Imperia e i forconi

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Ragionare sulla protesta dei Forconi, qua nella ridente città di Imperia, è piuttosto complicato e non so da che parte iniziare.
Intanto vi segnalo, e quindi eviterò di farlo io, che Imperiapost sta facendo una specie di “Novantesimo forcone” online, quindi gli aggiornamenti potete trovarli là e su Puntoimperia.
Io vorrei cercare di andare oltre e ci provo, poi magari con il vostro aiuto vediamo cosa ne esce fuori.
Comincio col dire che la faccenda non mi piace per niente perché sta prendendo una piega sul tipo della marcia su Roma, quando sarebbero bastati quattro granatieri a fermare chi, consapevole o no, marciava con i fascisti, come scrive un amico su Facebook. Non lo fecero perché i socialisti non vollero e sappiamo come andò a finire. Forse non lo sanno gli studenti che sono in corteo con quelli di Forza Nuova, anche perché a scuola non glielo insegnano più.
Ho la sensazione che molti di coloro che stanno manifestando si stiano lasciando trasportare a un punto di non ritorno.
Capisco bene che la faccenda della TARES sia tutto grasso che cola a favore degli organizzatori della manifestazione, ma qualche commerciante ha pensato che, per fare un esempio, un suo parente potrebbe avere problemi a recarsi al pronto soccorso?
Questo per dire che sì, manifestare può andar bene, ma nei limiti della legalità. E se ce l’hai con il Governo, perché non vai a manifestare sotto la Prefettura?
E qui arrivo a un altro punto: chi ha autorizzato una manifestazione di questa portata? Colui che ha dato il benestare dovrebbe essere il ministro dell’interno distaccato, e cioè il Prefetto. Dunque, con tutto il rispetto, mi chiedo come stia cercando di risolvere la questione la stimatissima Fiamma Spena.
Ho altresì la sensazione che dietro a tutto questo caos ci sia una regia che, arrivo a dire, non è imperiese.
Pare che sia stato pianificato tutto alla perfezione e mi chiedo anche se i servizi segreti fossero al corrente di quello che sarebbe successo e cosa hanno pensato di fare per liberare la città dal caos totale, insieme ai tutori dell’ordine.
E domande me ne vengono altre: di solito quando c’è uno sciopero si manifesta, si va in corteo e poi a casa; non si può mettere a disagio (per usare un eufemismo) chi magari è arrabbiato, ma a lavorare DEVE poterci andare lo stesso.
Occorre fare un piccolo accenno anche alle forze dell’ordine. Non ho capito bene il loro gesto, avvenuto quasi all’unisono in svariate città, di togliersi il casco e fraternizzare con i manifestanti, che certo, violenti non sono, ma pur non facendo violenza fisica, è da due giorni che violentano la città.
Posso capire che anche per i poliziotti la misura sia colma – e lo è da un po’-, ma come mai se uno protesta per difendere il territorio (vedi alla voce TAV) viene suonato come un tamburo e questi no?
L’obiettivo di questi fascisti, consapevoli e inconsapevoli, è quello di arrivare a uno scontro fisico e vi dico con chi, con la speranza di sbagliare alla grande.
Per ragioni logiche i primi che dovrebbero fare una contromanifestazione sono proprio i ragazzi dei centri sociali che, appunto, con ogni probabilità scenderebbero a contromanifestare e le prenderebbero di santa ragione, per cui mi scatta l’altra domanda: i sindacati, i partiti di sinistra pensano di risolvere la questione con un comunicato di condanna?
Perché non si mettono d’accordo tutti insieme per organizzare una contromanifestazione pacifica, ma partecipata? E l’Anpi? Quella di Torino perlomeno ha fatto un comunicato per avvertire che i manifestanti sono in mano a Forza Nuova e altri gruppi di fasci e, quindi, di stare attenti a non farsi strumentalizzare.
Qua ancora nulla.
Stiamo tutti alla finestra a vedere cosa succede? Lo chiedo ai sindacati e ai partiti costituzionali.
Forse chiederlo al vicesindaco è troppo, ma ci provo: oltre a tenere informato minuto per minuto il sindaco che è ancora negli USA e che peraltro seguendo i portali locali potrebbe risparmiare soldi di telefono, cosa pensa di fare? Starsene seduto in ufficio, barricato, in contatto con il Prefetto, il Questore e quant’altro o magari chiedere agli iscritti di organizzare un qualcosa insieme a tutti quanti gli altri?

Scritto da Angelo Amoretti

10 dicembre, 2013 alle 13:03