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Per qualche vittima in più

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Il Messaggero

Operai morti, polemica per una frase di Scajola
E’ polemica per una frase del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sugli operai morti nella costruzione della centrale a carbone di Torrevaldaliga a Civitavecchia.
«Si inaugura nuovo percorso», ha detto Scajola all’inaugurazione dell’impianto «con il grande investimento di Enel, con le alte tecnologie, con la capacità di discutere con il territorio, con le professionalità e con la perdita di qualche vita umana si è riusciti a realizzare la centrale più all’avanguardia d’Europa».
Parole che non sono piaciute, fra gli altri, all’assessore al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio. «Invieremo le risultanze dell’inchiesta sulla sicurezza sui luoghi di lavoro al ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola, in modo tale che possa affinare la propria percezione del pericolo e delle condizioni di lavoro in cui si trovano ad operare gli operai della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord», ha detto. «Parlare, come ha fatto il Ministro, di “perdita di qualche vita umana”, come se questa fosse una variabile inevitabile e dipendente delle esigenze del mercato – prosegue Tibaldi – è un’offesa ai più elementari principi della convivenza civile, sinonimo di una cultura politica che antepone il profitto alla vita e alla dignità umana. Ai cittadini di Civitavecchia e di tutto il comprensorio – conclude Tibaldi – nonché alle famiglie dei lavoratori che hanno sacrificato la propria vita lavorando alla costruzione dell’impianto, ribadisco la mia vicinanza e la mia contrarietà alla realizzazione della centrale».
Il ministero per lo sviluppo economico parla di «strumentalizzazioni» riferendosi alle polemiche sulle parole del ministro Scajola in relazione agli incidenti sul lavoro verificatesi nel corso dei lavori per la nuova centrale Enel di Civitavecchia, inaugurata oggi. «Sulle affermazioni del signor Orazio Licandro, responsabile Organizzazione del Pdci, secondo cui “per il ministro Scajola una centrale elettrica è più importante di qualche vita umana”», l’ufficio stampa del Ministero precisa così in una nota che si «tenta strumentalmente di attribuire alle parole del Ministro» un significato diverso da quello espresso da Scajola.
«Il Ministro si è limitato a ricordare i due operai che hanno perso la vita durante i 4 anni di cantiere, come aveva già fatto l’Amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti. È seguito un grande applauso della platea in un clima di intensa commozione. Tutto il contrario – ribadisce il ministero – del significato che il signor Licandro cerca strumentalmente di attribuire alle parole del Ministro Scajola».

Il Messaggero 30 luglio 2008

la Repubblica

Il ministro dello Sviluppo economico parla di lavoro e sicurezza all’inaugurazione dell’impianto di Civitavecchia. Ma fa discutere.
Gaffe di Scajola alla centrale
“Dopo qualche vita umana…”
I Comunisti Italiani: “Parole che fanno venire il voltastomaco”
La replica del ministero: “Accuse strumentali, ha solo ricordato gli operai morti”
Claudio Scajola ci ricasca e colleziona un’altra pesante gaffe. In occasione dell’inaugurazione della centrale elettrica di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, il ministro dello sviluppo economico ha infatti salutato l’apertura dell’impianto, considerato un modello di sicurezza, con queste parole: “Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”.
Le polemiche. Non sono mancate le reazioni. Per Orazio Licandro, responsabile organizzazione del Pdci, “Scajola non è nuovo a queste sgradevolissime gaffes. Il riferimento ancora una volta alla perdita di vite umane come effetto collaterale sopportabile fa rivoltare lo stomaco”. Per l’esponente Pdci “nelle democrazie serie per assai meno si va a casa e non si torna più sulla scena politica, ma l’Italia rappresenta la solita anomalia”. Secco il commento di Walter Schiavella, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio: “Gaffe imperdonabile per chiunque, figuriamoci per un ministro della repubblica. Il minimo – ha aggiunto- è che Scajola chiarisca, o chieda scusa alle famiglie degli operai caduti nel cantiere della centrale”.
La replica. Il ministero non ci sta e attraverso una nota replica alle accuse di Licandro: “Il ministro si è limitato a ricordare i due operai che hanno perso la vita durante i quattro anni di cantiere, come aveva già fatto l’amministratore dell’Enel Fulvio Conti che aveva detto ’sudore, intelligenza, esperienza e, purtroppo, anche dolore hanno costruito questo impianto’ citando i nomi delle due vittime”. Il comunicato si conclude sottolineando come a queste parole ci sia stato “un grande applauso della platea in un clima di intensa commozione, esattamente il contrario di quanto Licandro cerca strumentalmente di attribuire al ministro”.
Il precedente. Scajola, sei anni fa era stato protagonista di una gaffe.Clamorosa. Tale da fargli perdere la carica di ministro dell’Interno. Dopo aver definito un “rompicoglioni” Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse, Scajola fu al centro di una durissima polemica politica che lo costrinse alle dimissioni. A distanza di sei anni Scajola è tornato ministro. Ma le sue frasi sono tornate a far discutere.
Le proteste. Durante la costruzione della centrale sono morti due operai. L’ultimo tragico incidente a giugno quando un operaio slovacco di 24 anni, Ivan Ciffary, è precipitato da una piattaforma. L’inaugurazione, a cui doveva partecipare anche il premier Berlusconi, è stata contestata dal comitato “No Coke” che da tempo si oppone alla sua realizzazione. I manifestanti hanno inscenato un corteo funebre e hanno lanciato soldi sporchi di sangue sulle bare al grido di “assassini” e “diritto alla salute:articolo 32 della costituzione”.

