SAD CITY – di E. Stark – Nona puntata

senza commenti

L’Azienda era appena fuori città ed era grandissima, con un ampio cortile dove posteggiavano le auto sia gli impiegati che i clienti. L’edificio era su due piani. Al piano terra c’erano i depositi e i magazzini dove l’olio veniva confezionato e poi spedito ai clienti. Al primo piano c’erano gli uffici, eleganti e accoglienti.
I clienti avevano anche l’opportunità di visitare lo stabilimento, spesso in gruppetti, e un fnzionario fungeva da guida, spiegando tutti i procedimenti che subiva l’olio prima di giungere sui tavoli dei consumatori.
Mi accodai a uno di questi gruppetti, con l’intenzione di comprare una scatola di bottiglie del prezioso prodotto e quando giunsi vicino a un serbatoio, con indifferenza, lasciai cadere tutte le palline di clorofilla che avevo in tasca in un sacchetto di plastica.
Alla fine della visita tornai a casa con le mie sei bottiglie d’olio.
Lo scandalo scoppiò qualche mese dopo. Non si sa bene da dove ebbe origine. Fatto sta che qualche cliente un po’ troppo attento e preciso, decise, non si sa perché, di fare analizzare un campione d’olio che aveva acquistato da poco. Il furbacchione lo aveva portato al laboratorio di analisi in una bottiglia anonima, in modo che l’analista facesse il suo dovere senza essere condizionato e risultò che l’olio era stato alterato con aggiunta di clorofilla.
Ritirate le analisi, il furbastro si rivolse a un avvocato, che pare curasse gli interessi di una ditta concorrente e fu così che venne fuori lo scandalo.
Per qualche mese i giornali locali evitarono di parlare del fatto, ma alla fine dovettero svelarlo, anche perché il vai e vieni di Guardia di Finanza e dei Nas avevano insospettito non poco i clienti e quelli di Sad City che abitavano vicino all’azienda incriminata.
Furono messi i sigilli ai contenitori dell’olio e le vendite calarono in modo vertiginoso.
I proprietari e i chimici furono incriminati di frode commerciale. Iniziarono i lunghi, interminabili processi da cui sarebbe stato difficile uscri fuori indenni perché lo scandalo si stava allargando. Da altre parti piovevano denunce e sembrava che la catena non dovesse più avere fine. Una partita enorme di olio risultava adulterata.
Sad City era sconvolta. Come sempre c’era chi si schierava a favore e chi contro.
Nei bar non si parlava d’altro. C’era chi diceva:«Io me lo sentivo che prima o poi li avrebbero beccati» e chi ribatteva:«Sono certo che è tutta una manovra che fa comodo a qualcuno»
Altri erano fiduciosi che tutto sarebbe tornato alla normalità, ma intanto molti dipendenti furono messi in cassa integrazione e non sapevano come sarebbe finita.
Io lo sapevo e continuavo a vivere la mia vita tranquillamente: avevo messo in ginocchio i Charly Brothers.

Fine nona puntata – continua –

Scritto da Angelo Amoretti

13 novembre, 2005 alle 10:40

Pubblicato in Racconti



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