Sara Serafini non è più Assessore

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Mi dimetto perché non ho più consiglieri che mi sostengono in Giunta. Tutto qui“. E’ quanto ha dichiarato Sara Serafini a Imperiapost qualche giorno fa, in una intervista che è tutta da decifrare perché tra Repubblica di Salò, armistizio e cotillons va a finire che non ci ha capito del tutto neppure lei.
Insomma, la storia è questa. La simpatica Serafini era stata eletta nella lista civica del “Laboratorio per Imperia”. Senonché il gruppo di consiglieri eletti in quella lista è passato a NCD.
Nel partito di Alfano c’è stato peraltro un breve passaggio anche dellla Serafini che però si è dimessa perché nessuno l’aveva mai contattata. E anche qui ci sarebbe da fare un discorsetto su quanto possa contare il parere degli elettori che ti eleggono sotto un simbolo per poi ritrovarti sotto a un altro, in corso d’opera, ma sorvoliamo perché il disgusto è quasi al colmo.
Per capirci: è lo stesso disgusto che ho provato quando ho saputo che Alessandro Casano, eletto nella lista civica “La Svolta”, è passato a Fratelli d’Italia. Come lo ha giustificato ai 1.024 elettori che lo avevano votato? E adesso mettiamo che anche ’sti quattro fratelli si sciolgano  (è notizia di oggi che Crosetto sta per mollare, per dire), Casano che farà?
C’è poi la questione tecnica di questi passaggi che non è del tutto chiara, dal punto di vista regolamentare.
Parodi, che dal Laboratorio è passato a NCD, fa notare che il passaggio di Casano non vale. Mentre il suo e gli altri valgono. E’ difficile da chiarire e ci vorrebbe l’intervento di un avvocato. Infatti la replica di Casano a Parodi sembra giusto scritta da un avvocato che sa leggere i regolamenti.
In ogni caso Casano avrebbe offerto il suo sostegno alla Serafini, ma non c’è stato niente da fare.
Ma la Giunta, mi chiedo, non è fatta dal Sindaco, un po’ come il Primo Ministro fa il Governo? Di conseguenza un assessore dovrebbe avere l’appoggio della maggioranza, a prescindere dal gruppo che non c’è più o no?
Fatto sta che le spiegazioni della Serafini mi convincono poco. Il bello è che se parli di certe cose con i “politici” ti dicono “Eh, questo non te lo posso dire”.
E’ tutta lì l’enorme presa per i fondelli: ci chiedono di votarli, li votiamo e li mettiamo lì noi elettori, ma “certe cose” non ce le possono dire.
Se non si cambia a cominciare da lì, la vedo grigia per tutti.