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I nuovi dossi a Imperia

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Leggo su La Stampa di oggi che è in programma la posa di alcuni dossi dissuasori in svariate zone del Comune.
Le zone interessate sono: Corso Roosevelt (in corrispondenza con l’incrocio di Via delle Valli); Via Littardi (all’altezza della concessionaria Germauto) e la strada che conduce al Monte Calvario. “Valuteremo inoltre se prendere provvedimenti anche per Via Volpe-Cavassi che si trova nella frazione di Torrazza“, dice l’Assessore competente Antonio Gagliano.
Ora non voglio discutere su quelli di Corso Roosevelt e al Monte Calvario, ma due paroline su quello “da prendere in considerazione” e l’altro di Via Littardi, vorrei spenderle.
Con quale criterio si decide di mettere un dosso qua anziché là?
Per via delle lamentele delle persone?
Allora vorrei ricordare all’Assessore che le lamentele sono anche partite da Clavi, scritte e sottoscritte da svariati abitanti i quali si lamentano per la velocità con cui la maggior parte delle auto attraversano il borgo, dove, tra l’altro, girano bambini e anziani.
Quelli che si lamentano e che vedono esaudite le loro richieste sono cittadini speciali? Sono amici di amici particolari?
Se è così, quelli di Clavi che ne hanno fatto richiesta, sono tagliati fuori.
Se invece si usa un criterio diverso allora mi permetto di far notare che dalle parti di Germauto è difficile trovare qualcuno a piedi, che la strada è larga e che il dosso è pressoché inutile, a meno che non si voglia facilitare chi esce in macchina dalla suddetta concessionaria.
Strada Volpe-Cavassi è una vecchia strada interpoderale dove transitano si e no 30 macchine al giorno e che neppure Carlos Sainz riuscirebbe a percorrere a una velocità superiore ai 40 km all’ora.
Quindi è pressoché inutile anche questo o, perlomeno, molto meno utile di quelli che dovrebbero essere posti nel centro di Clavi, dove passa qualche macchina in più e a velocità ben più elevata di quella consentita.
Il Comune sta spendendo soldi per posare una pensilina (totalmente INUTILE) a Clavi, al bivio per Torrazza e mi chiedo: invece di mettere INUTILI cartelli di STOP che peraltro se ne vanno per terra dopo 24 ore, non sarebbe il momento di mettere tre dossi?
Leggo che nel prossimo consiglio comunale si parlerà del torrente Prino. Quasi quasi gli assessori Gagliano e Amoretti potrebbero fare un salto a Clavi, sedersi su una panchina della piazza del Comune per una decina di minuti e poi scendere a dare un’occhiata al torrente: in fondo si tratta di perdere non più di una mezzoretta.
Così poi, al limite, si potrà decidere cosa “prendere in considerazione“.

