Hamza, Magdi, Lia e David

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Sarà un caso, ma se ho letto in questa settimana qualcosa di diverso sui media locali, lo devo a Diego David e a La Riviera.
Infatti su nessun quotidiano avevo visto accenni sulla faccenda Piccardo-Allam-Lia e oggi David ne scrive a proposito, con molta attenzione perché lo so, è un terreno delicato.
Sarebbe cosa di poco conto se i protagonisti della storiella fossero tre comuni mortali, ma si tratta di tre pezzi da novanta e uno è nostro concittadino.
La storia la saprete: Magdi Allam (primo pezzo da novanta: è vicedirettore del Corriere della Sera), il primo dicembre scrive un pezzo dal titolo: La trappola della poligamia – «Io, italiana sposata con un Mullah dopo la poligamia mi ha ripudiata»* in cui racconta di Lia ripudiata.
Il marito di Lia è un altro bel pezzo da novanta che abita a Imperia: Hamza Roberto Piccardo, convertito all’Islam e personalità di spicco avendo, tra l’altro, tradotto il Corano nella nostra lingua.
Lia è una professoressa italiana che vive a Genova e che amministra un blog che, per quanto possa valere, è al 24esimo posto nella classifica di Technorati e anche nella blogosfera scoppia il caso perché il 16 gennaio** Magdi Allam pubblica una mail inviata da Lia a suo marito con palese violazione della privacy. Risultato: Lia querela il vice direttore del Corriere.
Adesso pare che l’abbia fatto anche Piccardo. E’ giusto: due articoli, due querele.
Il rapporto tra Allam e Piccardo è sempre stato un po’ controverso. Allam, in passato, aveva accusato Piccardo, segretario dell’UCOII di complicità nei sequestri in Iraq nonché di “fomentare odii e incitare alla morte“*** e si era beccato la querela (la prima o la seconda?) dall’interessato.
Eppure Piccardo l’aveva aiutato a scivere “Jihad in Italia”:****

“Mi ha mentito. L’ho aiutato molto nei mesi in cui stava preparando il suo libro “Jihad in Italia”. L’ho fatto conoscere nelle diverse comunità islamiche italiane, ho garantito per lui, mi chiamava due volte al giorno e più volte l’ho ospitato a casa mia. Ma certe cose – tra l’altro, la fatwa subita per aver sostenuto la possibilità che in Arabia Saudita sorgano delle chiese – gli avevo chiesto di non scriverle. Non l’ha fatto e ha tradito la mia fiducia. C’è poi l’iniziativa del Manifesto dei musulmani moderati (vedi Lo strano appello dei “musulmani moderati”) e dell’incontro con Ciampi. Mi è sembrata un’operazione di potere: lui vuole accreditarsi come leader dei musulmani moderati ma cerca solo uno spazio personale”.

Adesso vai a sapere cosa c’è sotto e come andrà a finire.
La storia l’ho raccontata perché ha incuriosito anche me e per dare atto a Diego David di averlo fatto per primo da queste parti.
Ignoro la cultura dell’Islam e non ho considerato le cose dal punto di vista religioso (per quel che mi riguarda le religioni potrebbero tranquillamente abolirle tutte) però le persone che vedono le cose col paraocchi e giudicano a senso unico non hanno la mia totale simpatia. Lia, Piccardo e Allam fanno parte di queste, anche se le rispetto.
Da noi funziona che tra “moglie e marito non si mette il dito” e “i panni sporchi si lavano in casa” Allam e Lia, in questo caso, non si sono integrati del tutto e su di lui sono piovute critiche a catinelle che potete leggere su: Gattostanco.
Piccardo è considerato un musulmano moderato, ma francamente quando ho letto quel che ha detto a stringer.it [...] “la Palestina è il punto massimo di scontro tra fede e miscredenza. Lì c’è la porta del cielo, è un luogo ricco di significati spirituali di grossa pregnanza. Da questa terra nascerà il prossimo messia e la guerra non finirà mai” mi sono toccato gli zebedei.

Su Google trovate di tutto su Allam, ma per farvene un’idea completa vi consiglio di leggere anche ciò che scrive Valerio Evangelisti su Carmilla online
Link:
*L’articolo del 1 dicembre
**Quello del 16 gennaio
***Allam su Wikipedia
****La voce moderata dell’Islam

Scritto da Angelo Amoretti

26 gennaio, 2007 alle 16:59

Pubblicato in Attualità



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