I gatti di Clavi

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Anche a Clavi, ridente frazione della Valle Prino tra Piani e Dolcedo, c’è una colonia di gatti che si è stabilita nello slargo di via Forno.
Ho intervistato uno di loro che vuole mantenere l’anonimato e che per comodità chiamerò con un nome di fantasia: Silvestro.
Ciao Silvestro, hai voglia di raccontarmi la tua storia?
Miao, Angelo. Guarda, in principio c’eravamo solo io e la Pina, figlia di una gatta che sta da una signora, sulla strada.
Con la Pina siamo sposati regolarmente e dopo un po’ abbiamo avuto quattro figli: tre femmine e un maschio. Mia suocera non se la sentiva di mantenerci tutti, così all’inizio ci siamo dovuti arrangiare da soli. Ho fatto qualche lavoretto anche in nero, pur di mantenere la famiglia a cui tengo tanto.
Che tipo di lavoretto?
Per qualche tempo ho cacciato topi in una cantina di una vecchia che mi dava gli avanzi del pranzo e della cena.
E poi?
Poi siamo stati adottati da due signori che hanno cominciato a prendersi cura di noi. Ci danno da mangiare fuori casa, ci nutrono con crocchette e bocconcini. Una pacchia. Solo che nel frattempo, con il benessere, le cose sono cambiate.
In che senso?
Beh, stai lì tutto il giorno senza fare niente dalla mattina alla sera, non hai neppure la necessità di andarti a guadagnare il pane…sai com’è, arriva qualche gatto dalla campagna e cominci ad accoppiarti mica solo più una volta all’anno, ma anche due o tre. E la famiglia cresce. Adesso siamo una ventina.
E quando andiamo in amore lo sai che prima di accoppiarci facciamo discussioni infinite senza star lì a guardare l’orologio.
Ecco, una cosa che non ho mai capito è perché dovete fare tutti quei versi, tanto si sa che poi vi accoppierete, no?
E vabbè, lo sai come funziona. E’ più o meno come tra voi umani. Fate un sacco di casino, ma alla fine cedete alla tentazione della carne. E poi te lo devo insegnare io che alle femmine piace essere un po’ corteggiate?!
I vostri bisognini dove andate a farli?
Dove capita. Ma lo sai che noi siamo puliti: li facciamo nella terra e poi li copriamo. Così, un po’ nell’aiuola di uno, un po’ nell’orto di un altro, il problema è risolto. Solo che qualche umano comincia a lamentarsi perché la puzza spesso dà fastidio. Mi dicono che anche l’odore di pipì, soprattutto se la facciamo sulle porte delle abitazioni, è fastidiosa. Non parliamo poi delle vomitate.
Vomitate?!
Sì, lo sai che noi gatti siamo ingordi: più ci danno da mangiare e più mangiamo. Poi qualche volta vomitiamo tutto, dove capita. Come facevano i romani.
Giulio Cesare, Marco Aurelio…
No no! Come Romeo, er mejo der Colosseo, quello che ha fatto anche un film!
Scusa, Silvestro, ma se andiamo avanti così tra due anni la vostra comunità supererà quella degli abitanti!
Lo so benissimo. Bisognerebbe che chi si occupa di noi ci facesse sterilizzare perché essere in troppi, alla fine, è anche una rottura di scatole anche per noi. Anzi, te la dico tutta, con un po’ di dispiacere: bisognerebbe proprio che qualcuno di noi venisse adottato e tenuto con tutti i crismi perché lo so bene che è facile darci da mangiare, ma poi noi andiamo a sporcare in giro.
Hai ragione. Se ho capito bene i tipi che vi danno da mangiare dovrebbero riflettere e prendere provvedimenti.
Proprio così. Alcuni abitanti oltre a essere un po’ schifati cominciano a spazientirsi e non vorrei che a qualcuno girasse il boccino di fare come hanno fatto nel comune di Chiusanico.
Che è successo?
Ma li leggi i giornali oppure no? Là qualche nostro fratello semi randagio è stato ucciso da voi umani!
Accidenti, mi dispiace. Per finire cosa proponi?
E lo chiedi a me? Esiste o no un Sindaco, un Assessore alle frazioni, un Ufficio d’igiene? Ci pensino loro, no!
Grazie Silvestro, magari farò presente. Salutami la Pina e, per favore, quella porta verde è di casa mia. Spargi la voce e dì ai tuoi simili di starle lontano. Sono un satanista irascibile.