Blitz della Polizia in Procura a Imperia

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Sabato, su “la Repubblica” e su “Il Fatto Quotidiano” online, sono comparsi due articoli che riporto a beneficio di chi se li fosse persi. Lo faccio anche perché occorre che la vicenda abbia la dovuta visibilità, perciò, nel mio piccolo, contribuisco anche io.
Ricordo quando tempo fa scrivevo del gran lavoro che stava svolgendo la polizia postale e che ci sarebbe stato bisogno di rafforzarla, oltre che sostenerla, e invece scopro che, stando a quanto raccontano Marco Preve e Ferruccio Sansa, qualcun altro voleva metterci del suo.
Non ho trovato la notizia sui nostri quotidiani locali perché probabilmente è sfuggita ai nostri cronisti e per dirla tutta, mi domando come mai venga fuori solo adesso, ma tant’è: è uscita e io la ripropongo di seguito.

LA REPUBBLICA - Marco Preve

Porto di Imperia, il blitz segreto della polizia
Manganelli invia i due vice per sottrarre le indagini alla Postale. Ma la procura dice no

E’ stata una missione segreta che ha creato qualche imbarazzo diplomatico, quella che ha portato i due vicecapo della polizia italiana, Nicola Izzo e Francesco Cirillo a Imperia, alla fine dello scorso anno. Due le ragioni di questo disagio percepito negli ambienti giudiziari del ponente ligure. Il primo è l’oggetto della missione: sostituire con gli investigatori della squadra mobile il gruppo di agenti della polizia postale impegnati da oltre un anno nelle delicate e riservatissime indagini sul nuovo porto che coinvolgono, tra gli altri, l’ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone.
Secondo aspetto: il prefetto Izzo, uno dei due emissari del capo della polizia Antonio Manganelli, è indagato a Napoli in un’inchiesta che, seppur non a livello giudiziario, ha qualche punto di contatto con questo angolo della Liguria.
Così come li ha pure un altro indagato dell’inchiesta napoletana, l’ex questore di Genova e del capoluogo campano Oscar Fioriolli. Che oggi è il direttore centrale delle specialità da cui dipende anche la Polizia Postale.
Su questo “incontro particolare” è oggi possibile fare un po’ di luce. Al vertice che si tiene nel Palazzo di giustizia di Imperia partecipano i due prefetti Izzo e Cirillo, il facente funzioni di procuratore capo di Imperia Alessandro Bogliolo e il procuratore capo di Sanremo Roberto Cavallone. Il primo, con la collega Maria Antonia Di Lazzaro, è contitolare delle indagini che vedono indagate per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta una mezza dozzina di persone (ne parliamo in un altro articolo in questa stessa pagina).
Cavallone e i suoi pm, in un anno di indagini serrate, hanno invece rivoltato come un calzino l’estremo ponente portando alla luce intrecci tra politica, affari e criminalità che hanno prodotto anche il clamoroso scioglimento del Comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose.
La sezione imperiese della polizia postale segue fin dall’inizio l’inchiesta sul porto mentre a Sanremo ha sviluppato con la procura un filone importantissimo sulle infiltrazioni malavitose in ambienti politici e istituzionali.
Andrebbero premiati, penserà qualcuno. Invece, da Roma, i due vice di Manganelli arrivano per chiedere che la polizia postale venga restituita ai suoi compiti di ufficio e sostituita, o perlomeno affiancata, da uffici specializzati come la squadra mobile. Le due procure, con cortesia istituzionale, rispondono picche. Formalmente perché le indagini sono iniziate con la postale e perché i pochi agenti del nucleo hanno anche continuato ad assolvere ai loro doveri di routine. Ma anche perché hanno dato massima garanzia di riservatezza e autonomia ad indagini che, per progredire, dovevano essere immuni da ogni possibile controllo gerarchico e interferenza ambientale.
I due prefetti tornano a Roma senza un risultato utile e lasciando anche un retrogusto amaro a Imperia. A Napoli, Izzo e Fioriolli sono indagati in una complessa indagine della Direzione distrettuale antimafia circa appalti per ristrutturazioni di commissariati e la realizzazione di un grande centro tecnologico. Si cerca di capire il ruolo di Finmeccanica e in particolare delle sue controllate Elsag Datamat, che ha sede a Genova, e Selex. Quest’ultima è amministrata da Marina Grossi, moglie di Pierfrancesco Guarguaglini presidente di Finmeccanica e manager di cui Claudio Scajola è sempre stato un grande sostenitore.
Così come – all’epoca nella veste di ministro dell’Interno – Scajola era vicino a Fioriolli, al punto di nominarlo questore di Genova nel torrido agosto post G8 del 2001. Vicende vecchie e recenti che si sono intrecciate a Imperia, in quella che, per i due prefetti, si è rivelata una “missione impossibile”.
Marco Preve – la Repubblica, 7 maggio 2011

