Lettera del Sindaco: le dichiarazioni dei consiglieri

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Riporto le dichiarazioni dei consiglieri comunali Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), Carla Nattero (Sinistra per Imperia) e Giuseppe Zagarella (Partito Democratico) in merito alla lettera del Sindaco pubblicata sabato scorso:

P. INDULGENZA - RIFONDAZIONE COM.

Dopo aver letto la sua lettera aperta, di tono e contenuti molto diversi dai precedenti interventi, penso di comprendere che il Primo Cittadino si trovi personalmente in una eccezionale difficoltà, persino al di là di quanto abbia mai immaginato potersi determinare, e che queste sue ultime, dolenti parole rispecchino la condizione drammatica in cui viene oggi a trovarsi l’Amministrazione Comunale.
Mi auguro anche che il suo amor proprio, oltre che il ruolo che ha ricevuto per mandato, gli suggerisca di tornare su di esse e tenere una riflessione più profonda su come il suo impegno pubblico e istituzionale sia stato oggettivamente parte della stessa logica da cui ora sembra voler prendere le distanze, traendone le conseguenze che riterrà liberamente.
Ciò che invece in queste ore pesantissime mi preme prioritariamente, in qualità di esponente eletto di una forza di Opposizione, è capire che cosa intendono fare le altre rappresentanze di Minoranza. Chiedo perciò in primo luogo al PD, con cui fino ad oggi abbiamo condiviso una responsabilità comune nell’Assemblea cittadina, come intende muoversi. Specifico, perché non si possa equivocare: non in vista di intese di interesse unicamente elettorale, ma per capire quale sia, precisamente, la prospettiva per la quale si intende lavorare.
Noi comunisti imperiesi pensiamo, non da oggi, che la vicenda del porto turistico sia centrale, tanto è vero che sin dal 2002 (cioè, addirittura dall’approvazione del progetto preliminare che beneficiò di consensi pressoché unanimi) ci battiamo apertamente contro quello che abbiamo sempre giudicato un disegno sbagliato e foriero di esiti pesantissimi per la città in termini di impatto ambientale e sociale, ma essa – bisogna aver chiaro – non è la sola a meritare questa centralità, per gli Imperiesi.
In discussione c’è tutta la gestione del territorio, un preciso modello di sviluppo dello stesso, l’intera politica di governo locale tenuta dalle Destre in questi dodici anni: nelle scelte urbanistiche, nei servizi e in particolare in quelli sociali, in campo ambientale, sul piano economico e produttivo.
Imperia è stata maledettamente condizionata dal “più grande porto del mediterraneo”, ma Imperia non è solo questo: rimane da discutere, all’interno della nostra comunità. come possiamo ancora salvare paesaggio e beni comuni, quale pianificazione urbanistica decidiamo per contrastare efficacemente cementificazione e consumo di suolo, come rimettiamo in pista un vero sviluppo dell’agro-alimentare che realizzi opportunità occupazionali, come avviamo un turismo eco-sostenibile e intelligente, che cosa facciamo per la portualità commerciale e peschereccia, come tuteliamo il nostro bellissimo mare e gli arenili, quale politica culturale scegliamo di intraprendere per una valorizzazione non speculativa delle nostre straordinarie risorse e per dare un chance di futuro che non sia precarietà o peggio alla nostra gioventù.
E, insieme con tutto questo, come fronteggiamo l’attacco sempre più chiaro e intenso portato dai poteri criminali di stampo mafioso al nostro territorio e alla nostra convivenza. Un attacco capace di avvelenare in profondità il tessuto socio/economico e di minare irreparabilmente la tenuta democratica e civile, affermando le proprie logiche, grazie ad una grande capacità mimetica, sia in settori strategici dove avanza la trasformazione in senso privatistico che si sta imponendo che nelle ferite prodotte dalla precarizzazione del lavoro che monta per effetto del ‘combinato disposto’ di queste misure e della crisi.
Gli ultimi episodi riferibili a questa emergenza (l’incendio chiaramente doloso di Arma) e le parole con le quali il procuratore di Sanremo Cavallone annuncia il suo congedo, che mettono strettamente in relazione il contrasto alle pratiche criminali con la necessità di far emergere la corruzione pubblica, indicano quale sia il rischio gravissimo che stiamo correndo.
Il problema che dobbiamo porci – dico agli esponenti del PD – non è solamente locale, ma è una situazione complessiva della provincia di Imperia, che va inquadrata, prima che sia troppo tardi, in un’ottica di rigenerazione radicale, che non si fermi solamente ad un impegno di ordine morale o legalitario, o ad infittire il sistema dei controlli, (condizioni di certo necessarie), ma faccia finalmente i conti con il modello di sviluppo perseguito allegramente e cinicamente fino ad oggi, oggettivamente favorevole a speculazioni, illeciti profitti e iniziative di malaffare, e realizzi cambiamenti strutturali della gestione del territorio, ripristinando un esigibile primato del pubblico e del bene comune.
Dopo la mia sorpresa reazione alla notizia della visita nel carcere dove era stato da poche ore ospitato il Sig. Caltagirone di un illustre deputato del FLI, il collega Fossati ha avuto l’accortezzza di precisare subito di non aver condiviso quella iniziativa, criticandone, con riconoscibile accento liberale, le caratteristiche.
Penso che, a fronte del moltiplicarsi di simili fatti, tra cui, a quanto risulta, anche la venuta di un parlamentare del PD, sarebbe di grande utilità per i cittadini imperiesi ed il confronto democratico conoscere l’avviso in merito della dirigenza locale dello stesso Partito, unitamente ad un chiarimento tempestivo, non diplomatico o politicista, sulle scelte fondamentali da fare in città, dato che apparteniamo tutti ad una storia che non inizia certo qualche giorno fa con la notizia, pur clamorosa, di alcune misure cautelari a carico di persone inquisite da tempo.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

