Clamoroso: il pluriomicida Mancuso faceva la comunione tutti i giorni!

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Una delle cose che mi fanno amare la città in cui sono nato, ho studiato, lavorato e adesso non ci faccio un tubo tutto il giorno, è che se in un suo qualsiasi angolo [strada, bar, mercato...aggiungete voi] una persona che ha tutto l’aspetto di un ligure [che è quello di chi si fa troppo i fatti degli altri, lo dico a beneficio di chi ligure non è e capita qui per caso] si avvicina a due indigeni e chiede loro una qualsiasi informazione, appena si allontana uno dei due chiede all’altro: “Chi u l’è ’stu chi?” [tr.:"Chi è costui?"] e dopo una mezzoretta ci hanno ricamato tutta la vita, dai tempi dell’asilo ai giorni nostri. Se poi il ricamo corrisponda o no alla verità, resta tutto da verificare.
Ho fatto il preambolo perché oggi ne ho saputa una grossa e devo ripetermi: in molti mi diranno “Ma guarda che lo sapevano tutti!“.
Il boss colombiano arrestato qualche giorno fa Domenico Antonio Mancuso Hoyos, cugino del Mono e nipote dello Stereo, andava a messa tutte le mattine e faceva pure la comunione, senza confessarsi!
Questa mattina i nostri migliori giornalisti sono andati a intervistare Don Giorgio, il parroco di Santa Maria Maggiore a Castelvecchio.
Riviera24 lo scrive come “esclusiva”, solo che l’intervista appare anche sugli altri portali, quindi, per non far torto a nessuno, non metto link.
Don Giorgio ci racconta un sacco di cose interessanti sul signor Mancuso: tipo che gli aveva regalato una statuetta di Padre Pio (son soddisfazioni), che durante le processioni portava il cero e che faceva la comunione tutte le domeniche. Fin qui tutto bene.
Siccome il signor Mancuso stava nella nostra città da due anni, nell’elegante condominio ‘Il Sogno’, una volta è andato a prendere una pizza e chi gliel’ha venduta dice che gli sembrava una persona normale. Si sa, infatti, che i narcotrafficanti pluriomicidi (ricordo che il signor Mancuso è accusato di aver ucciso 130 persone) di solito vanno a testa in giù e piedi in su, quindi sono facilmente riconoscibili.
Probabilmente il cugino del Mono sarà anche andato a fare la spesa, qualche volta, per cui mi aspetto l’intervista esclusiva alla cassiera del supermercato. Se poi, in due anni, è anche andato dal barbiere, ciao, leggerò pure l’intevista al Figaro di turno.
Don Giorgio non lo sa, probabilmente, che anche Riina e Provenzano, tanto per far due nomi a caso, andavano a messa tutte le domeniche. E forse non lo sa che tra i devoti, spesso, si vedono facce poco raccomandabili. Ma la Chiesa è bella per questo, perché è elastica: apre le porte a delinquenti, ma non dà la comunione ai divorziati. Sono cose che invitano a continuare ad andarci. E da tutta questa vicenda Don Giorgio ha imparato che “se hai fatto del male a qualcuno, prima o poi ti torna indietro” che non è propriamente una morale cristiana, ma va bene così, sempre per la storia dell’elasticità.
Più che altro se hai fatto del male a qualcuno, oltre a tornarti indietro, ti pinzano e ti schiaffano in galera. Poi, per quanto ci starai è un altro discorso che non è il caso di imbastire.
A nessuno è venuto in mente, a proposito di questa persona “con un aspetto angelico” di chiedere: Chi u l’è ’stu chi?