Carlo Conti, i pesci d’aprile e i pedofili

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Uno dei cinque avvisi di garanzia che riguardano Carlo Conti, Direttore generale della Porto di Imperia SpA, riguarda un’offerta bufala proveniente dalla Isole Vergini pensata e scritta di suo pugno per acquistare le quote del Comune nella Porto di Imperia SpA. Conti è così indagato anche per turbativa d’asta.
Quando ho letto la notizia, lì per lì, mi ero detto che non fosse possibile e che certe cose possono farle i burloni che, per esempio, avevano fatto un’offerta farlocca a nome di un magnate russo per l’acquisto di Villa Carpeneto, ricordate?
Invece…invece un amico mi ha appena inviato l’intervista pubblicata oggi su Il Secolo XIX, che vi riporto:

Carlo Conti ironizza sugli avvisi di garanzia.
«IL PLICO DALLE VIRGIN? ERA UN PESCE D’APRILE»

«Mi fate un favore? Mi tenete gli avvisi di garanzia in un cassetto? Passo poi io in settimana a ritirali ».

Il manager dei record pe ravvisi di garanzia ricevuti, cinque in meno due anni, due in due giorni, Carlo Conti, 60anni, direttore della Porto di Imperia, candidato ad amministratore delegato della stessa, nonostante tutto non ha perso il buon umore.
Un aneddoto che riguarda Conti può far capire meglio il personaggio, un simpatico antipatico. Durante una delle perquisizioni eseguite dagli investigatori, alla richiesta della polizia riguardante le sue dichiarazioni, ha fatto scrivere: «Ma andate a cercare i pedofili!».
Ieri non è stato da meno.

«Sì, che ho risposto così. Non sono nulla di quel che si vorrebbe far credere. Qui è in atto una caccia alle streghe. Io invece credo nel lavoro e nell’impegno. Sono una persona corretta».

Conti, è stato lei a scrivere quella falsa offerta all’asta del Comune per vendere le quote di Porto di Imperia?

«Ma era una burla, un pesce d’Aprile! Che non fosse un’offerta lo si poteva intuire subito: a fianco del luogo di provenienza, cioè Virgin Islands, c’era scritto “viva le puttane”. La seconda busta del plico non è stata nemmeno aperta. Quando mi ha sentito la Finanza ho ammesso. Poi mi sono visto convocare per turbativa d’asta. Esagerato! Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere».

Ma perchè lo ha fatto? Il ruolo che ricopre non dovrebbe imporle un rispetto maggiore?

«Ripeto, era una semplice, banale, individuabilissima burla. Volevo tirare un po’ le tasche al Comune che si stava chiamando fuori dalla società che il Comune aveva voluto.Chi sa apprezzare lo sfottò, può capire. La disonestà intellettuale invece non la capisco io».

Nell’inchiesta delle “colonnine” è indagato per truffa allo Stato: ha concesso a terzi di noleggiare quei 20 posti barca?

«Io non ho concesso nulla. Erano in gestione ad agenzie di charter. Nessuno ha rubato, truffato o speculato. E poi è stata una delibera di giunta ad affidare a Porto di Imperia la concessione. Io sono un dipendente».

Con cinque avvisi non sarebbe il caso di dimettersi?

«Non ci penso nemmeno. Così faccio rodere ilf egato a qualcuno. Io sono sereno. E poi gli avvisi non sono rinvii a giudizio. Vedremo in giudizio»

Il Secolo XIX – 6 febbraio 2011

Dopo averla letta sono rimasto un po’ disorientato, devo ammetterlo, ma poi, da qualche altra parte ho letto che il simpatico manager è “craxiano della prima ora” e mi si sono schiarite meglio le idee.
Mi sono infine meravigliato che abbia fatto scrivere sul verbale degli investigatori: “Ma andate a prendere i pedofili!“, forse non sa che ci sono vicini a “peccettarne” uno.