la Repubblica 30 luglio 2008

La Stampa

Gaffe di Scajola sulla nuova centrale: “Eccola, dopo qualche vita umana”
La sinistra in rivolta. Il Ministero: parole strumentalizzate

“Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”. Questa l’ultima gaffe di Scajola nel corso dell’inaugurazione della centrale a carbone Enel di Civitavecchia. Immediate le reazioni di protesta.
Di fronte alle agghiaccianti e scioccanti parole, rilasciate in occasione dell’inaugurazione della centrale elettrica , dal ministro Scajola non si può che consigliare al ministro, oltre che di fare le sue immediate scuse alle famiglie dei due operai caduti nel cantiere della centrale – e oltre, naturalmente, di cercare di evitare di continuare a collezionare macabre gaffes – di trasferire al più presto la sua abitazione privata molto vicino a una centrale elettrica, nucleare o termonucleare. Lo afferma il segretario del Prc Paolo Ferrero: in questo modo capira, forse – aggiunge – quanti dolori, sacrifici e problemi comporta vivere «sotto il vulcano» o con un vulcano nucleare sotto casa. Magari, così facendo, la prossima volta scenderà in piazza con noi contro il ritorno al nucleare. O, semplicemente, starà zitto.
«Qual è il numero di vite umane sacrificabili per il ministro Scajola per la costruzione di una centrale elettrica, di una strada o di un ponte? ». Lo chiede Antonio Boccuzzi, ex operaio ThyssenKrupp vittima del rogo e oggi deputato del Pd. «Proprio oggi, una giornata nera per il mondo del lavoro in cui si registrano tre nuovi morti, ai cui familiari va tutto il mio cordoglio – afferma Boccuzzi – il ministro dello Sviluppo economico saluta la nuova centrale di Torrevaldaliga Nord, parlando di un successo raggiunto dopo tanti sacrifici e qualche vita umana. La forma in politica è molto importante perché rivela la sostanza: le parole di Scajola sono emblematiche. Infatti, stiamo assistendo sul fronte della sicurezza sul lavoro ad una progressiva riduzione delle norme conquistate con sacrifici e sofferenze dai parte dei lavoratori. Il governo purtroppo è protagonista negativo di questa tragica vicenda».
Ma c’è chi sta dalla parte del ministro. «Scajola è un signore e di certo non voleva offendere nessuno. Strumentalizzare un passaggio del suo intervento a fini politici mi sembra fuori luogo», afferma il segretario della Dca-PdL, Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma. Il Ministero dello Sviluppo Economico smentisce le affermazioni di Orazio Licandro, responsabile Organizzazione del Pdci, secondo cui «per il ministro Scajola una centrale elettrica è più importante di qualche vita umana».
Il Ministero precisa in una nota che «durante il suo intervento all’inaugurazione della centrale Enel di Civitavecchia, questa mattina, il ministro Scajola si è limitato a ricordare i due operai che hanno perso la vita durante i 4 anni di cantiere, come aveva già fatto l’amministratore dell’Enel Fulvio Conti che aveva detto ’sudore, intelligenza, esperienza e, purtroppo, anche dolore hanno costruito questo impiantò citando i nomi delle due vittime. È seguito un grande applauso della platea in un clima di intensa commozione». «Tutto il contrario – conclude la nota – del significato che il signor Licandro cerca strumentalmente di attribuire alle parole del ministro Scajola».

