Considerazioni sulla pulizia dei torrenti

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Una lettrice, che ringrazio, mi ha inviato alcune considerazioni sulla recente pulizia dei torrenti:

Stanno finalmente sfalciando le canne e le erbacce che hanno reso l’alveo del torrente Impero e di tutti i rii comunali una selva disorganizzata che ospita anatre, oche, cigni, martin pescatori, ma anche gatti e topi di svariate dimensioni.
Ci sono diverse domande che mi pongo, e le vorrei esporre.
Innanzitutto la guerra dei numeri: l’11 febbraio si comunicava che l’amministrazione comunale aveva stanziato 205 mila euro per le pulizie, da sottoporre alla Provincia.
Il 25 luglio la cifra approvata scende a 70 mila euro, 30 a carico del Comune e 40 a carico della Provincia.
Il 27 luglio sul Secolo appaiono altre cifre, molto lontane dalle prime: sembra che lo stanziamento da approvare fosse 295 mila euro, sceso poi a 68 mila, ripartito per 47 mila alla Provincia e 20 mila al Comune (47+20 fa 67 e mille euro non si sa dove vanno nè da chi vengono…)
E qui arriva la seconda domanda: se i soldi si prenotano a febbraio e si ottengono a fine luglio, come mai si arriva a fine settembre per la prima tranche di lavori, interrotta dalle prime piogge, e alla prima settimana di ottobre, prima della seconda ondata di maltempo?
La risposta che mi è stata data, l’anno scorso, da due addetti ai lavori, è stata che bisogna operare a fine ciclo vegetativo delle piante, quindi non in estate inoltrata, e con 1000 occhi di riguardo nei confronti della fauna selvatica. Probabilmente confidavano nella mia ingenuità, un fondo di verità c’è, senz’altro, ma la domanda successiva è: le ruspe che si sono occupate di tagliare e tranciare, ma badando bene a non portarsi via nulla (si saranno scrollati la terra dai cingoli) saranno state anche attente a non distruggere i nidi delle oche e delle paperelle? Quando queste ormai convivono e lottano per la sopravvivenza contro i gruppi di senzatetto che bivaccano più o meno a lungo sotto al ponte delle Ferriere.
E quindi, lo scenario che oggi, 11 ottobre, ci troviamo davanti è un tappeto di canne buttate lì a seccare, o a marcire, in attesa che l’acqua dei torrenti se le porti in mare, nei porti, sugli arenili, ecc. ecc. come testimonia anche un lettore di una testata locale.
Non penso fosse molto difficile organizzare una specie di appalto libero, una proposta comunale che permettesse, o permetta a privati di raccogliere o comprare le canne del torrente. Chi ha delle campagne capisce. E se Legambiente si attivasse in cooperazione magari si potrebbe in breve tempo ripulire il torrente e lasciarlo pulito e a misura di fauna acquatica.
Un’ultima considerazione: Il Comune di Diano Marina ha provveduto allo sfalcio del torrente San Pietro, per la tratta di competenza comunale, a metà Settembre.
Rossella D.