G. ZAGARELLA - PD

La lettera del Sindaco dopo il terremoto del Porto di Imperia contiene due elementi di palese novità che non devono essere trascurati.
Le due grandi novità sono, a mio avviso, innanzitutto un vero e proprio “mea culpa”, molto simile ad uno “scusate, non avevo capito nulla e mi sono risvegliato in un incubo”.
La seconda è un SOS lanciato all’intero Consiglio Comunale per uscire dalle secche di una situazione di difficilissima gestione.
Quale risposta dovremmo dare a questa lettera?
Non dimentico, certo, che le parole di oggi escono dalla bocca di quello stesso Sindaco che a ottobre 2010, dimentico del suo ruolo di primo cittadino, leggeva le sue “liste di proscrizione” dal palchetto di una manifestazione in Calata Anselmi e ci additava come nemici della città da “buttare a mare”. Chissà, forse oggi, col senno di poi, probabilmente preferirebbe non aver proprio partecipato a quella improvvida quanto insulsa manifestazione.
Ma non posso non tener conto di un fatto, ovvero che proprio l’apparente desiderio di fare il Sindaco e di smetterla di far il “soldatino fedele” fa di quella lettera una vera bomba ad orologeria e risulta totalmente indigesta a un PDL che si è dimostrato in questi lunghi anni totalmente sordo al grido di allarme lanciato dalle opposizioni e profondamente ottuso ed inadeguato al grave compito di governare nell’interesse cittadino.
Una lettera di quel tenore, a due giorni dalla conferenza stampa col PDL che dichiarava la raggiunta ricompattazione delle forze di maggioranza, scritta in palese autonomia e all’insaputa del PDL, che come noi ha appreso dai giornali e che molto poco ne ha apprezzato i contenuti, presumibilmente nasce dal fatto che il Sindaco sa che i passi che dovrà fare sulla pesante partita portuale vedranno spaccata la sua maggioranza. La lettera del Sindaco è la confessione del fallimento di una intera linea politica che ha guidato la città negli ultimi 12 anni.
Il Sindaco sa che una parte del PDL, probabilmente quella che ha le maggiori responsabilità politiche delle scellerate scelte che han messo Caltagirone nelle condizioni di fare ciò che oggi gli viene contestato dalla Procura e dal GIP, quella che ancora oggi nelle trasmissioni televisive tenta di difendere l’indifendibile, non riuscirà mai a fare autocritica e smentire la linea portata avanti per anni dai vari Claudio Scajola o Luigi Sappa o Rodolfo Leone o Luca Lanteri, tutti ormai lontani dalla responsabilità di gestire il disastro da loro e dalle loro scelte acritiche provocato, e presumibilmente lui quella linea non vuole o non può più portare avanti.
Sa che quando si affronta un’avventura difficile occorre conoscere chi sono i compagni di viaggio e probabilmente sa che i suoi storici compagni di viaggio non sono o non saranno disposti a seguirlo, e sa anche che la partita portuale, tra le tante partite ahimé aperte in città e che vedono gli imperiesi tutti in enorme difficoltà è in assoluto la prioritaria, perché rischia di portare la città intera alla situazione di definitivo tracollo. Come sa che un commissario difficilmente avrà i poteri per traghettare la città fuori dalle secche.
Il gruppo PD in Consiglio Comunale ha dedicato anni di battaglie affinché l’interesse pubblico fosse il primo ed unico interesse da perseguire, lo ha fatto anche quando dire dei no significava essere additati dalla attuale e passata maggioranza come “contrari allo sviluppo ed al futuro”, lo ha fatto anche quando sapeva che certi temi di difficile comprensione per la loro complessità lo avrebbero penalizzato in campagna elettorale, lo ha fatto insieme a tutte le forze politiche cittadine di opposizione in maniera unitaria e convinta, e lo ha fatto perché leggendo le poche carte che gli veniva consentito di leggere aveva capito che rischiava di preannunciarsi una crisi economico sociale, con l’operazione porto, senza precedenti e di difficile sopportazione per una città che grazie ad una politica storicamente miope oggi è letteralmente in ginocchio.
Oggi il Sindaco si è risvegliato in un incubo e io non provo piacere, ma solo una grande amarezza per non essere stato minimamente ascoltato, ma il nostro primo ed unico obiettivo deve essere e per ciò che mi riguarda sarà sempre il bene della nostra città, a prescindere da casacche o colori politici.
In questo quadro ritengo che la cosa più giusta da fare sia ascoltarlo. Cercare di capire cosa ha i testa. Cercare di comprendere se la sua presa di posizione sia autentica e se vi siano, vedendo gli atti e leggendo le carte a cui non abbiamo ancora avuto accesso, possibili soluzioni da percorrere nell’esclusivo interesse cittadino.
Si scordi il Sindaco da parte mia o nostra appoggi “incondizionati” o acritici, sa bene che non ci appartiene quel metodo di lavoro.
Ma non sarò certo il PD a fare quello che Forza Italia ed il PDL han sempre fatto, ovvero portare avanti acriticamente e scioccamente posizioni finalizzate al puro interesse elettorale.
Faccia le sue proposte, pubblicamente, in Consiglio Comunale, e le valuteremo con grande attenzione.
Se proposte serie, percorribili, accoglibili, non ne ha, prenda atto della situazione e vada a dimissioni con geande onestà intellettuale.
Ma sappia che per ciò che mi riguarda tengo sempre a mente, indegnamente e nella piccola scala cittadina, il grande insegnamento di De Gasperi, che diceva “il politico guarda alle prossime elezioni. lo statista alle prossime generazioni.”