La Stampa, 30 luglio 2008

Scritto da Angelo Amoretti

31 luglio, 2008 alle 10:08

Scherzi del caldo?

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Clamoroso a Imperia: Bonifazio si autoquerela

E’ la prima impressione che si ha leggendo questo titolo:

Poi, andando avanti nella lettura, si capisce che è la risposta alla querela vera e propria che l’avvocato Sandro Lombardi ha mandato a Bonifazio che appare in un altra pagina:

Non ho capito bene la faccenda: forse è il caldo, forse manca qualche virgolettato, non lo so.

***

Gabriella Badano, consigliere comunale dei Verdi, presenta un question time sulla vicenda “Profumi Thomas”:

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Scritto da Angelo Amoretti

30 luglio, 2008 alle 12:38

I cantieri di Imperia

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A Imperia ultimamente c’è disagio un po’ ovunque per via dei tanti cantieri aperti.
Ma a onor del vero occorre dire che eravamo stati avvertiti in anticipo, sia da Caltagirone che dall’Assessore Gaggero: ci avevano chiesto di pazientare e in fondo quando si fanno opere del tipo di quelle che stanno sorgendo nella nostra città, ci si può aspettare un naturale malessere.
Si mugugna spesso, forse tanto per mugugnare.
Un visitatore del blog, qualche giorno fa, mi aveva fatto notare l’idea intelligente di far asfaltare via Agnesi di notte eppure qualcuno si è lamentato e qualcun altro si sarebbe lamentato se l’asfaltatura fosse stata fatta di giorno. Ma ce l’avevano detto e allora ammettiamo: certe lamentele ci stanno, altre no.

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Scritto da Angelo Amoretti

7 luglio, 2008 alle 1:37

Il Ministro Scajola e l’eolico

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La notizia del giorno, di cui devo ancora capire il senso, è la seguente, visto che è riportata anche da La Stampa di oggi.
La trascrivo così come appariva ieri su Sanremonews:

Nella casa del Ministro Claudio Scajola, ad Imperia, dopo i pannelli Solari ci sarà anche una pala eolica familiare, Made in Japan.
Scajola ha confermato che l’occasione è arrivato durante l’ultima riunione dei ministri dell’Energia del G8′, svolta nel fine settimana ad Aomori, nel Giappone del nord. Le aziende giapponesi hanno presentato, proprio mentre il petrolio continua ad aumentare, una serie di prototipi e di ritrovati tecnologici per lo sviluppo di energie alternative. Tra questi anche una pala eolica da montare in casa, ideata dalla ‘New Energy Foundation’, consorzio delle migliori aziende giapponesi. Il sistema verrà commercializzato il prossimo anno e l’attenzione mostrata da Scajola agli stand, ma anche la sorpresa degli espositori alla richiesta di informazioni non sono passate inosservate.
Scajola ha confermato di essersi affidato al fotovoltaico tre anni fa e quindi ai pannelli termico-solari ed ora mi butto anche sull’eolico. L’investimento è di circa 6, ma è ammortizzabile in 7-8 anni.
Sanremonews.it, 9 giugno 2008

Scritto da Angelo Amoretti

10 giugno, 2008 alle 12:07

Giù le mani dalla famiglia!

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Tra tutti gli articoli apparsi nei giorni scorsi a proposito della festa alla Rabina al neo Ministro Claudio Scajola, questo mi ha colpito particolarmente:

Da L’Eco della Riviera, 15 maggio 2008:

Giù le mani dalla famiglia!

