FAI [da te]

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Lo scorso 23 marzo La Stampa ha pubblicato una lettera del Prof. Nicola Podestà che riporto di seguito:

Il 27 e il 28 marzo il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) si mobilita per far apprezzare a tutti la tenace e preziosissima azione a difesa del comune patrimonio di storia e di bellezza paesaggistica e artistica perseguita sin dal 1975 Un esempio di questo impegno giunge in questi giorni dalla Riviera di levante dove il FAI è intervenuto criticamente nella discussione suscitata dal progetto di riqualificazione del porto di Santa Margherita Ligure.
Non c’è dubbio infatti che dall’operazione nascerebbe un porto più capiente, dalle perfette geometrie disegnate a tavolino, tirato a lucido, ma proprio per questo verrebbe meno la sua specificità, perderebbe in poesia, e quindi in qualità, trasformandosi, come disse Renzo Piano nel bocciare un’analoga operazione tentata qualche anno fa, “in una qualsiasi marina”. Leggere la netta e inequivocabile presa di posizione del FAI contro quella operazione che in nome di una malintesa modernità vorrebbe snaturare l’esistente ( si veda al sito www.fondoambiente.it/porto-di-santa-margherita-ligure-sos-paesaggio.asp) mi ha fatto molto piacere ma non mi ha sorpreso affatto dato che proprio per “promuovere in concreto la cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità” è nato il FAI. Mi sorprende invece, ripensando alle vicende del nuovo porto turistico di Imperia, non trovare memoria di una simile presa di posizione al riguardo delle vicende sfociate nella cancellazione dello storico bellissimo bacino di Porto Maurizio, sostituito con un anonimo e assolutamente fuori scala ricovero di imbarcazioni.
E dire che il progetto di Santa Margherita, quanto a invasività e impatto sul paesaggio, impallidisce al cospetto degli stravolgimenti operati ad Imperia con l’entusiastica benedizione dei nostri amministratori (oltretutto giocando una bella beffa agli utenti storici sottoposti ora alle pesanti tariffe imposte dai nuovi padroni).
Forse la presa di posizione c’è stata ed io, distratto, non me ne sono accorto, o forse distratta era la delegazione imperiese del FAI rimasta del tutto inerte e indifferente allo snaturamento di un bacino portuale di nobile semplicità, “supremo” per dirlo con le parole di Mario Soldati riportate dal poeta Giuseppe Conte in una sua recente riflessione sul porto che in molti condividiamo in toto.
Non so spiegarmi altrimenti come un’associazione talmente sensibile e qualificata non si sia accorta della ferita che quella operazione, dettata da un intreccio di megalomania e di evidenti appetiti, avrebbe inferto alla nostra storia e al nostro paesaggio; talmente profonda che con il completamento dei lavori potrà solo rimarginarsi lasciando però un’indelebile cicatrice.
Ahimè, ormai i giochi sono fatti; non è più possibile tornare indietro, ma in provincia qualche pezzo di paesaggio da guastare ancora esiste e forse c’è parecchio da dire anche sulle opere che saranno completate a corollario del bacino di Porto Maurizio. Non mi sembra perciò fuori luogo suggerire alla delegazione del FAI di adoperare all’occorrenza il proprio prestigio per tenere fede alla lodevole missione di “educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio” .

Nicola Podestà

In vista della 19esima edizione della giornata del FAI di Primavera, mi domando come mai nessuno abbia ancora dato una risposta e mi chiedo altresì se tra i tanti bei giri turistici nella nostra città, anche in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, i responsabili del FAI abbiano mai fatto un giretto al nuovo porto turistico.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano, visto che su quello di Santa Margherita Ligure un parere lo hanno espresso.