Giuseppe Zagarella – Capogruppo PD in Consiglio Comunale a Imperia

C. NATTERO - SINISTRA PER IMPERIA

E’ chiaro che Strescino si prepara a prendere decisioni pesanti e che, nonostante le dichiarazioni di facciata, pensa di non avere il completo appoggio della sua maggioranza.
Nasce da qui, cioè dalla gravità assoluta della situazione, sia per quello che sta emergendo dalle indagini della magistratura sia per lo stato più che preoccupante dei lavori del porto, il suo appello a tutto il Consiglio.
La prima cosa da rispondere è: convochi al più presto il Consiglio e il confronto tra le forze politiche avvenga alla luce del sole.
Alcune riflessioni immediate vorrei però anticiparle al Sindaco, all’attuale maggioranza e anche alle diverse forze che compongono la minoranza .
Non credo che la proposta di un “governissimo”, evocata dal sindaco tra le righe, possa rispondere ai problemi della città. Rendersi conto solo ora – come scrive il sindaco- della drammaticità della situazione, dopo sette anni di denunce dell’opposizione e dopo due anni dall’avvio della prima indagine sul porto, è il segno di una chiusura non solo sua personale ma del complesso della struttura comunale. Troppe diffuse sono state in questa vicenda le responsabilità e i silenzi, anche in tempi recenti. Serve davvero voltare pagina, serve una rottura di continuità. Perciò ritengo che la strada maestra per il sindaco sia quella delle dimissioni. Certo sarebbe una “crisi politica senza alternativa” in quanto porterebbe allo scioglimento del Consiglio. Ma vorrei osservare francamente che in una situazione gravissima come quella di Imperia il governo per un anno del commissario prefettizio, fino alle elezioni anticipate del 2013, non lo riterrei una sciagura ma un passaggio potenzialmente fecondo per riavviare su nuove basi l’attività amministrativa.
Capisco che il sindaco senta forte la sua responsabilità e non voglia che le sue dimissioni possano essere lette come una fuga. Penso allora, nel caso da noi auspicato che si arrivi al diniego della proroga, che ci possano essere le condizioni per discutere con un confronto chiaro e propositivo in Consiglio sulle scelte da fare sul futuro del porto turistico. Anche se non è detto che le ricette siano tutte uguali, perché noi in questi anni non abbiamo fatto soltanto una battaglia di legalità ma anche di merito: ne abbiamo sempre criticato il gigantismo, la residenzialità e abbiamo ricercato una maggiore differenziazione di funzioni all’interno del porto stesso. Dopo aver fatto rapidamente le scelte politiche e amministrative necessarie per il porto, messo un punto alla vicenda, il sindaco però deve dare le dimissioni, deve permettere ai cittadini di pronunciarsi nel 2013 e indicare la prospettiva per il futuro.

Carla Nattero – Sinistra per Imperia

Segnalo gli interventi di Giuseppe Fossati [FLI], Alessandro Gazzano [PDL] e Gianni Rollero [Con Imperia].
Invito anche a leggere le considerazioni di Giorgio Montanari [PD].