Chi non vuole chinare la testa…

1 commento al post

Questa mattina, al Cinema Centrale, nell’ambito degli eventi per la ricorrenza del 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo avvenuta sessantacinque anni fa per opera dei Partigiani e degli Alleati, è stato proiettato in anteprima assoluta il documentario di Remo Schellino “Chi non vuole chinare la testa, con noi prenda la strada dei monti” [dal Canto della Resistenza "Oltre il ponte" scritto da Italo Calvino e Sergio Liberovici nda] .
Nel post precedente scrivevo che sarebbe stato bello trovarci qualche scolaresca e con grande sorpresa ho trovato la sala strapiena di studenti che disciplinatamente hanno assistito ai vari discorsi e alla proiezione del documentario.
Valeria Anfossi non c’era: nel post precedente avevo scritto “il sindaco di Garessio” ma un visitatore mi ha fatto notare che ora la signora non è più sindaco, ma all’opposizione., e lo ringrazio.  C’erano Remo Schellino, l’onorevole Manfredo Manfredi che è presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, e Ezio Lavezzi, presidente dell’ANPI di Imperia.
Tutto molto suggestivo, ma siccome sono un rompiscatole, voglio fare due appunti: uno al regista e l’altro all’onorevole Manfredi che pure aveva scritto una lettera molto interessante al Sindaco Strescino.

L’appunto che faccio al regista è puramente tecnico.
Il documentario tratta della ritirata della divisione “Felice Cascione” guidata dal comandante Nino Siccardi, detto “u Curtu”, dalla Liguria al Piemonte, in seguito ai rastrellamenti nazisti dell’ottobre 1944.
Schellino, con la sua videocamera, ci porta sui sentieri che percorsero i partigiani e i loro famigliari per giungere da Upega a Fontane, passando per il Mongioie e Luciana Belgrano ci fa da guida.
Sarebbe stato utile, a mio modesto avviso, mettere in sovrimpressione la mappa del sentiero, in modo che chi come me conosce poco quelle zone, possa farsi un’idea più precisa di dove l’azione si svolge, proprio perché Schellino dice che sarebbe interessante percorrere quei sentieri (da Upega a Carnino occorre un’ora e mezza di camminata).
Cercando in rete ho trovato questo.
Il secondo appunto, come dicevo, è per l’on. Manfredi.
Dal momento che ha parlato di memoria e di ricordo, visti i tempi che corrono, e visto che aveva una platea di adolescenti, al suo posto avrei rimarcato con più vigore la storia della Resistenza affinché oltre ad essere solo un ricordo, rimanga un valore sempre vivo in qualsiasi coscienza antifascista.
A un certo punto ha detto che i ragazzi che sono andati in montagna, dopo l’8 settembre 1943, e che in seguito ci avrebbero liberato dal nazifascismo, hanno dovuto fare una scelta: stare contro o con Mussolini.
E’ una scelta che chiunque dovrebbe fare: essere fascista o antifascista. Una via di mezzo non la vedo.
Detto questo, ci sono da aggiungere due lamentele: una espressa proprio dall’onorevole, e l’altra dal signor Brilla, [mi pare che si chiami così nda], il fratello di un partigiano che partecipò alla ritirata.
Ebbene, Brilla si lamentava del fatto che a visitare il Museo della Resistenza di Carpasio vadano poche scolaresche di Imperia. Ogni anno vanno a visitarlo quelle di Sanremo, Ventimiglia, Ospedaletti, ma di Imperia no. Per questo ha sollecitato gli insegnanti in sala a chiedere le autorizzazioni ai presidi affinché anche gli studenti della nostra città vadano a visitarlo.
E l’on. Manfredi ha invitato i ragazzi a partecipare alla borsa di studio di 1.500 euro che ogni anno viene messa in palio mediante un concorso promosso, se non sbaglio, dalla Regione Liguria. E ha invitato i giovani a iscriversi all’ANPI.
Il documentario, grazie al CESPIM, in collaborazione con L’ARCI di Imperia, l’ANPI e l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, sarà di nuovo proiettato il prossimo giovedì 29 aprile alle 21, sempre al Cinema Centrale, con ingresso gratuito.

Scritto da Angelo Amoretti

23 aprile, 2010 alle 19:03