Il consigliere regionale Alessio Saso risponde all’on. Claudio Scajola

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Claudio Scajola utlimamente è scatenato. Dopo aver rilasciato interviste a Repubblica e La Stampa, non poteva mancare Il Secolo XIX. Stavolta però non si è parlato di massimi sistemi, di liberismo e di moderatismo, bensì di Alessio Saso, l’uomo che zitto zitto sconfisse (forse in maniera poco sportiva) nientepopodimenoche Gianni Giuliano (altro bel personaggio del Pdl locale, ex presidente della provincia) alle Regionali del 2010.
In sostanza Scajola, forse dopo aver letto la Riviera, chiede a Saso di dimettersi. Non da consigliere regionale, per carità, ma dalla VII commissione controlli che si occupa di trasparenza dell’attività regionale (che devo ancora capire bene cosa sia, ma la parola “trasparenza” già mi fa sorridere) da cui Saso si è autosospeso.
Mi fa anche ridere la faccenda del “passo indietro” perché a seconda di dove uno si trova può essere assai pericoloso. E mi viene in mente la famosa foto della posa della prima pietra per il porto turistico della nostra città: in primo piano il ragazzo di Beatrice Parodi con la cazzuola in mano (il grembiulino e il compasso non servono in questi casi: ti preparano già tutto giusto per le foto di rito) e dietro di lui una schiera di personaggi che se fanno un passo indietro finiscono a bagno.
La risposta di Saso non si è fatta attendere e sulle pagine del Secolone di oggi si legge quanto segue:

L’onorevole Scajola è stato talmente garbato da informarmi della sua dichiarazione. Per questo lo ringrazio. Ora, io sono frastornato e incredulo, continuo a ripetere ad amici e giornalisti che il mio capo d’accusa è basato solo su parole e promesse non mantenute. Non c’è un solo atto concreto. Solo parole con gente che, un anno e mezzo fa, non potevo immaginare fossero coinvolti in strane vicende.

Saso, che come si legge nell’articolo, “da settimane è in uno stato di perenne agitazione“, continua così:

Se mi dimetterò? Di certo io a quella poltrona non sono incollato. Datemi il tempo per riflettere, per parlare con i colleghi del gruppo Pdl e con l’ufficio di presidenza del consiglio. Valuterò con molta calma cosa fare.
Ero sovraeccitato da una campagna elettorale durissima, mi scontravo con il nipote di Scajola e con il presidente della Provincia.
Era dura, e sono stato superficiale.

La penultima frase mi fa venire mal di testa. Perché continuo a domandarmi: e se invece che con Scajola nipote e Gianni Giuliano si fosse scontrato, per dire, con Scullino e Bosio, che faceva? Chiamava anche la camorra, la sacra corona unita e la mafia?