Cosa succede al Porto di Imperia?

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A seguito di questo articolo apparso su La Stampa del 13 ottobre scorso, firmato da Pier Paolo Cervone:

Maxi porto si scopre una falla

Sarà vero, come ama ripetere Francesco Bellavista Caltagirone, che è in costruzione non solo il più grande ma anche il più bello tra i porti turistici del Mediterraneo. Sarà vero, come ama sottolineare il sindaco Paolo Strescino, che alla stragrande maggioranza degli imperiesi questo porto piace e che tutti ne sono orgogliosi. Ma si scopre anche che i mega-yacht, dotati di ogni comfort e di tutte le diavolerie della moderna tecnologia, e provvisti di ogni essenziale servizio (ovvero luce, gas, acqua) non hanno una cosa importante, anzi fondamentale: l’allaccio alla rete fognaria. Proprio così.
Tutto previsto, tutto bello, tutto sontuosamente grande, ma alla m… non ci ha pensato nessuno. Così, succede che i liquami scendano liberamente in mare, perchè quelli dell’equipaggio (dipendenti di una società delle solite isolette caraibiche o di un famoso Mister X) ogni tanto la fanno pure loro. E’ vero qualche imbarcazione possiede a bordo un sistema di pre-trattamento. Altre, agli ordini di comandanti scrupolosi, quando i contenitori sono pieni, possono anche mollare gli ormeggi, fare un giretto al largo e quindi provvedere allo scarico. Ma nella progettazione resta una falla. Di m…., ma pur sempre una falla.

sullo stesso quotidiano venerdì 15 ottobre si poteva leggere quanto segue:

L’ufficio stampa del gruppo Cozzi-Parodi, che insieme all’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone sta costruendo il grande approdo turistico dopo aver creato la «Porto di Imperia spa», ci ha fatto pervenire il seguente comunicato.
«La Porto di Imperia precisa che, contrariamente a quanto scritto, il nuovo porto turistico è dotato di impianto di estrazione delle acque bianche e nere e che questo è collegato alla rete fognaria. In particolare – prosegue il comunicato – per i mega yacht esistono estrattori diffusi connessi direttamente con l’impianto fognario interno al porto, le barche piccole hanno invece un serbatoio di stoccaggio dei liquami in cui le stesse conferiscono, che viene regolarmente spurgato. Pertanto l’impianto di estrazione del nuovo porto di Imperia risponde a tutte le norme attuali e future in maniera di trattamento delle acque nere, una realtà riscontrabile oggi in pochissimi porti della penisola».E’ vero, siamo incorsi in un involontario errore. Dovuto alla presenza in banchina di normali colonnine, simili a quelle di altri scali, che garantiscono la fornitura di acqua e luce alle imbarcazioni. Una recente visita al porto di S. Teresa di Gallura ci ha permesso di osservare due distinti impianti, di cui uno adibito allo smaltimento delle acque nere. Se il nuovo porto di Imperia ha anche questo essenziale servizio siamo i primi a rallegrarcene.
Resta il fatto che numerosi diportisti, che hanno acquistato il posto barca, lamentano l’assenza di opere a terra e l’allacciamento alla rete fognaria. Tra gli yacht persiste un odore nauseante. Come se l’impianto di spurgo non fosse ancora in funzione. Oppure la colpa è di uno scarico, forse rotto oppure abusivo, che sfocia tra Calata Anselmi e la banchina che conduce alla piscina. Sino a pochi giorni fa nello specchio acqueo era evidente il galleggiamento, e relativo odore, di sostanze organiche. Che qualcuno chiama in altro modo.
[P.P.C.]

Evidentemente non soddisfatti della precisazione di Cervone, la Porto di Imperia Spa insieme a Acquamare srl, ha pagato per due giorni di seguito una pagina de La Stampa e una de Il Secolo XIX i giorni 16 e 17 ottobre, per “pubblicizzare” un ulteriore comunicato stampa:

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Tra l’altro con i nostri soldi, perché, se non sbaglio, il Comune ha un terzo delle quote in Porto di Imperia Spa. Solo che nel comunicato sono in bella vista il logo di Acquamare srl e quello di Porto di Imperia Spa, quello del Comune no. Lo trovo un po’ bizzarro.
Contemporaneamente su Il Secolo XIX si poteva leggere:
Capannone, l’inchiesta torna in procura
e prima ancora:
Polizia e Finanza: indagini dall’alto sul porto