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Come aggirare i divieti di balneazione

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Giovedì  mattina, a causa di alcuni lavori di scavo che hanno danneggiato un tubo della fognatura all’altezza dell’ampio parcheggio,  con una tempestiva ordinanza del Sindaco Sappa, sono stati vietati i bagni al Prino.
Oggi, domenica 26, alle 11 si era ancora in attesa dell’ufficialità dei risultati dell’Arpal che probabilmente daranno il via libera ai bagnanti di rituffarsi in mare (sebbene molti lo abbiano fatto anche i giorni scorsi, nonostante il divieto).
Senonché alle 11 il cartello sugli scogli  vicino al parcheggio e quello sul moletto più a levante, non c’erano più: sono stati rimossi da ignoti, stando a quel che mi ha detto un bagnino del Tapas.
Un cartello è ancora visibile, all’entrata de La Scala Azzurra.
Non c’è ombra di vigili nei dintorni, l’ordinanza non è ancora stata revocata, ma molti bagnanti non sono neppure al corrente che in quel tratto, in teoria, sarebbe ancora vietato fare il bagno, anche se a onor del vero bisogna dire che l’acqua, apparentemente, sembra pulitissima.
E’ stata un’estate di pupù in tutti i sensi per il nostro mare.
Venerdì 13 luglio era scattata l’ordinanza di divieto a levante di Borgo Peri (ricordate la faccenda della pupù pubblica/privata?) che non era durata un paio di giorni, come erroneamente scritto oggi da un quotidiano locale, ma ben sei, visto che la revoca era arrivata il 19 luglio. Tra l’altro non era neppure “qualche mese fa” perché il fatto era avvenuto a luglio.
Ora questa nuova rottura.
Insomma, speriamo che l’anno prossimo le cose vadano meglio, il tempo per rivedere la rete fognaria c’è. Sennò, tra una cosa e l’altra, oltre ai negozi, se andiamo avanti così, chiuderanno anche gli stabilimenti balneari e per una città di mare sarebbe veramente un paradosso.

Scritto da Angelo Amoretti

26 agosto, 2007 alle 11:49

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Tutti a bagno!

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Dalle 12 di oggi è di nuovo possibile fare i bagni nella zona di Borgo Peri, là dove la balneazione era stata vietata per via della fognatura rotta e dei liquami finiti sulla spiaggia e in mare.
Stamattina intorno alle 10, per la verità, c’erano già bagnanti in acqua. Li ho visti quando sono andato a fare quattro chiacchiere con il gestore dell’AfriK, Marco Mesin.
Neppure lui ha saputo (o voluto) dirmi a chi appartiene la tubatura che si è rotta provocando il danno.
Pare che la rete fognaria da quelle parti sia lievemente ingarbugliata e difficile da “mappare”.
Temo che non sapremo mai la verità anche se l’Assessore all’Ambiente, Paolo Strescino, ha detto: «Ho dato incarico agli uffici di appurare con precisione la responsabilita’ di quanto accaduto. Auspichiamo che questo momento di difficolta’ per i gestori delle spiagge venga superato senza ulteriori problematiche, ribadendo che, per quanto riguarda l’amministrazione comunale, l’emergenza e’ stata affrontata nel modo piu’ sollecito ed efficace possibile.»
Auspichiamo anche noi di conoscere, con precisione, come sono andate le cose.

Scritto da Angelo Amoretti

19 luglio, 2007 alle 15:45

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Pupu’ pubblica e pupu’ privata [II]

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Qui c’è qualcosa che puzza (scusate la metafora).
Vorrà dire che chiederemo a Marco Mesin dell’Afrik di spiegarci come sono andate esattamente le cose.
Siamo onesti: con le sue rivelazioni l’Assessore all’Ambiente invece di chiarire la faccenda, secondo me ha finito per complicarla, magari involontariamente.
Possiamo girarla come vogliamo, ma resta il fatto che quella fogna è privata. Da qualche parte inizia e da qualche altra parte va a finire. Nel tragitto c’è qualcosa che non ha funzionato e che forse non è del tutto regolare.
L’opposizione deve essere in vacanza, sennò mi sarei aspettato una veloce interrogazione all’Assessore.
Sorprende, per esempio, che Gabriella Badano, donna sensibile all’ambiente, abbia fatto sentire la sua voce per i miasmi del Prino e non per quelli della Rabina.
Sorprende, per esempio, che il consigliere comunale Lorenzo Lagorio, che voleva cercare la “merda” (nome in gergo della famosa Mary Weaver) nei torrenti, ora che ce l’ha sotto il naso non dica nulla.
I gestori dell’Afrik a chi chiederanno i danni? Rimarrà una faccenda tra loro o chi ha fatto tanto can can sui quotidiani, poi ci svelerà anche chi ha pagato il conto?

Scritto da Angelo Amoretti

18 luglio, 2007 alle 17:24

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Pupu’ pubblica e pupu’ privata

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Ricapitoliamo la storia.
Giovedì 12, alle 11 di mattina, salta la tubatura fognaria e i liquami invadono la spiaggia e il mare.
Venerdì 13 scatta l’ordinanza del Comune con il divieto di balneazione.
La notizia viene ripresa sabato 14 luglio da Il Secolo XIX. Marco Mesin, collaboratore del gestore dell’Afrik (che ha subito i danni maggiori) afferma:

«E’ la quinta volta, tra la fine di maggio e giovedì, che esplode quella maledetta tubatura e che i liquami finiscono in spiaggia.»

