Il Fatto Quotidiano racconta la serata a Villa Grock

5 commenti al post

Da il Fatto Quotidiano di oggi, 4 agosto 2012:

Villa Grock, Imperia, serata contro Scajola
Assemblea in piazza con il nostro giornale della città degli scandali dell’ex ministro

Villa Grock, Imperia, serata contro Scajola.

Assemblea in piazza con il nostro giornale della città degli scandali dell’ex ministro.

Cinquecento persone. Giovedì sera Imperia era a Villa Grock. A guardarsi in faccia, a parlarsi, forse per la prima volta dopo la bufera dell’inchiesta sul porto che ha diviso la città. Ma che soprattutto ha fatto voltare pagina, dopo decenni di potere targato Claudio Scajola (invitato all’incontro) .
C’era attesa per l’appuntamento con Il Fatto Quotidiano (presenti il direttore Antonio Padellaro e l’inviato Ferruccio Sansa) moderato da Vittorio Coletti. Ma la protagonista della serata (organizzata dall’associazione Apertamente) è stata Imperia. Sui volti del pubblico all’inizio leggevi grande aspettativa, quasi tensione.
Ai piedi del palco, una accanto all’altra, persone che in questi anni si sono ritrovate su schieramenti opposti. E la passione è rimasta alta per tutta la serata. “Dovevamo guardarci negli occhi, per capire. Per evitare odi, ma senza nascondere le responsabilità”, racconta Marina quando le luci si spengono. Aggiunge: “Da stasera possiamo ripartire“.
A Imperia la grande crisi può diventare un’occasione. Non sarà facile, ma l’inchiesta e le polemiche possono portare un rinnovamento della classe dirigente. E un’idea di sviluppo nuova.
Il passato è sotto gli occhi di tutti: i moli voluti dalle amministrazioni di centrodestra (ma non solo da loro). Un progetto finito nei fascicoli della Procura: si parla di costi lievitati a dismisura, gonfiati da 80 a quasi 200 milioni. Doveva essere il nuovo miracolo economico del Ponente ligure: “Avevano promesso 3.000 posti di lavoro, ne arriveranno poche decine”, racconta Claudio Porchia, uno dei pochi ad aver messo in discussione il progetto fin dall’inizio. Una posizione difficile da sostenere, in una città dove il pensiero dominante era ben diverso. E arrivava, come ha raccontato il giornalista Diego David, a condizionare ogni ambito della vita cittadina. Non ultima la stampa.
Oggi l’opera è compiuta, si è mangiata 18 ettari di mare e costa. E ha lasciato inchieste, polemiche e posti barca vuoti.
Noi non avevamo capito che cosa stava succedendo. Ce ne siamo accorti leggendo le carte dell’inchiesta”, assicura Paolo Strescino, l’ex sindaco. Qualcuno non gli crede, ricorda che Strescino un anno e mezzo fa era in prima fila alla manifestazione di solidarietà con Scajola indagato.
Quando guardo il porto e vedo quei ragazzi che passano le giornate a lucidare i mega-yacht, mi chiedo se questa è l’idea di futuro che avevamo per i nostri figli”, si chiede Coletti. “Si è deciso di puntare sul cemento invece che su uno sviluppo sostenibile – dal turismo alle storiche industrie alimentari delle città – che avrebbe salvaguardato l’ambiente garantendo sviluppo e occupazione”, sostiene la professoressa Carla Nattero.
E adesso? Il futuro è nelle mani di ragazzi come Giuliano Mamino, che alla fine ammette: “Noi ci impegniamo per la nostra città. Immaginare un avvenire qui, però, è impossibile”. Ma qualcosa sta cambiando. Di nuovo si pronuncia quella parola: futuro. Si parla per ore senza accorgersi nemmeno della notte d’estate, della pioggia di stelle cadenti. Peccato, perché di desideri da esaudire a Imperia ne hanno tanti.

Scritto da Angelo Amoretti

4 agosto, 2012 alle 9:42