A Roma sanno che a Imperia c’è la mafia, noi lo sappiamo un po’ meno

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Lo scorso martedì il presidente della Provincia, Luigi Sappa, e quello della Camera di Commercio, Franco Amadeo, sono stati sentiti a Roma a Palazzo San Macuto dalla Commissione Bicamerale Anfimafia a proposito delle infiltrazioni mafiose nella nostra provincia. Il tema dell’audizione era “Mafie nazionali nelle regioni diverse da quelle di tradizionale insediamento”.
Sappa e Amadeo – riporta Il Secolo XIX di ieri – “incalzati dalle domande del senatore Pd Giuseppe Lumia, hanno minimizzato la questione, parlando di casi isolati“. Il senatore Lumia, citando alcuni passaggi dei rapporti della Dia e della Dna, gli ha fatto notare che “non parlano proprio di atti isolati“.
E alla fine dell’audizione ha dichiarato che si è trattato di “una riunione allucinante” e di essere rimasto “sconcertato dalle parole di Sappa e Amadeo che negano l’evidenza“.
Secondo quanto riporta lo stesso quotidiano oggi, l’intera commissione, presieduta dal senatore del PDL Giuseppe Pisanu, è rimasta sconcertata dalle dichiarazioni dei nostri due concittadini che anche nella Capitale hanno ripetuto più o meno quello che già tempo fa dicevano svariati rappresentanti locali del Pdl e cioè che la mafia non esiste.
Addirittura Lumia dichiara che ha dovuto rivelare lui i nomi delle “famiglie” che operano sul territorio perché evidentemente Sappa e Amadeo non lo sapevano o lo avevano momentaneamente dimenticato, forse per colpa del ponentino romano.
Lumia non ha peli sulla lingua e rincara la dose: “Non si rendono conto di quanto sia forte la minaccia mafiosa negli appalti, di quanto si sia insinuata con astuzia nelle amministrazioni comunali dove ha portato in essere condizionamenti. Amadeo ha persino escluso che nel settore agricoltura possano esserci presenze mafiose. Ho dovuto ribadire quanto emerge dai dossier della Dia, sui segnali preoccupanti captati nel settore dei fiori. Questo loro atteggiamento priva il Ponente di un’istituzione forte che lo tuteli“.
Il fatto è che magari qua, nel profondo nord ovest, parlando agli amici e agli amici degli amici e nelle piccole adunate a favore di questo o quello smemorato, si possono sparare grosse ché intanto non se ne accorge nessuno e chi se ne accorge gode. Ma davanti alla Commissione Antimafia le cose cambiano e un minimo di preparazione i due avrebbero dovuta averla. Magari prima di andare avrebbero potuto informarsi meglio e cambiare atteggiamento. Una cosa tipo: “Guarda che andiamo a Roma, non facciamo vedere subito che arriviamo da Marte”.
Ad ogni buon conto i due non ci stanno e dicono di non essere “struzzi che mettono la testa sotto la sabbia” e che non hanno voluto affatto minimizzare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella nostra provincia. E Amadeo aggiunge che il sistema delle imprese “ha tutto l’interesse a estirpare le infiltrazioni mafiose nell’economia” quando il giorno prima escludeva che nel settore agricoltura possa esserci la mafia.
I due sono un po’ risentiti dal fatto che Lumia abbia rilasciato quella intervista perché “l’audizione doveva restare riservata“.
Già, potrebbe uscirne qualcosa di spiacevole e magari di utile alla malavita. Non fanno tenerezza?
Però c’è un segnale positivo: Amadeo, a nome della Camera di Commercio, rinnova la collaborazione con le istituzioni e le forze di polizia.