Scritto da Angelo Amoretti

28 novembre, 2011 alle 12:07

Kebab, babbi e nababbi

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Con questo post mi attirerò un bel po’ di antipatie, ma il bello è che non me ne importa nulla.
L’idea era stata lanciata dall’assessore alla sicurezza, alla viabilità e alla polizia municipale, il leghista Antonio Gagliano che in pratica aveva detto: “Meno kebab, più farinata“. Perché secondo lui ci sono già troppi “kebabbari” in città e ci vorrebbero più botteghe che fanno pane e farinata.
Nel progetto “Dal Parasio al Mare”, secondo il pittoresco assessore, ci vorrebbero meno negozi etnici e più botteghe con prodotti locali.
A parte il fatto che potrebbero starci entrambi, l’assessore lo sa che non ci sono più italiani che vogliono fare i panettieri e i pizzaioli?
A smorzare l’entusiasmo dell’assessore ci ha pensato un suo collega di giunta, l’assessore al commercio Giovanni Amoretti che in una intervista al Secolo XIX dice: “La proposta di Gagliano non può trovare applicazione. In vigore ci sono norme europee e nazionali che hanno imposto la liberalizzazione degli esercizi commerciali, quindi non possiamo che adeguarci“.
Gagliano, che deve vedere tutti quelli da Genova in giù come fumo negli occhi, dice che “fare dei nostri centri storici una sorta di ghetto frequentato da soli extracomunitari che sono soliti radunarsi intorno ai negozi etnici rischia di isolarli ancora di più“. Chi ci impedisce di frequentarli? Siamo noi che isoliamo loro o sono loro che vogliono isolarsi?
E siamo ancora qua a fare discorsi da medioevo perché basta andare in qualsiasi altra città per capire come in certi quartieri convivono benissimo le più svariate etnie.
C’è un altro aspetto da non sottovalutare, soprattutto ai giorni nostri: si è chiesto, l’Assessore, come mai tanti ragazzi preferiscono il kebab alla farinata o alla focaccia con un filino di prosciutto? Ha provato a vedere quanto costano un kebab e un piatto di farinata? Lo sa come è fatto un kebab?
Ecco, forse quello lo aiuterebbe a capire meglio.
Appena fatta la sparata, destino o non destino, lunedì sera durante il consiglio comunale, Gabriele Piccardo, giornalista del Secolo XIX, si è pappato un bel kebab.
E fin qui tutto bene.
Ora scatta la critica che mi farà perdere qualche lettore, qualcuno mi cancellerà dagli amici di Facebook e altri non mi chiederanno più l’amicizia. Pazienza.
Vado.
Ho trovato deprimente, per non dire altro, la sceneggiata messa in atto dall’opposizione che per far capire all’assessore che aveva sbagliato, si è messa a mangiare il kebab nella sala consigliare, in favore di macchine fotografiche e telecamere.
Poi, siccome il consiglio comunale avrebbe avuto un seguito il giorno dopo, ieri hanno mangiato tutti la farinata della pace.
Un populista, un qualunquista o anche un anarcoinsurrezionalista, alla vista di quelle immagini, avrebbe avuto tutti i diritti di dire che è stata una scena vergognosa e che, visti i problemi che ha la città, se ne poteva fare a meno. Qualcuno potrebbe approfittarne per dire che “intanto mangiano sempre, sono lì per mangiare e questa ne è la prova“.
Non faccio parte di quelle tre categorie, ma penso che la goliardata contro l’assessore Gagliano si sarebbe potuta fare fuori del palazzo comunale. E forse sarebbe stato meglio.

Scritto da Angelo Amoretti

26 ottobre, 2011 alle 17:27

Strade e marciapiedi da rifare [forse anche assessori]

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Record di cadute nella nostra città per colpa dei marciapiedi dissestati. Ieri in un’ora hanno dovuto ricorrere al Pronto Soccorso: una pensionata che si è rotta la spalla sul marciapiede di Via Argine Destro; una signora di mezza età che si è rotta una costola mentre camminava in Via Alfieri; una bambina che si è rotta qualcosa in un posto non definito.
Lo apprendo da La Stampa di oggi e non mi stupisco più del dovuto perché con i marciapiedi e le strade che abbiamo, si può tranquillamente affermare che sia andata bene così.
C’è da segnalare anche la question time di Dario Dal Mut (consigliere comunale dell’Idv) riguardo via Siccardi e via Marte, la bretella di Caramagna inaugurata di recente due volte e sempre messa maluccio, nonostante massicci interventi dopo la prima inaugurazione.
Tempo fa, al riguardo, l’assessore Gagliano aveva detto che non ha la bacchetta magica e che accetta le critiche solo se sono costruttive.
Ora io ammetto di non saper rendere costruttiva questa mia, ma ci provo: quando si fanno i lavori (e credo che la cosa riguardi anche l’assessore Gaggero) è meglio farli bene dall’inizio così si evita di doverci rimettere mano e spendere altri soldi che, a quanto pare, sono pochini.
Leggo nell’articolo citato che il Comune “è subissato di cause da chi si è fatto male“: non sarebbe più conveniente per tutti prevenire anziché rimborsare?

