Il futuro del porto di Oneglia

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Trascrivo l’intervista che ieri l’onorevole Scajola ha rilasciato a La Stampa, a beneficio di chi se la fosse persa:

«No al mare di cemento. Giù le mani dalla città», grida la Cgil mentre si appresta a manifestare a Genova il 5 giugno e a Oneglia il 9 giugno, in difesa del bacino commerciale.
Ma tutto questo clamore non sposta di una virgola quelle che erano e sono tuttora le convinzioni dell’onorevole Claudio Scajola, presidente del Copaco e leader locale di Forza Italia: porto peschereccio con grandi yacht.
Dice Scajola: «I porti servono per sviluppare l’economia. Imperia ne aveva storicamente due perché due erano le città. Questa realtà era servita a creare una competizione positiva. Ma il mondo è cambiato: chi non lo capisce si pone fuori dalla storia. Oggi è nato il turismo, che sta guardando con attenzione al Ponente della Liguria. E’ partito per questo il nuovo porto imperiese, che ha quasi finito le prenotazioni di vendita anche se non è ancora stato realizzato. Ora però ci troviamo con il bacino di Oneglia vuoto. Arriva una nave mercantile una volta al mese. Un bacino splendido che oggi è un bene sprecato, non si può fare questo affronto agli imperiesi. Imperia non ha la possibilità di ospitare grandi navi. La scelta quindi non è fra porto commerciale o turistico. La scelta è fra il niente, il vuoto, oppure riempire questo scalo. Se ragioniamo bene, capiamo che si può fare il porto peschereccio più importante della Liguria e dall’altra parte rispondere alle richieste di grandi yacht, che portano persone e lavoro. E’ un discorso di buon senso. Chi fa discorsi diversi o è strumentale o non sa cosa dice».
E le prescrizioni della Regione? Intendete cambiarle?
Risponde l’onorevole Claudio Scajola: «La scelta di un territorio è la scelta propria del territorio. Noi siamo partiti nel dopoguerra per fare un porto commerciale. La Sinistra lo voleva anche negli anni Ottanta, quando io ho fatto il sindaco la prima volta. Per fortuna non lo abbiamo fatto, perché sarebbe stata una cattedrale nel deserto. Abbiamo cambiato i progetti, lasciando un piccolo attracco per le esigenze commerciali della nostra città. Abbiamo ottenuto i finanziamenti per un piccolo bacino che serve al nostro polo alimentare. Se è necessario cambiare le carte le cambieremo, ma non credo. Chi deve decidere il destino della nostra città non è sicuramente Genova, che per troppo tempo ha trascurato questo territorio, ma sono i cittadini di Imperia, che si esprimono attraverso il Consiglio comunale. Quello imperiese è stato democraticamente eletto e su queste idee ha costruito lo sviluppo della città con una maggioranza di oltre il 60%».

La Stampa – 31 maggio 2007 -

Pasquale Indulgenza, dalle pagine di Sanremonews, ha chiesto un incontro in diretta TV con l’onorevole Scajola, per dibattere pubblicamente sul tema.

Scritto da Angelo Amoretti

1 giugno, 2007 alle 16:54