Claudio è cambiato. Claudio è cresciuto. Claudio è maturato. Non è più il politico-prezzemolino, inflessibile abile ed ambizioso degli esordi. Soprattutto nell’ultimo decennio con rigore e intelligenza, lavorando sodo, ascoltandolo, assorbendo tanto da chi incontra ed ha più esperienza ha saputo migliorarsi, mettere a frutto le sue qualità nel saper scegliere e guidare gli uomini, nell’individuare i problemi e trovare soluzioni, nel comprendere in anticipo i cambiamenti della società e non farsi trovare impreparato.

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Scritto da Angelo Amoretti

18 maggio, 2008 alle 11:37

Pubblicato in Personaggi, Politica

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Hanno fatto la festa al Ministro

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Sabato scorso, alla Rabina, sulla spianata di Oneglia, gli amici e i simpatizzanti del neo Ministro Claudio Scajola, hanno fatto una festa in suo onore.
Meritatissima: nasconderlo sarebbe da sciocchi.
Scajola, anche se non ha raggiunto il 65% che prevedeva, ha disintegrato tutti: il PD, la Sinistra Arcobaleno, la Destra e l’Udc.
Un po’ perché come ha detto lui stesso, c’è stato il cannibalismo del Partito Democratico nei confronti della Sinistra Arcobaleno e un po’ perché prima delle elezioni ha saputo muoversi bene a livello locale scompaginando (un termine che a lui piace e che aveva usato a suo tempo parlando di Berlusconi e della Brambilla) la Destra e l’Udc. Parte dei componenti di questi partiti, per motivi strettamente ideologici, sono passati al PDL.
L’operazione Raineri e Adolfo è stata un capolavoro.
Infatti alla festa c’erano anche loro due. Si saranno sentiti un momento disorientati, ma faranno presto ad abituarsi nel nuovo ambiente.
Ho visto anche facce di gente comune e finalmente mi sono dato risposte a certe domande che mi frullavano per la testa, ma questo è un altro discorso.
Quello che non ho capito è stato quando il Ministro ha detto, rispondendo alla domanda di un giornalista de La Stampa, che gli chiedeva un consiglio per il Sindaco: “Un invito: intitoli al più presto il Molo Lungo di Oneglia ad Alessandro Natta, una personalità cittadina che non deve essere dimenticata. Nel primo Consiglio dei ministri operativo, a Napoli, affronteremo il caso rifiuti. E Ginetto, nella prima Giunta, dovrà occuparsi di Natta.
I rifiuti a Napoli e Natta a Imperia: l’ho trovato poco carino questo accostamento, anche se sono certo che forse, trascinato dall’entusiasmo, ha voluto rivolgere un pensiero a tutti quelli di sinistra che hanno sempre detto “no”. O un messaggio trasversale ai portuali in modo che non rompano troppo le scatole, visto che “venendo alla Rabina ho visto tanti Yacht a Oneglia“?
O forse qualcosa di ancora più sotterraneo?
Mi meraviglio che finora nessuno del PD (che nel PCI di Natta ci hanno sguazzato per un po’, almeno i più anziani), abbia detto una parola in merito.
Quell’invito a “Ginetto” non mi fa dormire la notte.
Ma ripeto, forse è l’entusiasmo che gliel’ha fatta dire, come forse per l’entusiasmo ha dimenticato che alle intitolazioni delle vie, delle piazze e dei moli sono preposti il Consiglio Comunale e la Commissione Toponomastica, che pare se ne sia già occupata, tra l’altro.

Scritto da Angelo Amoretti

12 maggio, 2008 alle 13:47

Pubblicato in Personaggi, Politica

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Pesci d’aprile?

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“La scrittrice e giornalista di origine ebrea, Fiamma Nirenstein, candidata alla Camera dei Deputati per il Pdl (al quarto posto in lista, dopo l’onorevole Claudio Scajola), sara’ presente al ridotto del Teatro Cavour di Imperia, martedi’ primo aprile, alle 17, per un convegno dal titolo: ‘La famiglia in crisi nella societa’ occidentale, priorita’ nel programma del governo Berlusconi’. Lo rendono noto, a nome del coordinamento comunale di Forza Italia-Pdl: il coordinatore Antonello Ranise e Piera Poillucci. A fiamma Nirenstein il compito di illustrare la prima parte della conferenza, quella dedicata alla famiglia in crisi; all’onorevole Claudio Scajola, invece, il compito di focalizzare l’attenzione sul programma del governo Berlusconi.”
fonte: Riviera24.it

Il giorno che mi convertirò, ripreso anche da Diderot.

