In culo

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In culo a quelli che girano in SUV firmati da capo a piedi che adesso piangono perché non riescono a pagare la TARES, dopo aver evaso il fisco per anni e anni.

In culo a quelli che se la prendono con il governo perché quella tassa l’ha imposta, dimenticando o facendo finta di non sapere, che in quel governo ci sono uomini e donne a cui hanno dato il voto.

In culo a quelli che ti invitano a scendere sulla Terra, ma che fino alla scorsa amministrazione sulla terra c’erano, con i piedi ben piantati e le mani bene in pasta.

In culo a quelli che chiedono una giunta di “salute pubblica”, salvo poi restarne fuori per “controllare”.

In culo a quelli che pur di stare in maggioranza hanno scelto di starci con gente con cui ideologicamente hanno poco da spartire.

In culo a quelli che dicono che in Italia ci saranno ancora sì e no due o tre fascisti e non si accorgono, o fanno finta di non accorgersi, che fascista è il ragazzotto, ben protetto da certi adulti, che ti intima di chiudere il negozio o incita a bruciare i libri in una libreria.

In culo a quelli che fanno la rivoluzione comodamente seduti a casa, pigiando su una tastiera.

In culo alle democristiane che vanno a braccetto con le comuniste e solo loro sanno dove vogliono arrivare. Lo dicano, facciamo prima.

In culo a quelli che cavalcano le onde e non sanno, o fanno finta di non sapere, che se siamo a questi punti è perché hanno continuato, imperterriti, a votare PD e PDL. Domani cambia: voteranno PD, NCD e FI.

In culo a quelle che vanno in consiglio comunale tutte ben truccate e ben vestite, manco fosse una sfilata di moda.

In culo a quelli che ti osannano quando scrivi qualcosa che fa il loro gioco (e tu non sai quale sia) salvo poi dire che “ti lasci influenzare” quando scrivi qualcosa che non gradiscono.

In culo ai falsi amici, quelli che ti cercano quando ne hanno bisogno e si dimenticano di te quando sono serviti.

In culo alle compagne intellettuali che stanno da una parte per interesse personale.

In culo a quelli che ti dicono “bisogna fare qualcosa” e quando quel qualcosa glielo proponi “adesso non ce la faccio, ho delle cose da mettere a posto”.

No, vaffanculo tu, Angelo.
Ti sei fatto prendere per il culo, convinto, ingenuo come sei, che fossero in buona fede. Ti sei fatto usare senza accorgertene perché ti sei sempre fidato.
Potevi passarti una vita tranquilla, invece ci hai messo la faccia, il nome, il cognome e hai aperto questo blog di merda. Non avevi niente e hai ancora meno.

Liberamente tratto dal monologo di Monty Brogan [La 25a ora - Spike Lee]