Scritto da Angelo Amoretti

28 giugno, 2010 alle 16:01

Sui parcheggi blu

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L’amico Bonifazio, che ringrazio, mi ha inviato questa mail che pubblico con piacere:

SONO LEGALI I PARCHEGGI BLU COSI COME SONO REALIZZATI A IMPERIA?
Una domanda sorge però spontanea: quando è possibile che sussistano le condizioni necessarie per farsi annullare una multa “da parcheggio blu”? Di seguito riporto alcune circostanze che purtroppo poche persone conoscono:
L’art. 7 del Codice della Strada attribuisce ai Comuni la potestà di regolamentare, per mezzo di ordinanze del Sindaco, la circolazione all’interno dei centri abitati.
Tra i vari obblighi, divieti e limitazioni che il Sindaco ha facoltà di istituire vi è anche la sosta a pagamento sul suolo pubblico, e specificamente il comma 1 lettera f) dispone che è possibile “stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta”.
Un elemento fondamentale di tale disposizione, che però sfugge alla maggior parte delle amministrazioni comunali che la attuano, è il fatto che è possibile istituire la sosta a pagamento solo in apposite “aree destinate al parcheggio”.
A questo punto, a scanso di equivoci, e opportuno ricordare che spesso il Legislatore chiarisce preventivamente le definizioni ed i significati della terminologia utilizzata, cosa che per quanto riguarda l’area di parcheggio fa con l’art. 3 c. 1 n°34 C.d.S., dove la stessa viene definita come “area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata (o non) dei veicoli”.
E ancora, nell’art. 2 c. 3 C.d.S., lett. E ed F, in cui si definiscono rispettivamente le “strade urbane di scorrimento” e le “strade urbane di quartiere”, vengono previste apposite aree “esterne alla carreggiata” per la sosta dei veicoli, con immissioni ed uscite concentrate e relativa corsia di manovra.
Ad una lettura approssimativa di tali disposizioni sembrerebbe quasi che nei centri abitati il Codice della Strada non ammetta la sosta se non fuori dalla carreggiata, in contrasto con quanto stabilito dall’art. 157 c. 2 C.d.S., dove si afferma invece che la sosta si effettua posizionando il veicolo “il più vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia”.
Così, per sanare tale apparente discrasia, alcuni disattenti interpreti del Codice della Strada sostengono che i veicoli parcheggiati secondo le modalità descritte nell’art. 157 C.d.S. siano fuori dalla carreggiata, rifacendosi forzatamente alla definizione di carreggiata data nel già citato art. 3 C.d.S.. Ma la “carreggiata” è in realtà tutta la “parte della strada parte destinata allo scorrimento dei veicoli”, comprendendo tra le attività complessive che definiscono la scorrimento del flusso veicolare non solo la marcia, ma anche le sue eventuali interruzioni più o meno protratte nel tempo, e definite dall’art. 157 c. 1 C.d.S.. Con tale definizione essa viene distinta concettualmente e funzionalmente dal “marciapiede”, che è invece quella parte della strada destinata esclusivamente al transito dei pedoni (art. 3 c. 1 n°33 C.d.S.).
E per ribadire e rafforzare ulteriormente tale distinzione, nel comma 6 del succitato art. 7 C.d.S. il Legislatore enuncia espressamente che “le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata, e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Giovanni Bonifazio

