Elezioni amministrative: Capacci e Annoni al ballottaggio

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Vorrei scrivere qualcosa sulle elezioni amministrative, anche per l’amico google, ma non so da che parte incominciare.
Ho due immagini davanti e troppe cose che mi ronzano nelle orecchie.
Potrei partire col dire che la politica, così come la intendevo io, brutto incorreggibile ingenuo, è finita.
Molti miei concittadini non sono andati a votare e il grande uomo politico [prima immagine] di casa nostra dice che si impegnerà a convincere gli astensionisti in vista del ballottaggio. Devo ancora capire se “fa finta” o no. Una cosa è certa: quest’uomo quando parla è allucinante. Nel senso che ti fa girare talmente la testa e ti sconvolge a tal punto che alla fine non sai se ridere o piangere.
Sto parlando dell’On. Claudio Scajola, se non si fosse capito, e ho la vaga impressione che quando parla, più che altro faccia dei danni [del resto se lo chiede lui stesso nell'intervista al Corriere della sera: "Quello di Imperia è un risultato negativo, non c'e' dubbio. Non so se il mio impegno ha portato un vantaggio o un danno"] e li fa in casa sua, tant’è vero che l’uomo da lui scelto, già ieri dichiarava, in puro stile Sean Connery:

«Che io abbia avuto un dominus, o un padrino, è un’idea sbagliata. Claudio Scajola è un uomo politico stimabilissimo ma io sono Erminio Annoni, altrettanto stimabile professionista, non una marionetta. Sono stato appoggiato da liste coese, il fatto che poi Scajola mi abbia dato la sua benedizione la cosa mi onora, ma, vorrei che fosse ben chiaro: il mio nome è Erminio Annoni».

Già questo discorso che, per quanto mi riguarda, passerà alla storia come “il discorso della macelleria” era da incorniciare e conservare, poi sono venuti quelli del dopo voto: il noto statista in una intervista rilasciata a caldo, dopo i primi risultati, ha tirato fuori tante di quelle cose che ci sarebbero da fare veri e propri trattati:

«Ma non si deve assolutamente dimenticare una cosa: questa campagna elettorale è stata fortemente condizionata da inchieste giudiziarie, sequestri e denunce che da due anni, quotidianamente, riempiono le pagine dei giornali. Tutto questo ha inevitabilmente influenzato in qualche modo l’opinione pubblica. E noi, evidentemente, ne abbiamo fatto maggiormente le spese».

Quindi si potrebbe proporre di sospendere le inchieste giudiziarie in tempo di elezioni (cioè, sempre, visto che qua per un belino o per l’altro si vota una volta all’anno) oppure di non denunciare nessuno o, se vogliamo esagerare, tutte e due: aboliamo le inchieste e le denunce.
Pare che, sempre secondo l’ex ministro, il problema sia stato anche nel simbolo. E questa è più pesante perché sul simbolo del suo partito, quello dell’amore, dopo svariate diatribe che non sto qua a raccontare, c’è scritto “Berlusconi per Annoni”: cosa vuoi di più, dalla vita?!
In ogni caso il PDL resta il primo partito in città e vedremo cosa succederà al ballottaggio.
Paolo Strescino, il nemico pubblico numero uno dell’ex Ministro, è stato il più votato: ha portato a casa 668 voti (pensa se ne avesse preso due in meno): potrà piacere o no, ma per onestà intellettuale non si può far finta di niente.
La mia candidata preferita ha preso 109 voti (pensa se ne avesse preso quaranta in meno) e non entra. Pazienza.
L’altra immagine che ho è quella del consiglio comunale e nella fattispecie quella del gruppo del Partito Democratico.
Stando alle previsioni di Puntoimperia, se vincerà Carlo Capacci, per il partito di Epifani saranno confermati: Zagarella, Risso, De Bonis e Montanari con le new entries Enrica Chiarini, Valeria Canetti e Gianfranca Mezzera. Barbagallo e Vassallo (il primo zio di Enrica, il secondo marito di Gianfranca) sono a posto.
Sono queste le cose che mi fanno ronzare le orecchie.
Prendiamo per esempio la lista “Imperia bene comune”, quella composta da SEL e Rifondazione: in consiglio porterà, insieme al candidato sindaco Gian Franco Grosso, Mauro Servalli. Ma con tutto il rispetto e la stima che ho per Mauro, che conosco personalmente, qualcosa non ha funzionato, così come non funzionò alle politiche quando era candidata Carla Nattero.
Sì, perché io, vecchio incorreggibile ingenuo, pensavo che un partito avrebbe fatto di tutto pur di confermare il consigliere uscente (in questo caso Dario Dal Mut), soprattutto se  ha fatto il suo dovere di oppositore in modo onesto, come ha fatto Dal Mut.
Invece  non ce l’ha fatta e la cosa non mi quadra. E le orecchie fischiano.
Mi fermo qua e nei prossimi giorni mi occuperò dello schieramento che appoggia Erminio Annoni.
Nel frattempo, se ricordate quando scrissi del “pacchetto di voti”, se volete potete divertirvi così (e c’è gente che lo fa seriamente, così capite cosa vuol dire “avere il pacchetto dei voti”):
andate su questo sito e troverete tutti i nomi dei candidati e dei voti che hanno preso.
Cliccando sull’icona sotto la scritta “dettagli” saprete quanti e dove ha preso le preferenze il tale candidato, così, se per esempio, nel seggio 12, ha preso cinque voti, potrete sempre dirgli: “Hai visto che qualche voto te l’ho fatto prendere?!”
In via Cascione lo fanno.