Caro Claudio, ti scriviamo

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Interessante articolo di Ferruccio Sansa e Valeria Pacelli apparso su il Fatto Quotidiano dello scorso 12 aprile:

Poltrone & favori: tutte le email al “grande capo” Scajola
L’inchiesta di Imperia: “Dal centrodestra pressioni anche su stampa e investigatori”

LE NOMINE A INVITALIA, LA CONTROLLATA DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO: CACHET DA 160 MILA EURO L’ANNO

Mail, decine. Quasi un diario per informare il “grande capo”, Claudio Scajola. Era l’abitudine di Rodolfo Leone, ex vice- sindaco di Imperia, e Carlo De Romedis. Non avrebbero mai pensato che quei messaggi sarebbero diventati un promemoria per i pm, ricco di capitoli interessanti. Come quello sulle ingerenze della politica in Invitalia: almeno tre scajoliani (due indagati nell’inchiesta sul porto di Imperia) hanno ottenuto nomine nelle società del gruppo controllato dal ministero per lo Sviluppo Economico. Parliamo dell’arcipelago arrivato nei tempi d’oro a controllare 300 società con 492 amministratori, spesso vicini ai partiti. Finché nel 2008 il governo Prodi nomina al vertice di Invitalia Domenico Arcuri “che – ricordano ambienti interni Invitalia – riduce le controllate a 5”. Ma la politica, a leggere le carte di Leone e De Romedis, continua a metterci il naso. Ecco che cosa scrive nel 2008 De Romedis a Scajola: “Arcuri è decisamente intelligente e oggi a te fedele (gli hai salvato la pelle), mi ha proposto il posto di direttore generale di Italia Turismo”. Ma com’è andata a finire? Ambienti Invitalia raccontano: “De Romedis (condannato in passato per reati che vanno dalla bancarotta all’evasione fiscale) è uno dei direttori. Arcuri non gli propose nulla, la nomina fu interna alla società. Arcuri non lo ha sostenuto, anzi”.
Intanto Leone nel 2009 diventa amministratore delegato della controllata Invitalia partecipazioni.
In una mail ringrazia Scajola “per la designazione” (Invitalia nega che Arcuri abbia partecipato alla nomina). Il compenso? Centosessantamila euro l’anno. Nella galassia Invitalia approdò anche Carlo Conti (indagato a Imperia) che vanta poltrone in municipalizzate liguri, in società di Caltagirone Bellavista e in Procida Navigando (società legata a Italia Navigando, a sua volta controllata da Invitalia).
Ma a che cosa si riferisce De Romedis quando afferma che Arcuri è “fedele a Scajola” perché “gli ha salvato la vita”? Forse millanterie, perché Arcuri fu nominato in epoca Prodi e confermato durante l’interim di Silvio Berlusconi. “Scajola non c’entra”, giurano a Invitalia, semmai si conferma un’amicizia con Massimo D’Alema. Un legame che gli è stato “rinfacciato” da chi ricorda altri nomi di politici che si sono affacciati nell’universo Invitalia. Parliamo della controllata Italia Navigando, protagonista di progetti per porticcioli da centinaia di milioni.
Il presidente è Ernesto Abaterusso, ex deputato Ds pugliese.
La gestione di molti approdi è stata affidata alla Marine Italia di proprietà al 50% di Marina Alfredo Sandri, ex onorevole Ds-Ulivo. Ma questa è un’altra storia, nessun legame con l’inchiesta che ha sconvolto il Pdl ligure. I fascicoli imperiesi descrivono la pressione che, secondo l’accusa, ambienti vicini al centrodestra esercitavano perfino sugli investigatori e la stampa. Come l’avver timento ricevuto dall’ispettore Ivan Bracco, riportato in un’annotazione della polizia postale agli atti. Era il 21 maggio 2011, quando durante la festa della polizia, l’ispettore fu avvicinato dall’assessore alla Viabilità del Comune, Antonio Gagliano. Prima ci furono gli elogi. Poi ecco una frase che sarebbe stata pronunciata da Gagliano (che non conferma l’episodio): “Stai attento, perché, per quello che fai, sta cercando di farti fuori”, indicando con lo sguardo l’ex ministro Scajola, che in quel momento passava.
C’è anche un giovane cronista, in attesa di assunzione, che testimonia di essere stato avvertito da Leone: “Non vorrei dover chiamare il tuo caporedattore”, notoriamente amico dell’allora vice-sindaco.
Ecco Imperia ritratta dai pm. Qui sbarcarono Angelo Balducci (nominato presidente della commissione che vigilava sulle concessioni demaniali del porto) e i suoi amici, come Benedetto Mercuri (un nome che spunta anche nell’indagine sulla Cricca) che tra i moli faceva lunghe passeggiate. Mercuri era Responsabile direzione generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali del Ministero delle infrastrutture nel periodo in cui era direttore Balducci. La sua presenza nel porto di Imperia è finita agli atti.

Scritto da Angelo Amoretti

15 aprile, 2012 alle 18:56