Scritto da Angelo Amoretti

20 marzo, 2010 alle 18:44

Imperia: la Lega ha rotto e si è rotta

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Giorni fa il miglior presidente del consiglio che l’Italia ha avuto negli ultimi 150 anni aveva definito la manifestazione di sabato scorso in Piazza del Popolo “un aggregato stravagante e contraddittorio”.
Non so altrove, ma dalle nostre parti l’aggregato stravagante pare essere la maggioranza.
Ormai è noto: tra la Lega e il Pdl nostrani non c’è feeling, o perlomeno è quello che si percepisce dagli ultimi avvenimenti.
Il 2 marzo scorso i quattro consiglieri della Lega avevano abbandonato il consiglio comunale per un contrasto sulla questione della Commissione Viabilità e Mobilità Urbana: il consigliere leghista Giuseppe Soria aveva rinunciato alla nomina, in quanto il suo nome non era stato concordato con il capogruppo del Pdl Giuseppe Fossati [qui].
Poi era arrivato Bossi al Polivalente che aveva detto al suo popolo: “Sono venuto volentieri a farvi visita, non abbrracciate sempre il solito ministro, ci sono anche io…”[qui].
Infine la querelle tra Fossati e Gagliano in merito alla questione delle moschee nella nostra città.
Come sapete in un primo momento il consigliere leghista aveva detto che dovevano essere spostate perché sono, a suo dire, un intralcio al traffico e alla vivibilità. Poi, per essere ancora più chiaro, aveva dichiarato che le moschee devono essere chiuse.
A seguito di queste dichiarazioni all’avvocato Fossati deve essere girata la testa e forse qualcos’altro: “Gagliano? Chissà, forse bisogna affiancargli una commissione ad hoc come è successo per la Viabilità” [la Stampa, 15 marzo 2010]
Ieri sera sul tardi, Sanremonews ha pubblicato una dura [essendo leghista non può che essere dura] presa di posizione di Gagliano nei confronti del Pdl nostrano e del suo capogruppo: insomma, a pochi gorni dal voto ormai è evidente che tra il Pdl e Lega c’è rottura.
Ma c’è rottura anche tra la Lega e si fanno così strada eventuali ipotesi per il futuro del consiglio comunale: la Lega probabilmente non starà né in maggioranza, né all’opposizione e forse farà un parlamentino a parte [ricordate il parlamento del nord?]. Al contrario della Giunta che per far spettacolo (e articoli sui giornali locali) si riunisce ogni tanto nelle frazioni, il parlamentino dei cinque leghisti avrà come sede direttamente il bar di via Cascione.
Quelli che arriveranno in scooter potranno parcheggiare negli spazi riservati alle auto e viceversa. Chi arriva ultimo lascia il mezzo in doppia fila.

Scritto da Angelo Amoretti

15 marzo, 2010 alle 15:08

Le mille strisce blu di Antonio Gagliano

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Antonio Gagliano, l’assessore alla viabilità, si è messo in testa di emulare Domenico Modugno, solo che invece di dipingersi le mani e la faccia, dipinge di blu le strisce dei parcheggi, e il cittadino sborsa.
Modugno, nella canzone “Nel blu dipinto di blu”, pietra miliare della psichedelia italiana, volava nel cielo infinito più in alto del sole, Gagliano rischia di volare (metaforicamente) dalla finestra del secondo piano del palazzo Comunale.
Pare infatti che stavolta alcuni imperiesi non abbiano gradito la sua ultima trovata e che chiedano addirittura l’intervento del Gabibbo.
Dovrò andare a controllare di persona il cambiamento avvenuto in via Don Abbo, perché dall’articolo linkato non sono riuscito a capire un granché. Una cosa è certa: i posteggi liberi diminuiscono, quelli a pagamento aumentano in tutti i sensi (si parla di cifre che vanno da 1 euro a 1 euro e mezzo).
Come se non bastasse leggo su La Stampa di oggi che torna a pagamento anche il primo solettone sotto il Palazzo della Provincia, in piazza Roma. Dove, tra l’altro, la Riviera Trasporti , forse perché non può farlo la Provincia, ha adottato un metodo più sbrigativo vendendo direttamente posti auto, sottraendoli così ai dipendenti che ne fanno solitamente uso.

