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L’economia del Ministro Scajola

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Il ministro Scajola a Sanremo parla di economia: “non serve alzare stipendi per rilanciare consumi”.

“Per rilanciare i consumi non credo che bisogna aumentare gli stipendi. La condizione economica del nostro Paese deve coniugare due efficienze: alzare il livello retributivo degli italiani, ma alzare contestualmente la produzione italiana e, per fare cio’, le risorse devono essere investite in quei settori che innovano e che riescono, facendo ricerca, a competere sul mercato”.
Riviera24 – 18 ottobre 2008

Sono quasi ventiquattro ore che rifletto su questa frase e non riesco a venirne a capo.
Premetto che di economia capisco poco o niente e mi farebbe tanto piacere che qualcuno di voi lettori mi venisse in soccorso perché non so come poter consumare di più se in tasca ho sempre meno.
Questa frase che non mi ha fatto dormire, è stata pronunciata dal Ministro a Sanremo durante una serata dal tema “La Globalizzazione nel Terzo Millennio: la sfida delle eccellenze”.
Ora, senza andare tanto in giro per il Globo, vediamo che la situazione a Imperia non è delle migliori e a quanto pare sta peggiorando per buona parte dei cittadini.
In questi giorni abbiamo letto sui giornali di persone che si aggirano nel mercato dell’ortofrutta per recuperare quello che ancora c’è di commestibile, portarlo a casa e mangiarlo.
Abbiamo letto che alla casa della carità a farsi la doccia non vanno solo i “barboni,” ma anche persone che sopra la testa hanno un tetto. Abbiamo saputo che altri negozi chiuderanno in via Cascione. Non credo che tutto ciò sia un buon segno per il futuro dei consumi.
Sono arrivato alla conclusione che deve esserci stato un errore di trascrizione da parte delle agenzie. Forse in quella frase mancava un “solo“. Perché infatti nella frase virgolettata si legge “..alzare il livello retributivo degli italiani..
Ma il bello è che quel titolo è lì da 24 ore e la mia incredulità è in aumento.
Perciò i casi sono due: o qualcuno mi spiega cosa intendeva dire il Ministro, o i gestori del portale me lo devono togliere sennò non dormo neppure stanotte.

Scritto da Angelo Amoretti

19 ottobre, 2008 alle 21:47

I poveri del nuovo millennio

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Leggo su Il Secolo XIX : “A Imperia tante persone che non arrivano alla fine del mese cercano frutta e verdura invenduta prima che venga buttata“.
Si aggirano per i mercati di Porto e Oneglia in cerca di frutta e verdura che i fruttivendoli, a fine mercato, abbandonano perché il giorno dopo sarebbe guasta e invendibile.
Tre di questi sono Luciano, Francesca e Lino. Non sono barboni: Francesca lavora e ha 800 euro al mese di stipendio, ma ne paga 500 di affitto. Luciano è rimasto senza lavoro a 50 anni perché l’azienda dove lavorava è fallita e Lino è un pensionato da 350 euro al mese. Non si vergognano di quello che fanno, anzi, Luciano si vanta di avere l’occhio critico e di saper riconoscere un pomodoro sardo da quello ligure.
Lino cerca lattuga e arance per fare le spremute.
Vorrei, nel mio piccolo, dare una speranza a Luciano, Francesca e Lino: tenete duro, ragazzi, quando ci sarà il nuovo porto, magari tra gli avanzi troverete frutta esotica e verdura ancora più rara.

Scritto da Angelo Amoretti

29 settembre, 2008 alle 16:31

Lotta al carovita

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La Forneria di via Cascione a Porto Maurizio ha lanciato una singolare iniziativa: pane a 1 euro al chilogrammo la terza settimana del mese.
Ciò significa che chi a quel dato momento del mese avrà ancora qualche euro in tasca, un chilo di pane l’avrà assicurato.
Scherzi a parte, l’articolo che Giorgio Bracco ha scritto oggi su Il Secolo XIX denota almeno due cose:
1) a far fatica ad arrivare a fine mese probabilmente non sono soltanto le casalinghe e i pensionati, ma anche “impiegati postali, poliziotti, dipendenti pubblici: anche loro, con 1200-1300-1400 euro di stipendio, possono trarre importanti vantaggi dalla nostra offerta” se anche loro fanno la coda in panetteria;
2) volendo, si può vendere il pane, almeno per una settimana al mese, a un euro al chilo anziché a due e mezzo, come avviene in genere in città. E questo perché chi produce il pane in proprio “nonostante l’aumento di elettricità, acqua, carta, spese per il personale, tasse, magari riducendo i suoi utili, può reggere“, come dice Giovanna Scopelliti che con il marito Salvatore Brancatelli gestisce la panetteria.
Forse qualche loro collega non può permetterselo, altri forse potrebbero, ma non vogliono.
Nel frattempo le vendite de La Forneria sono aumentate del 30% e se qualcuno ha notizia di Mister Prezzi a Imperia, me lo faccia pure sapere nei commenti.

Scritto da Angelo Amoretti

23 settembre, 2008 alle 17:12