Riflessioni dopo la bufera sul porto turistico

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Riflettendo sull’arresto di Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti e sulla lettera del Sindaco Strescino agli imperiesi, che più leggo più trovo surreale, mi vengono in mente tante di quelle cose che mettere insieme è davvero difficile.
Una cosa però mi ronza per la testa da qualche giorno, diciamo da quando l’ingegnere ha varcato le soglie delle patrie galere. Sì che ci vuole prudenza e bisogna essere garantisti, ma quello che mi ha stupito è stata l’immobilità dell’opposizione e, diciamolo una volta per tutte, in primis e soprattutto, quella del Partito Democratico. Perché da partiti che in consiglio comunale hanno uno o due rappresentanti, non puoi aspettarti troppo: immaginiamo benissimo quali possano essere le loro capacità organizzative. Ma dal Partito Democratico mi spettavo qualcosa di più.
E poi non mi si venga a dire che se noti che tra il cittadino e il politico c’è l’abisso, sei un qualunquista o un anarcoinsurrezionalista, per cortesia.
Quando in città comparvero i manifesti con la foto del Porto e su scritto “Avevamo un sogno: colmare un vuoto”; quando il Tar ripristinò la concessione annullando il provvedimento firmato dal dirigente comunale Pierre Marie Lunghi, era il marzo dell’anno scorso e quelli del partito dell’Amore fecero caroselli in città; quando allo Scajola Day Paolo Strescino lesse i nomi dei consiglieri di opposizione che avevano votato contro il porto, nessuno usò i guanti di seta.
Ora che il Partito Democratico avrebbe l’occasione per restituire qualche schiaffo, si limita a inviare  comunicati sui portali locali, ripresi il giorno dopo dai quotidiani e se non offre l’altra guancia poco ci manca: infatti offre una mano per risolvere “operazioni serie”.
Non un manifesto, non una manifestazione seppur improvvisata: tutti fermi dietro al pc o alla scrivania dell’ufficio.
E così non va bene perché (sta arrivando una battuta assai sarcastica, la stessa che fanno quelli del PDL anche a livello nazionale) la città e la democrazia hanno bisogno di una opposizione.
I cittadini non si sono accorti di niente: si parla nei bar e per le strade, ma non c’è il maggior partito di opposizione che si faccia vedere in piazza.
Un motivo ci sarà, ma io non lo conosco.
Peccato.