Scritto da Angelo Amoretti

26 gennaio, 2010 alle 17:38

Il centro e la destra

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Oggi è partito l’esperimento ideato dal leghista Antonio Gagliano: al fondo di via Cascione, per andare a Oneglia, è obbligatorio svoltare a destra, percorrere la rotonda nei pressi dell’Igiene e tornare a levante.
Sta andando tutto bene, ma ci sono due piccoli inconvenienti: se prima la coda in Garbella c’era solo nelle ore di punta, adesso c’è sempre e alcuni marocchini stanno distribuendo gratuitamente crocifissi agli autisti più indignati.
Oggi è il giorno in cui leggo che Strescino vorrebbe fare il centro di Imperia nel pressi del nuovo Tribunale.
E’ una bella notizia: avrei immaginato che volesse farlo a Caramagna.
L’arrivo di David Copperfield che tenterà di spostare Piazza Dante e i portici di via Bonfante un po’ più a monte è previsto per il prossimo 8 dicembre.
Lmcp non ha ancora rilasciato dichiarazioni, ma c’è da scommettere che ha già preso contatti con il mago Silvan per far spostare tutto dalle parti di via Cascione.
Si prevedono forti scosse di terremoto.
Nella foto il commento di Borghezio alle due notizie ponentine.

Scritto da Angelo Amoretti

2 dicembre, 2009 alle 12:05

Crocifissi

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Sulla faccenda dei crocifissi nelle scuole ci sono da registrare due interventi: uno dell’Assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale, sotto forma di intervista, l’altro di Pasquale Indulgenza, capogruppo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale:

Intervista all'Assessore Gagliano

Altro che togliere i crocefissi dalla pareti delle aule scolastiche, come ha sancito la Corte Europea. A Imperia l’assessore comunale alla Sicurezza e Polizia municipale, il leghista Antonio Gagliano, annuncia di voler donare un crocefisso a ogni commerciante. E non è tutto: Gagliano vuole anche spostare fuori città le moschee. Nell’Imperiese, contro quella che loro stessi avevano definito la «dittatura dell’Unione Europea», si erano schierati nei giorni scorsi i sindaci leghisti di Villa Faraldi Giacomo Chiappori, di San Bartolomeo al Mare Adriano Ragni e di Prelà, Eliano Brizio. Ora nella discussione si fa avanti anche l’assessore imperiese Antonio Gagliano.
Dice Gagliano: «Non solo il crocefisso non si tocca. Anzi, il simbolo della nostra tradizione cristiana deve essere maggiormente diffuso, come parte irrinunciabile della nostra storia e per questo ho deciso di donarne uno a ogni commerciante della città. Al di là della fede, la croce cristiana è un segno che contiene valori che non si possono dimenticare e che nessuna sentenza può e deve cancellare. La mia può anche essere considerata un’iniziativa provocatoria ma vuole essere un chiaro segnale affinché chi arriva nel nostro Paese tenga ben presenti fin da subito i nostri valori e le nostre regole. Ospitalità e tolleranza devono essere concetti reciproci. Gli stranieri che vengono in Italia devono rispettare i nostri valori e le nostre tradizioni. Altrimenti, di questo passo, non saremo più liberi, a casa nostra, di festeggiare la Pasqua e il Natale. Chi non condivide le nostre tradizioni e non intende rispettarle è libero di tornarsene a casa sua. Del resto, non mi sembra che nei Paesi musulmani si facciano passi indietro su tradizioni e usanze per non dispiacere agli ospiti stranieri. Provate a dire ai Talebani di rinunciare al burka a casa loro».
Prosegue Gagliano: «Per quale motivo per decenni nessuno ha mai avuto nulla di ridire sul crocefisso nelle scuole e ora si pone il problema? Gli atei nel nostro Paese ci sono sempre stati e il simbolo della nostra fede e della nostra storia nelle scuole non ha mai causato loro problemi».
Gagliano non si limita a una «crociata pro crocefissi». L’assessore imperiese alla Sicurezza intende allontanare dal centro cittadino le moschee. Spiega ancora Gagliano: «Oggi incontrerò Hamza Piccardo, rappresentante della comunità mussulmana. Intendo rimarcare la mia posizione rispetto ai crocefissi nelle scuole e nei luoghi pubblici, ma anche affrontare la questione delle moschee, che creano problemi anche di viabilità. La situazione non è più tollerabile. Queste strutture, a mio avviso, devono essere realizzate al di fuori dei centri abitati».
Sul piano politico, la Lega Nord di Imperia allestirà presto banchetti nelle vie della città per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione relativa ai crocefissi, sottolineando in modo particolare che tutto questo accade a un mese dal Natale, festa per certi versi laica, ma con indubbi contenuti di fede e cristianità.
Andrea Pomati – La Stampa, 10 novembre 2009

