Regionali 2015: gran disordine sotto il cielo

22 commenti al post

Giorni fa lamentavo l’assenza della sinistra nel panorama delle prossime elezioni regionali e finalmente sono stato accontentato.
Si sono svegliate dal torpore le svariate anime, quelle che forse stanno ancora a discutere sui trattini e sulle “e” [marxista-leninista o marxista e leninista].
Mi fa piacere, in ogni caso, che siano usciti allo scoperto perché perlomeno, come chiedo da settimane, riusciranno a rendere un po’ meno facile la vittoria della Paita.
Si è svegliata anche la destra che apparentemente non sembra affatto rassegnata.
Devo ancora capire come gli ex votanti di Claudio Scajola possano votare Toti [ricordo che dopo essere stato escluso dalle liste per le europee dal consigliere in tuta di Berlusconi, il nostro concittadino disse al Fatto Quotidiano: "Toti? Uscito da sotto un cavolo"].
C’è comunque la storia del famoso voto disgiunto per cui, chissà, gli amici potrebbero votare suo nipote Marco e un altro candidato alla presidenza.
Di Marco Scajola non sapevano neppure Mariastella Gelmini, Pippo Civati e Giovanni Toti, come dimostra questo a dir poco bizzarro articolo apparso su Libero, riportato da Dagospia e segnalatoci dal lettore Peluffo.
I tre straparlano di candidare Piercarlo (il figlio di Claudio che peraltro non si è mai occupato di politica) ignorando che in lista con F.I. già c’era Marco e manco a farlo apposta qualche giorno dopo sui muri della città campeggiavano in bella vista i manifesti 6×3 con il viso di Marco Scajola e la scritta: “Io ci sono”.
Oltre a questo, trovo discutibile l’articolo di Libero perché generalmente i piddini pur di non votare un altro partito, se ne stanno a casa.
Io mi sono stancato e ora la penso diversamente, “all’americana”: voti un partito e poi non ti soddisfa il suo modo di fare politica? Alle prossime elezioni ne voti un altro. Non mi sembra tanto difficile.
Sul risveglio della sinistra ci sarebbero da scrivere fiumi di parole. Continua a sembrarmi allucinante che non si riesca a fare una lista unica e che ce ne debbano essere due o tre. Per dire: Pastorino, peraltro scappato dal PD e quindi, per quanto mi riguarda, poco affidabile, appoggiato da Rifondazione, SEL, Altra Europa per Tsipras (e qui un altro fiumiciattolo di parole andrebbe speso) dovrà vedersela anche con Ferrando, che si candida con il Partito Comunista del Lavoratori. E continuo a non capire tutte queste frammentazioni che finiscono per fare il gioco degli altri. Ricordate la candidatura di Tirreno Bianco alle amministrative di Imperia con lo stesso partito? Prese 164 voti e non si vide più.
Ci sarebbe Carla Nattero, che per poco non venne eletta in Senato alle scorse politiche (e non alle europee, come erroneamente riportato da un portale locale) di cui parlare.
Capisco la sua passione per la politica, ma in coscienza speravo che dopo quella esperienza scegliesse di ritirarsi definitivamente dalla scena. Per carità, le voglio bene e in Consiglio comunale ha svolto il suo ruolo in maniera impeccabile, ma gli elettori credo abbiano voglia di vedere facce e nomi nuovi. Ora è probabile che in quell’area ne siano a corto e in questo caso bisognerebbe stabilire se sono stati i giovani a non avvicinarsi a quest’area o viceversa perché come scrive Alberto Bagnai sul suo libro “L’Italia può farcela” [che consiglio caldamente]: “se davvero si vuole contribuire a creare una coscienza di classe bisogna essere disposti (non dico capaci: dico disposti) a farsi ascoltare, e per farsi ascoltare bisogna essere disposti a rinunciare a un certo vetusto linguaggio liturgico che purtroppo alberga in certi ambienti.“.
Ci sarebbero ancora due cose da dire su Carlo Capacci e la sua lista. Sapete che aveva minacciato di non appoggiare l’amica di Burlando perché, dicono, a Luca Lanteri (quello del giro in elicottero con Scajola e Fiorani) era stato negato un posto privilegiato nel listino, mentre Capacci dice che il suo movimento avrebbe dovuto avere “un riconoscimento”. Ora pare che la polemica sia rientrata, non si sa se per il posto in listino a Lanteri o per il riconoscimento al suo movimento.
Se siete arrivati fin qua e avete ragionato un filino, vi sarete accorti che sono messi male un po’ tutti quanti, a parte il Movimento 5 Stelle che va dritto per la sua strada e vede aumentare i consensi.
Ci sarà da divertirsi.