L’abolizione della Provincia di Imperia [II]

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Ci sono riusciti: invece di farci discutere su come trovare i soldi per fare in modo che entro una ottantina di giorni l’Italia non sia dichiarata fallita, ci stanno distraendo con l’eventuale soppressione delle province con meno di 300.000 abitanti e l’accorpamento dei comuni con meno di 1.000 abitanti.
E tutti sono stati al gioco. Addirittura il Secolo XIX di oggi pubblica i costi dei dirigenti provinciali (cosa peraltro già fatta da la Riviera e ripresa da questo blog).
I politici nostrani programmano riunioni per decidere se accorpare la nostra provincia con quella di Savona e Cuneo oppure no e l’on. Scajola cambia idea nel giro di una settimana.
La vigilia di ferragosto, infatti, in una intervista al Secolo XIX, diceva: “Sa che cosa rispondo? Io sono dell’avviso che non dovrebbero essere cancellate solo 38 Province. Dovrebbero essere abolite tutte. Dico proprio tutte” e nell’intervista rilasciata ieri a la Repubblica:

Il decreto prevede la cancellazione di una trentina di piccole province, un palliativo che crea distonie. Dovremmo sostituirla con l’abolizione di quelle interne alle aree metropolitane che toccherebbero 24 milioni di cittadini anziché 6 con un impatto economico più sostanzioso. Dopo servirebbe una legge costituzionale per abolirle del tutto, ragionare sulla creazione di macroregioni e aree metropolitane.
[Qui l'intera intervista]

E chissà cos’altro succederà prima che il progetto si avveri, o prima del fallimento totale.
Bisogna infatti ricordare che, tanto per cominciare, per un motivo o per l’altro, le province che verrebbero soppresse sono passate da 38 a 22 e che l’eventuale decisione definitiva verrà presa dopo i risultati del censimento 2011 i cui risultati presumibilmente verranno conosciuti nel 2013.
Quindi direi che è ora di finirla con il gioco della Provincia sì/Provincia no e che dovremmo seriamente preoccuparci di come finirà l’Italia il prossimo 11 novembre.

Scritto da Angelo Amoretti

22 agosto, 2011 alle 12:43