Off the Report – Porto Franco

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Ieri sera è andata in onda la puntata di Off the Report che comprendeva anche un servizio di circa mezz’ora sulle vicende del Porto turistico della nostra città, dal titolo “Porto Franco” e sebbene qualche consigliere pidiellino nostrano abbia già scritto che è stata una schifezza fatta da una rete comunista, mi ha fatto molto piacere guardarla e di seguito riporto le mie riflessioni su alcuni passaggi.

Off the Report

Carlo Conti: mi pare di capire che non prendesse in minima considerazione che la Porto di Imperia SpA fosse una società partecipata, essendo il Comune di Imperia proprietario del 33% del capitale.
Non c’è da stupirsi, e lo dice lui stesso quando candidamente parla di “sistema”: arrivato a Imperia da Sanremo, dove, a suo dire, negli anni novanta “c’era la caccia ai socialisti”, pensava che la caccia fosse chiusa e tutto fosse permesso, tant’è vero che non si aspettava di essere arrestato. Fa parte di quella categoria di persone che hanno perso di vista il confine tra legalità e illegalità. E la sua teoria sull’arrestare una persona è quanto meno bizzarra: prima bisogna fargli il processo, poi, se ha delle colpe, metterlo in galera e buttare le chiavi. Quindi, se questa teoria fosse logica, se c’è qualcuno che commette un reato, le forze dell’ordine non devono arrestarlo, ma aspettare che dopo qualche anno gli si faccia il processo. Poi si vedrà.

Fabrizio Centofanti (Acqua Pia Antica Marcia SpA): quando non si sa più quale linea di difesa esibire, si tira fuori dal cilindro quella dell’altruismo strappalacrime: “Noi abbiamo duemila dipendenti a cui dobbiamo pensare”. E’ una subdola forma di ricatto come per dire (e nel caso del Porto è stata già usata svariate volte) che se la magistratura fa il suo corso, mette in crisi duemila dipendenti. A questi signori delle scatole vuote non passa neppure per l’anticamera del cervello di dire che se le cose fossero state fatte legalmente, la magistratura penserebbe ad altro e i dipendenti vivrebbero felici e contenti.

La posa della prima pietra: che tenerezza rivedere quelle immagini, con la “presentatrice” di turno eccitata che chiede un “bell’applauso” e che forse già all’epoca era giornalista, ma si occupava d’altro.

Claudio Scajola: dice che fin da ragazzo portava avanti il sogno del porto più bello del mediterraneo e mette subito le mani avanti, avvertendo il giovane giornalista a non dire che fu lui a portare Caltagirone a Imperia: “State attenti a quello che dite sennò vi denuncio“. Secondo l’ex ministro, infatti, fu Beatrice Cozzi Parodi la “mediatrice” tra il Comune di Imperia e Caltagirone, dal momento che i due erano fidanzati e stavano costruendo il porto di San Lorenzo al Mare.
Solo che su la Repubblica del 20 ottobre 2011, leggo che Gianpiero Fiorani, durante un altro processo, ha dichiarato: “Fu l’allora ministro Scajola a contattarmi e farmi incontrare, con il volo in elicottero, con il costruttore Caltagirone Bellavista. Voleva chiedere alla nostra banca di finanziare l’ operazione del nuovo porto di Imperia” e non so se l’ex Ministro abbia o no denunciato il furbetto del quartierino e comunque: “Io vi diffido a dire che ho portato Caltagirone“. E alla fine ammette che forse sarebbe stato meglio “non fare un cazzo” per la città perché ha messo insieme gli imprenditori locali, ha scelto una progettazione di alto livello, dopodiché “che cazzo è successo non lo so“.

Luigi Sappa: il Presidente della Provincia non ne è uscito tanto bene: un commercialista che non capisce che se in una società ci sono tre soci al 33% e quindi non ce n’è uno di maggioranza, o è ancora confuso, o deve ripassare la ragioneria. Ma forse è un modo di vedere le cose “alla Conti”: il Comune c’era, ma contava poco.
Sintomatica, poi, la sua reazione alla domanda del giornalista: “Chi ringrazia per la nomina all’Isvap?”. Sembra quasi chiedersi che razza di domanda gli pone, visto che non è abituato a sentirsi chiedere certe cose dai giornalisti nostrani e quindi è fuori allenamento.

Paolo Stescino: è davvero così sicuro di avere tutto il consenso di cui si vanta, anche tra gli elettori di centrosinistra?
Quando Scajola dice che nel 2009 anche Paperino/a sarebbero stati eletti, dice la sacrosanta verità, tant’è vero che all’epoca dissi che anche una giara avrebbe vinto le elezioni.
Ma adesso le cose sono cambiate, il PDL si sta frantumando e forse la giara prenderebbe il 30%.

Giuseppe Zagarella: dice che il Comune avrebbe potuto battersi affinché ci fosse una gara per l’affidamento della costruzione del porto. Ci aggiungo che forse una mobilitazione popolare per spingere il comune a battersi non ci sarebbe stata male. Solo che lì per lì si preferiva discutere nelle sedi dei partiti forse perché a qualcuno faceva comodo che non ci fosse troppo rumore.

Ringrazio il giornalista Antonino Monteleone, classe 1985, zaino in spalla e schiena dritta: ne basterebbero due o tre come lui, dalle nostre parti, e i cittadini capirebbero meglio come funzionano le cose. Perché un giornalista scrive i fatti, un giornalista d’inchiesta fa le inchieste: non può certo cambiare lo stato delle cose, ma essere d’aiuto a capire, sì.