Scritto da Angelo Amoretti

26 marzo, 2008 alle 21:39

Porto azzurro

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Riporto un interessante articolo di Gianpaolo Fissore, dal numero 31 della rivista “Giudizio Universale”, in edicola.
Porto azzurro
Da più di mezzo secolo una famiglia domina Imperia: è quella di Claudio Scajola (per i concittadini ancora “il ministro”) che ha traghettato la DC in Forza Italia. E ha fatto di barche e cemento una coppia vincente.

L’Imperia di Benito Mussolini è la palazzina del Comune (1932) che sorge esattamente a metà strada tra Oneglia e Porto Maurizio, i due centri costieri della riviera di Ponente che l’ex insegnante di francese (così lo conobbero a Oneglia nel 1908) battezzò a nuova provincia con regio decreto del 21 ottobre 1923. Per l’Imperia di Claudio Scajola, invece, ci vorrebbe l’elicottero: è dal cielo, infatti, che si percepisce il disegno di quel po’ di speculazione edilizia che quest’angolo di costa ancora consente. Mussolini e Scajola sono i veri santi patroni della città. L’uno lo si nomina il meno possibile, l’altro, onnipresente, lo si chiama Ministro anche quando più non lo è. Nel breve soggiorno ligure il primo fu direttore del locale foglio socialista intitolato La Lima. “Barche e cemento” potrebbe oggi intitolarsi appropriatamente l’ipotetico house organ del secondo.
Una brillante carriera
Città di mare senza spiagge, con il complesso di inferiorità nei confronti della vicina e assai più nota Sanremo, Imperia è da sempre il cuore di una provincia bianca, baluardo democristiano in una regione che tradizionalmente premia le sinistre. Gli Scajola vi fanno politica dal secondo dopoguerra. Il capostipite, Ferdinando, dirigente Inps, è stato il primo segretario della DC locale e sindaco nel 1952. Anche Alessandro, il figlio maggiore, è stato a sua volta sindaco nel 1972 e nel 1977, e poi deputato per due legislature.
Claudio, nato nel 1948 e tenuto a battesimo dalla figlia di De Gasperi, è già a quattordici anni un precoce cattolico moderato, fondatore di un “gruppo studentesco”, secondo la biografia ufficiale. Sopravvissuto in spider decappottabile alle turbolenze del Sessantotto, si imparenta, sposando Maria Teresa Verda, con il miglior casato della città. Universitario di lungo corso (”Come faccio a darti il Viminale se non sei laureato?”, pare gli abbiano detto ad Arcore e allora eccolo finalmente dottore in giurisprudenza) è primo dirigente dell’Inadel ( Istituto per l’assistenza ai dipendenti degli enti locali) poi a soli venticinque anni , presidente dell’Ospedale regionale di Costarainera e successivamente della neonata Usl imperiese. Rinnovando la tradizione di famiglia fa il sindaco di Imperia nel 1982 (arrestato l’anno dopo per uno scandalo di appalti al casinò di Sanremo, ma prosciolto nel 1989) e dal 1990 al 1995. Nel frattempo reincolla i cocci della sua DC deflagrata. A capo di una lista civica alle comunali del 1995, perde di poco ma si guadagna l’attenzione dei cacciatori di teste di Berlusconi. Nell’aprile 1996 è deputato azzurro. Poco dopo Berlusconi lo nomina coordinatore nazionale di Forza Italia.
Notabile e feudatario
Nell’Italia dell’ottocento il notabile era colui che, in virtù dei una forte posizione raggiunta a livello locale sosteneva il governo centrale, per riceverne in cambio aiuti e legittimazione, utili a loro volta a consolidare il potere personale. Scajola è un fulgido esempio di sopravvivenza del notabilato in epoca Porcellum. A un partito azienda, assai poco tradizionale, ha portato in dote le reti clientelari e la struttura di potere ereditate dalla DC. Dal nuovo partito e dal suo padrone, quando è stato capo del Governo, ha ottenuto un ministero dietro l’altro (Interni, Attuazione del programma, Attività produttive) e ha mantenuto l’auto blu, come presidente del Copaco (il Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato) anche in epoca Prodi. “Come finanziamenti da parte dello Stato alla Liguria, vi accorgerete che questa somma non ha precedenti negli ultimi cinquant’anni. Anzi, è superiore a quanto è stato dato nei cinquant’anni precedenti, e credo che Imperia e la sua Provincia, quanto al riparto di questi finanziamenti, abbiano anche fatto una buona figura”. Parole sue, alla vigilia delle politiche 2006.