IL FATTO QUOTIDIANO - Ferruccio Sansa

Inchiesta sul megaporto di Imperia e l’ingerenza dei vertici della polizia

I numeri due della Polizia (Francesco Cirillo e Nicola Izzo) si sono presentati in procura offrendosi di prendere in carico un’inchiesta scottante. Perché? A breve intanto sarannod epositate oltre 600 pagine di carte giudiziarie per un’indagine che vede indagato, tra gli altri, anche l’ex ministro Scajola.

I numeri due della Polizia (Francesco Cirillo e Nicola Izzo) che si scomodano ad andare a Imperia per offrire i loro servigi, per prendere in carico scottanti indagini affiancando o sostituendo i colleghi della Polizia Postale che le stanno seguendo. Un episodio insolito, che ha suscitato molte voci. Il motivo? L’inchiesta sulla realizzazione del megaporto turistico (un progetto da 130 milioni oggetto di polemiche e indagini) di Imperia fa tremare molti. Presto saranno depositate 600 pagine di accertamenti bancari e intercettazioni. Gli effetti potrebbero arrivare a Roma. Tra gli indagati figura Claudio Scajola (il padre del porto), ex ministro in corsa per i vertici del Pdl, che i pm Alessandro Bogliolo e Maria Antonia Di Lazzaro considerano capo dell’associazione a delinquere. Ma c’è anche Francesco Bellavista Caltagirone che ha riempito di porti il Mediterraneo (e che ha partecipato alla cordata Alitalia). Dagli atti, corre voce, gli accertamenti si potrebbero estendere ad altri porticcioli italiani. Potrebbero emergere altri nomi di politici e imprenditori. Così c’è chi ricorda: Gianpiero Fiorani a Imperia voleva reinvestire i soldi delle scalate bancarie. E poi c’è Angelo Balducci, amico della Cricca, nel 2008 nominato presidente della Commissione che vigilava sulle concessioni demaniali del porto di Imperia. Dalla Procura non esce una parola. E così cominciano gli attacchi, soprattutto contro la Polizia Postale: “Queste indagini non sono suo compito”. La Procura l’ha scelta perché preparata e riservata. Caratteristiche essenziali in una terra oggetto di infiltrazioni di ogni genere. Ma ecco l’episodio “incriminato”: l’improvviso arrivo dei due pezzi grossi nell’ufficio del Procuratore. Cirillo e Izzo si sono offerti di sostituire o affiancare la Postale che pure ha lavorato al meglio. Perché? Certamente i due vice capi volevano offrire un contributo alle indagini. C’è chi, però, non ha gradito. Qualcuno ha ricordato che Izzo è indagato a Napoli per concorso in turbativa d’asta, nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza in cui è chiamata in causa Finmeccanica. Un colloquio cortese, quello tra i numeri due della Polizia e i pm. Ma la risposta dei magistrati sarebbe stata ferma: vi siamo grati per l’offerta, ma grazie no.

Ferruccio Sansa – ilfattoquotidiano.it, 7 maggio 2011