Claudio Scajola torna al governo?

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E’ dunque imminente il ritorno dell’on. Claudio Scajola nel governo del miglior premier degli ultimi 150 anni?
Stando a quello che si legge in giro si direbbe di sì e dopo le amministrative potrebbero aprirsi per lui le porte del ministero dello sviluppo economico o di quello delle politiche comunitarie.
In un mio post precedente dicevo che poteva trattarsi di un “risarcimento”, ma lui e il suo Capo, stanno facendo passare la cosa come una sorta di “rivincita” sulla magistratura e la stampa “avversa”, per cui occorrerà, da parte del governo, porre rimedi in merito.
Ho già scritto che non fu solo la stampa avversa a chiedere le dimissioni di Scajola: Berlusconi, che adesso telefona “all’amico Claudio” per dirgli che è stata una vergogna tutto ciò che si è detto e scritto in proposito, dimentica che in pratica gli ordinò di dimettersi perché – dopo aver evidentemente fatto uno dei suoi sondaggi anche tra gli altri componenti del governo – pare che avesse confidato a un ministro che “la situazione è difficile. La casa è un bene che colpisce molto l’immaginazione della gente” [il virgolettato si legge qui].
Ovviamente adesso il premier più piccolo degli ultimi 150 anni, [se non si considerano i tacchi e qualche centimetro di asfalto che ha in testa] direbbe che è stato frainteso o che non si riferiva a Scajola. Ormai siamo abituati alle sue piroette e anche ai tripli salti mortali, quindi non ci stupiamo più del dovuto.
Ci stupiamo, o perlomeno lo fa il sottoscritto, del fatto che non si prenda in dovuta considerazione la faccenda dell’inchiesta sul porto di Imperia in cui il nostro concittadino è indagato per associazione a delinquere.
Lui, che probabilmente ha la sfera di cristallo, dice che finirà tutto in una bolla di sapone, io che non ce l’ho, non so dire come finirà.
Ma so che eventualmente al governo ci sarebbe un ministro indagato e se anche di questo non dovrei stupirmi, penso alla figura poco edificante che farebbe nei confronti dei suoi colleghi esteri: l’inglese Jacqui Smith si dimise perché suo marito chiese il rimborso per il noleggio di due videocassette porno; il tedesco Karl Theodor zu Guttenberg rassegnò le dimissioni perché aveva copiato la tesi di laurea.
Certo, qualcuno dirà che con l’immagine che abbiamo all’estero [vedere alle voci Ignazio La Russa e Franco Frattini] una figura da cioccolataio in più o in meno, cosa cambia?