Capogiro

senza commenti

Alessando Lupo e Daniele Minasso
foto tratta da Gap

Alcuni giorni fa questo post mi ha incuriosito, così sono andato a fare quattro chiacchiere con i gestori del Capogiro, tanto per saperne di più.
Ho parlato con Daniele Minasso che con Alessandro Lupo ha inaugurato questo “living bar” il 9 giugno scorso, in via Armelio 50, alle Ferriere.
Daniele giocava nell’Imperia Calcio e dopo una parentesi come dipendente in una società produttrice di olio d’oliva, ha deciso di intraprendere una nuova attività con Alessandro, rilevando il bar.
Il locale, aperto tutti i giorni, è accogliente e ben arredato e si differenzia dagli altri bar della città perché ogni giovedì, dalle 18 alle 22 c’è musica dal vivo, prevalentemente jazz: una sorta di aperitivo musicale “lungo”.
Alla domenica, durante lo stesso orario, c’è il dj Andrea Introvigne che intrattiene i frequentatori mettendo dischi di rock “leggero”.
Com’è facile immaginare, nel giro di pochi mesi Capogiro è diventato punto di riferimento fisso per molti imperiesi (giovani e meno giovani) che evidentemente percepiscono il bisogno di qualcosa di diverso per passare il tempo libero.
E come è altrettanto facile immaginare, la faccenda sta dando fastidio a qualcuno che si è fatto promotore di una raccolta di firme, cercando di aizzare gli abitanti del quartiere contro il Capogiro.
“Noi abbiamo i permessi necessari e tutto è in regola. A onor del vero ti confesso che l’unica sera in cui siamo usciti fuori dalle regole è stata quella della vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio, ma credo che sia successo un po’ dappertutto” mi dice Daniele, che continua volentieri la conversazione.
“In questi giorni stiamo coprendo una parte del giardino per cercare di dare meno disturbo possibile e paradossalmente ieri si è presentato l’amministratore di condominio di un palazzo qua vicino, per lamentarsi del rumore che fanno gli operai”.
“Questa è Imperia proiettata nel terzo millennio col porto turistico da favola”, gli dico.
“Appunto. Prova a immaginare i turisti che da settembre a fine maggio troveranno un mortorio, pensi che ritorneranno?” mi chiede.
Gli domando quale sarà il futuro di Capogiro e lui mi risponde che è fiducioso perché la maggior parte degli abitanti del quartiere è favorevole alle iniziative del locale, e anche se una piccola minoranza vuole mettere i bastoni fra le ruote a lui e al suo socio, l’attività continuerà regolarmente.
E con l’augurio che tutto possa andare per il meglio, per il bene di Capogiro e della nostra ridente città, lo saluto e lo lascio ai suoi impegni.
Esco dimenticando di pagare il cappuccino, ma spero che mi perdonerà.

Scritto da Angelo Amoretti

26 ottobre, 2006 alle 11:13

Pubblicato in Interviste



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