Degrado II la vendetta

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Sarà una coincidenza o forse no, fatto sta che l’Assessore all’Arredo Urbano, Angela Ardizzone, ha fatto un giro per la città con Daria Chieppa di Sanremonews (e infatti il servizio online c’era già ieri), Giorgio Bracco de Il Secolo XIX, Diego Marrese de La Stampa e un fotografo, per mostrare il degrado in cui versano alcuni giardini e piazzette (Via Toscanini e Largo Ghiglia, tra gli altri) presi di mira dai vandali. E capisco perfettamente che sia compito arduo tenere in ordine i luoghi pubblici quando in circolazione ci sono ragazzi il cui hobby preferito è quello di imbrattare muri e spaccare panchine. In questo caso l’Assessore ha tutta la mia solidarietà, per quanto possa valere.
E mi è piaciuto che abbia tenuto a sottolineare la differenza tra gli imbrattatori e i writers (”Non confondiamo, perché sono cose diverse“). Fin qui nulla da eccepire.
Purtroppo però, a quanto pare, le telecamere al Prino, per quello che riguarda l’individuazione dei vandali, servono a poco perché “usano caschi, sciarpe e giubbotti per non farsi riconoscere prima di passare all’azione“.
Allora viene spontaneo chiedersi a cosa servano le telecamere.
L’Assessore ha bisogno di una mano, ma non solo di quella dei genitori, direi di quella delle forze dell’ordine. Possibile che non si riescano a prendere i vandali con le mani nel sacco e obbligarli, al limite, come propone la Ardizzone, a ritinteggiare i muri imbrattati?
Come mai per scortare un centinaio di tifosi della Sanremese in occasione del derby con l’Imperia, c’è stato un così ampio spiegamento di forze dell’ordine in assetto antiguerriglia, manco fosse stato il derby di Roma o di Milano e non si trova il sistema di far girare un po’ di carabinieri in città, tanto per dissuadere i malintenzionati?
So bene che questo non è compito della povera Ardizzone, ma forse un appello si potrebbe fare anche al Questore perché tutto sommato si tratta di ordine pubblico.
Detto questo, mi meraviglio che i giornalisti (e soprattutto Marrese, visto che l’inchiesta-denuncia era apparsa proprio su La Stampa del 5 ottobre scorso), dopo lo sfogo sul vandalismo, non abbiano chiesto spiegazioni sul degrado e la noncuranza.
L’articolo, per chi se lo fosse perso, parlava di “guano ormai stratificato sotto i portici e in vari altri punti di sosta di pennuti“, dei “cassonetti dell’immondizia in via Belgrano, ad esempio, proprio all’angolo con la trafficatissima piazza Dante, sono a malapena riparati alla vista da un separè in legno e da un vaso dove giace una misera, rinsecchita piantina di oleandro“, le pile rovesciate a terra e lì rimaste per giorni, “gli adesivi che delimitavano la posizione delle bancarelle del Mercatino di Natale, e su qualcuno di essi si intravede nome o numero del destinario” che sono ancora sotto i portici di Via Bonfante ecc.ecc.
Qui non c’entrano i vandali, direi, ma ieri non se n’è parlato.
Infine un ultima nota allarmante: a un certo punto dell’intervista riportata da La Stampa, la Ardizzone dice: “..ma se poi al parco giochi i ragazzi buttano carte e cicche a terra, senza essere ripresi dai genitori è uno sforzo inutile.
Cribbio, a che età cominciano a fumare i ragazzi (o i bambini) di Imperia?!

Scritto da Angelo Amoretti

11 ottobre, 2007 alle 10:16