La nota di Pasquale Indulgenza

Intervengo sulle ultime dichiarazioni a mezzo stampa dell’assessore Gagliano.
Dico subito, a scanso di equivoci, di ritenere, rispetto al tema principale affrontato, che il classico principio liberale: “Libera Chiesa in Libero Stato” dovrebbe essere tenuto presente da tutti coloro che oggi si dicono democratici.
La questione aperta dalla sentenza della Corte Europea, che ha stabilito che il Crocifisso nelle aule scolastiche lede un principio di libertà delle persone e di uguaglianza tra i cittadini, sta suscitando anche localmente prese di posizione ’scandalizzate’ di amministratori ed esponenti politici. Al riguardo, va chiarito anzitutto che il pronunciamento si inquadra nella considerazione di ciò che in ambito europeo si ritiene acquisito che debba essere garantito a favore di ogni cittadino che viva in società laiche e pluralistiche e fruisca a pieno diritto di istituzioni e spazi pubblici.
Nel merito di queste reazioni, è profondamente scorretto ridurre l’immagine del Crocifisso a simbolo di una tradizione e di una identità nazionali. Il farlo non solo tende ad esaltare una pericolosa e sbagliata concezione identitaria, etnocentrica e tradizionalista delle culture umane e una lettura unidirezionale della storia dei popoli, ma svilisce, fingendo o pensando di valorizzarlo, il significato stesso di un simbolo preminente della fede religiosa cristiana e dell’Evangelio che reca, quale vero scandalo, il messaggio della Rivelazione e della Risurrezione. La verità che esso rappresenta è infatti una verità di fede, non un semplice valore culturale e sociale, ancorché di particolare rilevanza etica. E in una repubblica democratica e laica va certo garantito il pluralismo religioso, ma, nella stessa misura, il diritto di coloro che non hanno credenze religiose di non vedersi rappresentazioni riguardanti oggetti di culto nei luoghi ove essi operano pubblicamente.
L’assessore Gagliano usa toni e contenuti da guerra di religione: una barbarie. Ma è certo che la questione sollevata dev’essere vista, senza banalizzazioni o drammatizzazioni da nessuna parte, come una autentica questione di Stato: cioè questione (tra molte altre) della piena affermazione di uno Stato aconfesssionale, democratico e pluralista. e, perciò, seriamente ed esigibilmente laico.
I credenti e i cristiani, di ogni confessione, dovrebbero dunque essere i primi a indignarsi e ribellarsi a questa fuorviante riduzione, che contribuisce alla manipolazione e all’assopimento in senso conformistico delle coscienze da parte di chi, peraltro, sa bene che tutti i simboli, nessuno escluso, hanno un potere di condizionamento sia diretto che indiretto.
Se infatti ci si illude che opporsi a quanto ha ribadito la Corte Europea sia un impegno alto contro il diffuso ed evidente allontanamento dalla fede e un doveroso resistere alla ’secolarizzazione’ incalzante nella nostra società, ci si inganna e ci si fa ingannare: la ‘levata di scudi’ contro la sentenza corrisponde al modo più vile (e anche più miope) con cui tanti, ad uso e consumo del potere, per ragioni di consenso o quieto vivere, tendono a strumentalizzare sentimenti e a fare ideologia.
L’assessore Gagliano, impastando in modo sconcertante per un amministratore pubblico questioni del tutto diverse, neanche tutte di sua competenza (collocazione di crocifissi, problematiche dell’immigrazione, centri di culto islamici, che naturalmente egli vorrebbe trasferire fuori dai centri urbani, come in età napoleonica si fece, per ragioni ben altrimenti sensate, con i cimiteri), afferma una cosa completamente non vera, quando dice che per decenni nessuno ha mai avuto da ridire sul crocifisso nelle scuole e che solo ora si pone il problema. La questione è invece parte di una problematica più vasta discussa da sempre, in Italia. Come si permette l’Assessore, che dice di parlare da cristiano e cattolico, di affermare che agli atei “il simbolo della nostra fede e storia” non ha mai creato problemi? Che ne sa lui, di grazia? Comunque, una cosa la tenga presente: in Italia il popolo dei non credenti, atei, agnostici e razionalisti (che non sono proprio quattro gatti…) non è mai stato certo indifferente alle manifestazioni
clericali e reazionarie di cui egli si fa fiero paladino e ha sempre attivamente lottato contro di esse.
L’assessore Gagliano si erge a impavido “difensore della fede”, ma egli è esponente di punta di un Partito che, come tutti sanno, ha dato vita sin dalla sua fondazione ad una vera e propria forma di neopaganesimo, fino al punto di evocare, neli suoi riti collettivi, un “dio PO” e immaginarie e supposte tradizioni celtiche e ‘padane’, credenze che non mi pare proprio siano conciliabili con la dottrina di fede cattolica.
L’assessore alla sicurezza e alla polizia municipale del Comune di Imperia annuncia di voler regalare un crocifisso ad ogni commerciante di Imperia. Bene, a tutte le bizzarrie che ascoltiamo ogni giorno, si aggiunge anche questa. Tuttavia, se il Sig.Gagliano – il quale non può ignorare che tale oggetto di culto non equivale nè ad un gagliardetto nè a qualche ampollina contenente acqua di fonte devozionale – vuole farlo
per un suo vezzo e di tasca sua acquistare i doni cui sembra tenere tanto, faccia pure.
Ai cittadini imperiesi, non credenti e credenti, che dovrebbero più apertamente esprimersi nella discussione pubblica, sia lasciato il diritto di valutare in modo critico quanto si sta montando.
Pasquale Indulgenza – Capogruppo al Comune di Imperia e segretario provinciale del P.R.C.

