L’ex Ministro Scajola, Bin Laden e la “guerra civile” in Libia

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Ogni volta che esce un nuovo articolo del nostro illustre concittadino sul sito della fondazione Cristoforo Colombo, non riesco a trattenermi dallo stupore.

L’uccisione di Osama Bin Laden a dieci anni dal terribile attentato delle Torri Gemelle di New York potrebbe chiudere una prima lunga fase della cosiddetta “guerra al terrorismo”, che ha causato i conflitti in Iraq e Afghanistan. Sull’onda del successo dell’operazione che ha eliminato il “principe del terrore”, il Presidente Obama potrebbe ora accelerare lo smantellamento di Al Qaeda, facendo emergere le protezioni sotterranee di cui Bin Laden e la sua rete terroristica godeva e probabilmente ancora gode in diversi Paesi islamici, formalmente alleati degli Stati Uniti.La morte del capo dei terroristi dovrebbe poi “mettere in sicurezza” il futuro dell’Egitto, della Tunisia, della stessa Libia ancora sconvolta dalla guerra civile: è più difficile, senza Bin Laden e con il Presidente americano più forte, ipotizzare derive fondamentaliste in Nord Africa.
Claudio Scajola

Probabilmente l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti, la Danimarca, la Norvegia, il Belgio, l’Inghilterra e il Canada, stanno bombardando la Libia a sua insaputa.
Per quanto riguarda la guerra al terrorismo, purtroppo ci sono autorevoli opinioni di persone che, sia detto con tutto il rispetto, probabilmente in fatto di terrorismo ne sanno più di lui. Vi invito, a tal proposito, ad ascoltare l’intervista a Loretta Napoleoni, conosciuta in mezzo mondo per i suoi studi sul terrorismo e l’economia.
Come se non bastasse, sebbene lì per lì, tra le tante cose che sono scappate di bocca al Presidente Obama, ci sia anche un “Ora il mondo è più sicuro“, su La Stampa online c’è un sondaggio in cui il 69% per cento si sente meno sicuro, rispetto al 30% che invece lo è.