Daniela De Vito scrive al Sindaco e dice:

«Voglio sapere a chi devo chiedere i danni.Perché quelli ci sono stati e sono stati ingenti.»

Domenica 15 l’Assessore all’Ambiente, Paolo Strescino dichiara:

«Abbiamo fatto il possibile. L’Amat ha riparato la perdita già venerdì sera. Capisco il disagio di bagnini e bagnanti, spiace anche a noi che sia capitata una cosa del genere. Abbiamo emesso un’ordinanza a scopo precauzionale nella speranza di poterla revocare entro un paio di giorni.»

Stamattina il colpo di scena: sul quotidiano locale l’Assessore dice:

«Volete sapere la verità? La fogna che ha causato tutto il pandemonio non è comunale. Si tratta infatti di una fogna privata. Ora il Comune è intervenuto lo stesso con grande tempestività per evitare guai maggiori e limitare i disagi: sarebbe onesto riconoscergli questo merito.Mi aspettavo semmai dei ringraziamenti da parte di tutti gli interessati, non certo critiche fuori luogo.»

Massimo Mesin dice che da maggio la tubatura era già saltata cinque volte. Nessuno, nel frattempo, oltre che a controllarla, si era premurato di sapere se era pubblica o privata?
La faccenda non è per niente risolta, anzi, si è aggravata: un privato scarica la sua pupù in mare da chissà quando (stando a quello che si legge sul Secolone) e adesso, dopo il fattaccio, il Comune gli ripara la tubatura e gli permette di continuare a scaricare come prima?
C’è qualcosa che non quadra.
Il Comune rende un servizio ad un privato a spese dei contribuenti e credo che tutti abbiano il sacrosanto diritto di sapere a chi appartiene quella benedetta tubatura.

Scritto da Angelo Amoretti

17 luglio, 2007 alle 16:18

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Prove tecniche di pupu’

15 commenti al post

Eravamo più o meno tutti preoccupati per l’eventuale pupù in arrivo dal largo di Capo Berta per via del progetto di acquacoltura e invece la pupù è arrivata da monte e, diciamo la verità, non abbiamo fatto una bella figura con i bagnanti.
Adesso qualcuno non venga a dire: “Ma che vogliono? Stiano a casa loro!” perché allora dobbiamo deciderci: Imperia era una città commerciale e turistica, poi, dopo una quarantina d’anni di discussioni, si è deciso che sarà una città turistica, quindi la logica vuole che il turista sia accolto con tutte le comodità del caso.
E avere la pupù nel mare in piena stagione balneare, non è proprio il massimo.
C’era anche puzza per aria e un po’ di vento di ponente? Bene: se n’è andata verso Diano. Ma se arriva il levante e ci sono gli yacht attraccati nel porto di Oneglia, i signori a bordo s’infuriano, mollano gli ormeggi e se ne vanno altrove.
Penso ai turisti “normali”, quelli che magari hanno la sindrome della quarta (o terza?) settimana. Loro arrivano in auto, fanno lunghe code in autostrada e all’uscita (non perché ci siano più vacanzieri degli anni scorsi, ma perché ai caselli si è preferito mettere delle macchinette che per pagare un pedaggio ci si impiega il triplo del tempo), poi arrivano qua e non possono fare il bagno: non è mica simpatico.
I gestori degli stabilimenti balneari, poverini, ci hanno messo tutta la loro buona volontà: più merda c’è e meno si paga. Il costo del lettino e dell’ombrellone sono inversamente proporzionali alla quantità di pupù che c’è in mare.
Solo che di più non potevano fare e qualche turista è arrivato a dire che “del divieto si potevano avvisare i mass media anche in Piemonte“.
Questo signore vive in un altra era, forse in quella di internet.
Prima c’erano state le mareggiate e con la natura, quando si accanisce, spesso la guerra è persa in partenza.
Ma una controllatina alla rete fognaria si poteva dare, che so, a maggio, tanto per verificarne l’efficienza con un po’ di anticipo. Pazienza, sarà per l’anno prossimo.
Nel frattempo si spera che non piova di brutto anche solo una mezz’ora, sennò questa estate 2007, già in parte compromessa, finirà per essere un mezzo disastro.
E a proposito di estate, me ne viene in mente un’altra.
Lo sapete: i Canadair non sono più ad Albenga. Ce li hanno scippati e spostati non so dove.
Cavolo: erano anni che non veniva un’estate così secca e ventosa, eppure dalle colline delle Valli Prino e Impero non ho più visto alzarsi un filo di fumo.
I casi sono tre: o non c’è rimasto più nulla da bruciare o i Canadair portavano sfiga.
Poi ce ne sarebbe un altro, ma lo lascio indovinare a voi.

Update: gli incendi purtroppo ci sono stati e la pupù è anche al Prino.

Scritto da Angelo Amoretti

15 luglio, 2007 alle 22:02

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