*****

Detto che, per quanto mi riguarda, i crocifissi nelle scuole possono metterli a testa in giù e rivolti verso il muro perché la questione non mi ha mai appassionato più del dovuto, neanche quando andavo a scuola, mi domando cosa c’entri l’Islam con questa storia, dal momento che la vicenda è stata sollevata all’Unione Europea da tale signora Soile Lautsi, socia dell’Unione atei e agnostici razionalisti che ha chiesto un risarcimento, come si legge qua.
E trovo allucinante che si perda tempo in discussioni di questo genere, dal momento che probabilmente si tratta solo di una questione di quattrini e che la sentenza, peraltro, non è definitiva.
Cosa c’entrano i negozi e i negozianti con un problema che al limite riguarda le scuole pubbliche? Perché si deve approffittare di un fatto del genere per tirare fuori moschee e Maometto? Non sono mica gli islamici che a Imperia hanno chiesto la rimozione dei crocefissi! E allora gli ebrei, i buddhisti e tutti quanti gli altri cosa dovrebbero dire?
Come mai qualche sindaco che dovrebbe ripassare la storia, piazza crocifissi giganti in comune?
Tra le tante considerazioni lette in merito, consiglio quella di Marco Travaglio scritta qualche giorno fa.

Scritto da Angelo Amoretti

11 novembre, 2009 alle 9:11

Critiche costruttive, ma anche no

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Su La Stampa in edicola oggi trovo due articoli che mi spingono a una riflessione.
Il primo riguarda le insegne selvagge, i dehor disordinati e tende di locali che nascondono i cartelli stradali. E’ Giuseppe Franciosi, portavoce di un gruppo di residenti di via N. Siccardi, a denunciare il degrado. Franciosi torna anche a far notare come la nuova bretella di Caramagna non abbia risolto i problemi di via Airenti, anzi, pare che addirittura sia aumentato il traffico di mezzi pesanti.
Antonio Gagliano, assessore della Lega Nord alla Viabilità, purtroppo risponde in maniera stizzita:

Non abbiamo la bacchetta magica. In ogni caso è inutile lamentarsi sempre, senza proporre nulla. Apprezzo le critiche, quando sono costruttive. Stiamo lavorando tutti i giorni per cercare di risolvere i problemi della città, ma ci vuole tempo. Mi piacerebbe che il signor Franciosi, come fanno alcuni suoi colleghi di opposizione, trovasse il tempo per avanzare delle proposte concrete. La demagogia non serve.

