Lo spione del caruggio

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Abbiamo uno spione anche a Imperia, evviva!
Tra i 128 indagati (o 127, ancora non si è capito bene), pare ce ne sia uno che spiava da qualche ufficio della nostra città.
Tutta la faccenda è sconcertante, ma su Effedieffe Maurizio Blondet venerdì 27 ha pubblicato una mail inviata da un dipendente di un piccolo comune che scrive: “L’Anagrafe Tributaria è un archivio informatico centralizzato (detto Siatel) gestito da una società (la Sogei) che fa capo al Ministero dell’Economia e che contiene i dati delle dichiarazioni dei redditi e dell’Ufficio Registro di tutte le persone fisiche e giuridiche italiane. L’accesso è consentito solo ad utenti appositamente abilitati dal Ministero; ogni accesso e ogni operazione vengono automaticamente registrati dal sistema. Per motivi di servizio vi sono molti soggetti, appartenenti ad Enti o Amministrazioni pubbliche, abilitati all’accesso. Io lavoro in un Comune di piccole dimensioni e, insieme ad altri 7 colleghi, ho l’accesso alla banca dati. Tenendo conto che in Italia vi sono 8.000 Comuni, immagino che gli utenti abilitati siano nell’ordine di alcune decine di migliaia.” L’anonimo scrittore conclude dicendo che “i dati in questione sono pubblici: chiunque, rivolgendosi all’Ufficio competente, può consultare Dichiarazioni dei redditi e Atti dell’Ufficio registro.”
Allora questo spione nostrano l’ha fatto per “voyeurismo” o per conto di qualcuno?
E’ curioso che proprio in questi giorni il Sindaco Sappa abbia emanato un ordine di servizio con cui si vieta ai dipendenti del Comune di navigare in internet.
Il divieto è scattato quando a palazzo Civico si sono accorti che qualche impiegato navigava in rete alla ricerca di foto, viaggi e giochi, finendo su siti non protetti, acchiappando virus a gogo che poi si diffondevano nei pc degli ignari colleghi.
A me questa dei virus sembra grossa. Se davvero è così, chi si occupa della sicurezza internet al Comune cambi antivirus e firewall e già che c’è faccia presto anche l’antinfluenzale.
Tant’è che adesso in Comune solo pochi dipendenti (compreso Sindaco e Assessori) potranno navigare in internet.
All’Eni perlomeno si erano inventati una scusa più credibile.

Scritto da Angelo Amoretti

30 ottobre, 2006 alle 10:17

Pubblicato in Cronaca



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