato in visibilio.
I due hanno eseguito una performance che fa già parte della storia delle Grotte, sorprendendo la platea che non è riuscita a capire se si trattasse di finzione o realtà, lasciandosi infine coinvolgere totalmente.
Dico subito che non ho visto nessuno inghiottire pillole colorate, né leccare foglietti, anche se a un certo punto sembrava di essere tornarti alla Summer of love del 1967, anche grazie all’atmosfera che aveva creato precedentemente la cantante con i suoi accompagnatori. Eppure qualcuno chiedeva: “C’è dell’Lsd, in giro?” Era tornato indietro di qualche estate.
Choukhadarian avrebbe dovuto avere un confronto con la Niccolai sul suo bel libro Sans Papier, ma più che altro ha avuto un incontro molto ravvicinato con la poetessa.
Il critico si è alzato e, dopo aver letto brevi passi del libro, è stato lapidario: “Beatrice non è una piccola poetessa, non è una grande poetessa, è La Poetessa”.
Lei, quasi commossa, ha raccontato di averlo conosciuto a Firenze, dove peraltro l’aveva fatta arrabbiare, poi si sono baciati sulla bocca, a lungo.
Il pubblico, prima meravigliato, poi euforico, chiedeva il bis e loro, generosamente, lo accontentavano.
Sembrava di essere a un matrimonio dove di solito gli invitati, ogni cinque minuti, fanno quella simpatica richiesta ai due sposi (”Bacio! Bacio!”) i quali, con piacere, ogni cinque minuti, si baciano.
Qualcuno, a dire il vero, non riusciva a capire la performance perché non sapeva se si trattava di un gioco o di una cosa seria.
Mi sono permesso di far osservare, a chi mi chiedeva cosa ne pensassi, che i poeti sono fatti così, e i critici anche, quindi “è inutile farsi delle domande. Possono essere amori travolgenti di una notte, possono essere veri o finti, vai a capire. Hai per caso dell’Lsd?”
Alla fine, ubriachi dagli eventi, parte del pubblico è uscito sulla piazzetta, ad attendere i due. E proprio come succede ai matrimoni, qualcuno ha cercato, invano, di procurarsi del riso da lanciare alla coppia.
Alberto Carli, l’organizzatore, sprizzava gioia da tutti i pori, dispiaciuto solo per l’assenza dell’editore che non si è potuto godere lo spettacolo.
I due protagonisti della serata, da copione, si sono intrattenuti un po’ con gli ospiti, prima di prendere la macchina e andar via.
Più tardi, quando sono partiti, si sono sentiti rumori di lattine, ma non è dato sapere se era stato qualche buontempone ad attaccarle alla loro auto o se era stato Sebastian che stava svuotando i bidoni della rumenta.
E mentre gli altri lasciavano la piazzetta, io cercavo Ilaria per intervistarla, invano.

Scritto da Angelo Amoretti

29 settembre, 2006 alle 16:06

Pubblicato in Eventi



    Articoli correlati:

    • Nessuno