Parlo a nome mio perché Franciosi non ha certo bisogno di essere “difeso” da me e faccio notare all’Assessore, che peraltro è un amico, che non sempre le critiche devono per forza essere costruttive.
Una critica in sé può essere costruttiva anche se necessariamente non è seguita da una proposta concreta.
In fondo, se l’Assessore non ha la bacchetta magica, figuriamoci se ce l’hanno i cittadini. Solo che se uno è Assessore – ed è pagato per farlo – è perché prima di tutto una parte di elettori lo ha votato e poi, per le sue competenze e conoscenze, gli è stato conferito l’incarico. Quindi deve cercare di risolvere i problemi che riguardano il suo Assessorato, con o senza suggerimenti dai cittadini.
Non voglio andare troppo lontano e mi allaccio al discorso che facevo i giorni scorsi riguardo i cartelli stradali che non esistono più a Clavi. E’ una critica costruttiva, una segnalazione o demagogia?
Se avessi la bacchetta magica li metterei io. Visto che non ce l’ho, ho scritto quel che ho scritto, nella speranza che presto vengano presi provvedimenti da parte dell’Assessore.
E’ compito suo trovare un modo per ovviare all’inconveniente.
Sullo stesso quotidiano c’è anche un’intervista a Davide Ghiglione, neo Presidente della Eco Imperia a proposito delle discariche abusive che stanno nascendo come funghi in città e nelle frazioni.
Correttamente, alle critiche, Ghiglione ha risposto così:

Non basta ripulire questi angoli: bisogna evitare che le discariche si riformino. Per questo piazzeremo personale a tenere d’occhio “punti caldi” e faremo anche ricorso alla videocamera di cui disponiamo, per compiere verifiche a campione, spostandola di volta in volta. Speriamo che questo agisca da deterrente. A chi deve smaltire rifiuti ingombranti, fra l’altro, ricordo che per questo esistono le aree deputate: via Artallo a Porto Maurizio e l’ex Mattatoio in via Argine Destro a Oneglia.

E visto che ci sono, dal momento che tempo fa avevo segnalato la nascita di una discarica proprio al centro della frazione in cui abito io, mi permetto di consigliare al Presidente della Eco Imperia, di far apporre dei cartelli ben visibili vicino ai cassonetti dei rifiuti [adesso la discarica si è spostata proprio nei pressi dello sferisterio De Amicis] con cui si informano gli incivili che esistono “aree deputate per i rifiuti ingombranti” e che i trasgressori saranno puniti con multe salate.
Anche questo, forse, potrebbe servire da deterrente.

Scritto da Angelo Amoretti

14 ottobre, 2009 alle 12:57

I fannulloni del consiglio comunale

16 commenti al post

In una recente inchiesta pubblicata su La Riviera in edicola questa settimana a proposito degli assenteisti in consiglio comunale, viene evidenziato che Annamaria Giuganino (Gruppo Misto, candidatasi nel 2004 con grande coraggio a sindaco alle elezioni con l’appoggio del centrosinistra) su 12 sedute è stata presente solo 4 volte e dichiara:

“Appena ho assunto l’incarico di Provveditore agli studi ho subito avvisato i gruppi che mi avevano sostenuta in campagna elettorale, il Sindaco Sappa e il presidente del consiglio Emilio Varaldo, delle mie possibili assenze ripetute. L’incarico da provveditore mi porta via molto tempo, come del resto la direzione scolastica regionale. Sono spesso assente da Imperia. Le mie giornate lavorative durano 12 ore e quindi non riesco ad essere presente in consiglio. Non mi sono dimessa perché mi sembrava corretto portare a termine il mandato affidatomi dai cittadini”.

Basterebbe già questo ridondante discorso a far passare la voglia di commentare, ma è più forte di me e qualcosa mi tocca scrivere.

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Scritto da Angelo Amoretti

23 agosto, 2008 alle 16:44