Se dici che è scandaloso ti danno del populista o del qualunquista

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Riporto questo articolo de Il Secolo XIX e non aggiungo altro, tanto è lo stesso. Fate voi.

Regione, un “super gettone” per chi esce

Il riposo finale,con due mesi e mezzo abbondanti di “sonno”, perché il consiglio regionale ha finito ieri il suo ciclo – e con esso si placheranno le commissioni – è la classica ciliegina
sulla torta. Ma la caratura dei consiglieri delle Regioni, che solo (tardivi) interventi governativi hanno in parte limitato, è solo un aspetto della storia. Che comprende, tratto forse meno noto, anche una ragguardevole buonuscita: l’assegno di fine mandato, la cui entità è proporzionale a due fattori, lunghezza della militanza in aula e indennità percepita durante la carica. Il tetto sono le 10 mensilità, di pari passo con ogni anno passato in aula. In pratica, chi dà l’addio a via Fieschi dopo due mandati consecutivi, tenuto conto di una lieve trattenuta, riceve 80 mila euro netti (circa) di buonuscita. Che spetta anche a quei consiglieri – com’è accaduto di recente – nei guai con la giustizia.
L’extra, è ovvio, deve essere contestualizzato. E si può fare in vari modi. Uno dei più semplici potrebbe essere il richiamo alle “spese pazze” e al diffuso utilizzo dei fondi aggiuntivi rispetto agli stipendi e destinati ai gruppi politici come un bancomat personale (da questo filone sono esenti assessori e presidente). Uno meno brutale: come tutte le altre indennità dei componenti “parlamentino” ligure (e degli altri 19), pure l’assegno di fine mandato è stato ridotto solamente di recente (non troppo tempo fa le mensilità limite erano 15, con trattenuta al 3%).
Altro spunto: l’assegno dell’addio è la “ coda”di un trattamento notevole. Il quadro degli emolumenti attuali (aggiornati all’ottobre del 2014) è quello visibile nella tabella accanto. Comesi vede, in modo diverso da altri enti pubblici, come ad esempio il Comune, in Regione le norme tendono ad equiparare lo stipendio dei consiglieri, titolari di un qualsiasi incarico (capogruppo, coordinatori ecc.) e degliassessori,che siano eletti dal popolo o chiamati, fino al presidente della giunta.
Altra differenza: a differenza di altri enti di grado minore, i pur notevoli stipendi della “macchina” amministrativa- a norma di legge, sono idirigenti responsabili degli atti sono, seppur di poco, inferiori a quelli del contraltare politico.
Pur a fronte di responsabilità, civili, penali e tributarie, per i singoli consiglieri, senza dubbio non comparabili. Come non sono confrontabili, con gli appartenenti al consiglio, incombenze e responsabilità della giunta.
La composizione degli stipendi è uniforme ed è presto detta: una parte fissa, l’indennità di carica, più una variabile, legata a due fattori essenziali, la copertura di cariche e la distanza dal luogo di lavoro, che si traduce in una diaria. Ecco perché spezzini e imperiesi hanno stipendi più alti.
La forbice dei “netti” oscilla fra un minimo teorico di 6.330 euro (non si applica a nessuno) fino a 8.994. Per presidenti di giunta e del consiglio la variabile è sempre massima: 4.884 euro (lordi). Gli sono equiparati gli assessori che abitano oltre gli 80 km dall’aula – e numeri due di consiglio e giunta. Lo stipendio è virtualmente intoccabile, salvo che si disertino senza valido motivo consiglio commissioni.
Dalla terza assenza (pure questo limite, prima, non era previsto), scatta una trattenuta del 2,5% sull’indennità di carica.
Si tratta comunque dell’ultimo giro, almeno a questi livelli. Come stabilito su input del governo in accordo con le Regioni a partire da fine 2012, dal prossimo mandato si ridurrà il numero dei consiglieri- da 40 a 30-esparirà il vitalizio, altro “piccolo” bonus legato alla carica.

Assessori “esterni” [quelli che nessuno ha votato]

Il Secolo XIX – 29 marzo 2015