L’intervista del Sindaco Strescino al Secolo XIX

13 commenti al post

Riporto l’intervista rilasciata dal Sindaco Paolo Strescino a Il Secolo XIX  lo scorso 8 ottobre, nel caso qualcuno se la fosse persa:

PORTO NELLA BUFERA: IL SINDACO ROMPE IL SILENZIO «Cari imprenditori Spa
fatela finita con i balletti»
Strescino:hanno precise responsabilità giuridiche ma non le rispettano

«Vedo molti passi avanti a parole e troppi passi indietro nei fatti. Questo non posso più accettarlo. Lo dico nell’interesse della città. E’ vero, l’amministrazione comunale sta attraversando un momento di grave difficoltà, ma non per propria colpa. La crisi delporto? E’ ora che gli imprenditori si assumano precise responsabilità. Il tempo dei “balletti” è scaduto».

Così ieri mattina Paolo Strescino, per nulla sorpreso dalle dimissioni di Carlo Conti. E fiducioso nell’opera della magistratura. Che, detto da un pidiellino, suona francamente un po’ strano.

Allora, sindaco, che succede? Il suo vice, Leone, indagato, si è dimesso. Il direttore della Spa, Conti, anche lui nel mirino della procura, ha sbattuto la porta. Sa per caso di qualche altro congedo anticipato?

«No. Ritengo, peraltro, che entrambe le dimissioni non siano riferibili alle indagini in corso».

I suoi rapporti con Rodolfo Leone, imposto in giunta dall’ex ministro, non sono mai stati ottimali (eufemismo). Può spiegare il perchè?

«Mi pare forzato parlare di imposizione da parte di qualcuno. I rapporti non sono mai stati buoni perchè abbiamo una visione politico amministrativa e di rapporto con gli altri diametralmente opposta».

Per quale ragione ha accettato un assessore esterno e per di più con una mezza dozzina di deleghe pesantissime?

«Il confronto sulla questione è stato piuttosto “caldo”. In quel momento serviva una persona che avesse un piglio decisionista molto accentuato».

A Imperia si respira un clima teso. Si guarda al palazzo di giustizia allo stesso modo dell’esercito tedesco, nel giugno del ‘44, sulle coste della Normandia. Insomma, tira aria di “invasione”.

«Che il clima sia teso è indubbio. Nè personalmente, nè all’interno della giunta, nè nei gruppi consiliari di maggioranza, tuttavia, si guarda al palazzo di giustizia nel modo in cui si pone la domanda. Come ho già ribadito più volte sono, per educazione e cursus politico,una persona che ha la piena fiducia in tutte le istituzioni, magistratura compresa».

Non può negare che l’inchiesta su porto e demanio stia condizionando la vita politica e amministrativa di questa città.

«Beh, Imperia sta soffrendo questa situazione. Intimamente anch’io. La procura fa bene a verificare dove ritiene di dover verificare. Per contro, nonostante le mille difficoltà legate al bilancio, stiamo cercando di rispondere alle aspettative dei nostri concittadini e agli impegni assunti, contenuti nel programma di questa amministrazione».

Che vogliamo dire sulla vicenda della piscina Cascione e la gestione “familiare” della Rari Nantes. Anche lì spunta il suo “nemico” Rudy.

«Nemico mi pare un termine un po’ forte. Come dicevo, abbiamo visioni molto diverse. Su Rari Nantes ho già detto: è una questione di opportunità. Al posto di qualcuno non rimarrei un secondo in più».

Torniamo al porto. L’impressione è che non abbiate, anzi non abbiate mai avuto il coltello dalla parte del manico. E non solo in relazione alle quote.

«Guardi, il Comune ha rilasciato una concessione. Questo avviene ed è avvenuto per tutti i porti della Liguria e probabilmente del Paese. Tutti, turisti e imperiesi rimangono stupiti in positivo da questo porto. Altro cosa è il ruolo di verifica e controllo che l’amministrazione deve minuziosamente perseguire. A metà ottobre incontreremo ufficialmente la commissione di vigilanza proprio a Palazzo Civico e il neo presidente della Spa, Parisi, incontrerà tutti i consiglieri comunali. Questo deve essere lo spirito di rinnovamento nei rapporti tra le parti. L’altra “partita” si gioca all’interno del Cda. L’amministrazione comunale deve essere protagonista delle scelte. Scelte che sono fondamentali, per il futuro di Imperia».

Sembrate in una posizione attendista, gli eventi vi passano sopra la testa. E a San Lazzaro è tutto fermo.

«Il sindaco e l’amministrazione, come è normale, devono saper essere riservati, soprattutto quando i temi sono molto delicati. E’i nnegabile che ci siano troppi “balletti”. Io sono abituato a mantenere la parola data. Da parte di qualcuno ci sono passi avanti a parole e passi indietro nei fatti. Questo non possiamo più accettarlo, proprio perchè il porto turistico, come tutta la portualità mperies e è fondamentale per lo sviluppo della città».

Sindaco, in quali rapporti è con Claudio Scajola?

«Ottimi, come sempre d’altronde».

E’ sicuro?

«Sì».

Non è che alla fine si dimette, a sorpresa, anche lei?

«Il mandato che gli imperiesi ci hanno conferito è stato molto ampio. Ci sono momenti facili, che da sindaco purtroppo non ho ancora vissuto e
momenti difficilissimi, quelli che stiamo vivendo. Il nostro dovere è di non abbandonare la nave quando è nella tempesta. Credo che gli imperiesi ci abbiano scelto anche per questo. A tempo debito faranno le loro valutazioni. Lavoriamo dalle dodici alle quattordici ore al giorno per Imperia e chi mi conosce lo sa».

Il Secolo XIX – 8 ottobre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

10 ottobre, 2011 alle 12:53