La speranza è l’ultima a morire

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Forse c’è la possibilità che i dipendenti dell’Agnesi vengano “salvati”. Lo scrive Diego David sul Secolo XIX di ieri in questo articolo che riporto a beneficio di chi se lo fosse perso:

Il pastificio Agnesi è in vendita. La salvezza per i 130 lavoratori imperiesi, dopo la chiusura definitiva dello storico mulino avvenuta a fine febbraio e la cassa integrazione per ventuno addetti, potrebbe arrivare dalla Spagna. Un gruppo agroalimentare iberico, infatti, ha fatto pervenire al patron Angelo Colussi una offerta di acquisto comprendente lo stabilimento di via Schiva a Oneglia e anche il comparto riseria che fa capo al marchio umbro che dispone di due centri di produzione a Valle Lomellina in provincia di Pavia dove viene confezionato il riso “Flora”.
La proposta parrebbe seria e sarebbe stata presa in seria considerazione da Colussi che, però, non vorrebbe privarsi degli stabilimenti di Belgorod in Russia entrati nel mirino degli spagnoli che hanno posto come condizione l’acquisto dell’intero “pacchetto pasta” sia di quella prodotta in Italiano che in Russia. Le resistenze deriverebbero dal fatto che Angelo Colussi e i suoi soci russi,a capo di società leader nel dell’Est dove la pasta Agnesi è presente dal 2009, considerano strategici gli impianti di Belgorod, potendo disporre di un già ricco mercato in fase di espansione oltreché della materia prima, il grano duro. E le tensioni internazionali certo non aiutano.
Nel frattempo è tramontata, invece, un’altra trattativa nata negli ultimi tempi, quella con la Kimbo. I dirigenti dell’azienda napoletana del caffè avrebbero voluto acquistare anche, insieme all’Agnesi, una nota e storicaazienda olearia imperiese che ha la sua unità produttiva nell’immediato entroterra, ma le offerte sarebbero risultate, in definitiva, troppo basse, sia per Colussi che per l’acquisto dell’oleificio.
Il Gruppo Colussi al tavolo di crisi in Regione tenuto nelle scorse settimane, alla presenza del rappresentanti del Comune, della Provincia di Imperia e dei sindacati, ha garantito che manterrà la sua presenza nel capoluogo fino alla fine dell’anno, ma per il 2015 non ci sono certezze. Una situazione che preoccupa non poco lavoratori, sindacati e istituzioni. Il sindaco Carlo Capacci e l’assessore alle attività produttive Enrica Fresia, ma anche il presidente della Provincia Luigi Sappa, hanno garantito il massimo impegno per l’attivazione entro breve tempo del Distretto agroalimentare, dal quale potrebbe arrivare a Colussi l’“ossigeno” necessario per rilanciare da sola il polo produttivo di Oneglia. L’altra carta, non meno interessante, che Capacci ha in mano è, però, quella che chiama in causa il progetto edilizio “La Porta del Mare” presentato dal Gruppo Colussi destinato a sorgere a fianco dell’attuale stabilimento di fronte alle Ferriere.
Angelo Colussi la scorsa estate ha richiesto un ampliamento della porzione residenziale che il Comune non ha intenzione di concedere se non dietro precise garanzie di permanenza dei livelli produttivi e occupazionali del gruppo di Perugia nel capoluogo.
Intanto, entro i primi giorni della settimana, è atteso a Imperia l’arrivo di Sergio Moriconi, responsabile del personale del Gruppo Colussi. I sindacati chiederanno al manager l’applicazione della cassa integrazione a rotazione. Ma i segnali che giungono dalla proprietà vanno in senso opposto: anche per la seconda settimana sono stati confermati in “cassa” gli stessi ventuno lavoratori: diciassette sono addetti al confezionamento, due in forza ai forni e solo due del mulino appena chiuso. I sindacati chiederanno a Moriconi informazioni a proposito delle strategie di rilancio del gruppo e della produzione nello stabilimento imperiese e ribadiranno la loro ferma opposizione a una cassa integrazione che non preveda una rotazione tra i lavoratori.

Diego David – Il Secolo XIX, 9 marzo 2014