La Seris, i panini e la trippa

12 commenti al post

Vi invito a [ri]leggere l’articolo di Diego David pubblicato ieri sul Secolo XIX e a riflettere sul suo contenuto.

ANCHE IL COMMISSARIO TRAVOLTO DALLA “BATTAGLIA DEL PANINO”
Marchione:«Rimango al mio posto»
Intanto un gruppo di genitori ha inviato un esposto in Procura: chi ha sbagliato deve pagare

IMPERIA. «Mi assumo tutte le responsabilità per quanto è successo, ma non mi dimetto». Il commissario straordinario del Comune di Imperia, Sabatino Marchione, all’indomani della clamorosa “protesta del panino”che ha portato in piazza oltre 300 genitori inferociti che hanno bloccato addirittura il traffico sull’Aurelia, mentre altri prendevano letteralmente a “paninate” in faccia la delegazione comunale (Marchione, assente, è arrivato come sua abitudine solo nel pomeriggio di martedì), è pronto ad addossarsi tutte le colpe, ma non a dimettersi nonostante l’anomalia quasi assoluta di un commissario prefettizio contestato.
«Non sono abituato- ha proseguito Marchione – ad abbandonare la barca quando è in difficoltà. Dimettermi oggi significherebbe spogliarmi delle mie responsabilità, quindi non lo voglio fare».
Intanto, però, il caso mense è approdato negli uffici giudiziari. E’ stato depositato infatti già nella mattinata di ieri un esposto presso la procura della Repubblica del capoluogo.
I genitori (molti sono avvocati) vogliono vederci chiaro e «se qualcuno ha sbagliato-dicono-deve pagare. Valuterà la magistratura, ma se fossero rilevate responsabilità per negligenza o peggio per dolo, le teste stavolta devono saltare. Non è possibile che nel pubblico nessuno sia mai responsabile di nulla».
Marchione ha voluto addossarsi in prima persona tutte le responsabilità, ma è chiaro che all’interno del Palazzo qualcuno tra dirigenti e funzionari non ha fatto fino in fondo il proprio dovere, quantomeno allertando per tempo le famiglie.
A far nascere sospetti poi c’è anche lo sfogo (leggi dichiarazioni riportate dal Secolo XIX di ieri) della dirigente delle attività educative Sonia Grassi: «Credo che ci fossimo tutti presenti quando da agosto in avanti si è scatenata una battaglia politica sul tema, per cui chi prima non era a favore alla esternalizzazione adesso lo è, e viceversa».
A quale battaglia politica – e soprattutto condotta da chi, visto che il Comune è commissariato da maggio- si riferiva Grassi? Con ogni probabilità sarà la magistratura inquirente a verificare la sussistenza di eventuali condizionamenti esterni da parte di chi, essendo caduta l’amministrazione, non avrebbe avuto più alcun titolo per fare ingerenza nelle attività di Palazzo civico.
Un altro mistero in questa vicenda che ha visto come vittime i bambini è il management della Seris.
L’amministratore unico Pietro Salvo (38 mila euro di stipendio all’anno), già commercialista della società controllata al 100% dal Comune, ha ammesso candidamente di fronte alla platea di mamme, papà e nonni inferociti di «non capirne nulla in tema di ristorazione scolastica».
Magari sincero, ma viste le circostanze non proprio un bel biglietto da visita. Salvo ha quindi spiegato di aver dovuto “assumere”, appunto, tramite il suo studio di commercialista, in qualità di consulente, l’ex dirigente dei servizi sociali egià direttore della Seris, Gianfranco Mandara.
Mandara, infatti, essendo andato in pensione per legge, per un certo numero di anni non potrebbe occuparsi di società partecipate dell’ente per cui lavorava. Un bel modo, dunque,senza nulla togliere alle capacità del manager, di aggirare la norma e di far entrare dalla finestra ciò che la legge vorrebbe fuori dalla porta.

Diego David – Il Secolo XIX, 20 settembre 2012

Da questo articolo non si capisce di chi sono le teste che devono saltare in blocco?
C’è un dirigente, Pietro Salvo, che ammette di non capire nulla di una materia per cui è stato messo lì a dirigere e che ha dovuto assumere un consulente, Gianfranco Mandara, che ne capisse di più. Alla luce dei fatti, si direbbe che ci capisce poco anche lui.
C’è la dirigente delle attività educative, Sonia Grassi, che dichiara che ad agosto erano tutti presenti, quando si è scatenata la battaglia politica e giustamente David si pone delle domande che sono assai inquietanti.
C’è un Commissario Prefettizio, Sabatino Marchione, che si assume tutte le responsabilità, ma non si dimette. Ai miei tempi già dire: “Mi assumo le mie resposabilità” in politica significava lasciare l’incarico. Ma i tempi cambiano, si sa. Ma allora chi dava la rotta al Commissario?
Se me lo chiedo continuo a pensare a quell’articolo sul Secolo XIX dello scorso 16 maggio in cui Natalino Famà parlava del giallo della retromarcia di Emanuela Garroni, colei che in un primo momento era stata scelta dal Ministro Cancellieri per commissariare il nostro Comune e che poi era stata sostituita da quello attuale.
Infine: i politici che stavano e che staranno in consiglio comunale, non farebbero meglio a occuparsi un po’ di più di quello che succede negli uffici del Comune e delle società partecipate? Oppure c’è un po’ di trippa per tutti e quindi conviene chiudere un occhio, se non due?

Scritto da Angelo Amoretti

21 settembre, 2012 alle 8:51