Imperia dipende da Scajola, anzi, gli appartiene, La metafora più evocata tra i concittadini è quella di un feudo della politica, dove la potenza del dominus sollecita gratitudine e reverenziale timore. Dal livello nazionale a quello locale il potere fa filotto. Sono fedelissimi di Scajola il Presidente della provincia, Gianni Giuliano e il sindaco della città Luigi Sappa. Sono suoi sostenitori i Carli e gli Isnardi, imprenditori capofila del tradizionale settore agro alimentare ora convertiti alla speculazione edilizia. Alessandra Isnardi, figlia dell’industriale Pietro, anche presidente del Porto Imperia Spa, è recentemente convolata a nozze con Marco Scajola, delfino della dinastia. Maria Teresa Verda Scajola è attivissima in campo artistico e culturale; il fratello di Claudio, Alessandro, è vice presidente della Carige, la prima banca regionale, la cui potente fondazione arriva là dove le istituzioni non ce la fanno. Se poi si guarda alle aziende pubbliche o a partecipazione, (nevralgiche per l’occupazione locale) è fin stucchevole seguire gli innumerevoli fili di nomine e incarichi che dal dirigente all’ultimo guardarobiere portano spesso a una stessa origine. Unico intoppo sarebbe la regione “rossa”, ma, come concordano Burlando e Scajola, prevale un rispettoso “rapporto di buon senso”.
Un pezzo di Florida nel Mediterraneo
Si racconta che nell’estate del 2003 l’allora Ministro abbia sorvolato la città in elicottero in compagnia di Giampiero Fiorani e Ignazio Bellavista Caltagirone (futuri coindagati per la scalata Antonveneta). Sotto osservazione il porto e l’area ex Italcementi, due grandi affari per la speculazione edilizia. Oggi il gruppo Caltagirone, alleato con Beatrice Cozzi-Parodi (nel Ponente, nota come “nostra signora del diporto”) ha in mano la realizzazione di un mega porto turistico da 1400 posti barca, 450mila metri quadrati tra area mare e retroporto turistico residenziale. Questo progetto è la punta di diamante dell’Imperia del futuro, che si affida alla vecchia ricetta del mattone e cemento: piani regolatori flessibili, costruire e vendere dove si può, tappeti rossi per disinvolti speculatori privati. Il sogno è un pezzo di Florida, approdi di lusso per i diportisti del Mediterraneo, terze e quarte case per chi vuol venire qui a invecchiare bene. Il rischio è una ulteriore cementificazione del territorio. Chi lo denuncia però mette in campo solo deboli alternative. Chi invece crede a un nuovo miracolo economico non può che continuare ad affidarsi al politico in grado di pilotare sul territorio imprenditori navigati e denaro pubblico.
Il dominus non lesina il suo aiuto a nessuno, siano i difensori dell’Ormeasco doc, il vino locale, o i cacciatori di cinghiale. Largamente percepito dalla cittadinanza come l’artefice di tutto ciò che di buono arriva qui, tende ad appiccicare la sua immagine a ogni nuova realizzazione, comprese quelle, rare in verità, che vantano paternità plurime o di altro segno, come la bella pista ciclo pedonale di 24 chilometri tra Ospedaletti e Santo Stefano, di prossima inaugurazione. Scajola oggi la fa sua, dimenticando di averne pubblicamente avversato il progetto solo qualche anno fa.
Dato per certo il consenso del “popolo delle libertà”, le imminenti elezioni politiche potrebbero fornirgli l’occasione per la redistribuzione dei vassallaggi. Mormorano i bene informati che, con molta disinvoltura e come è già accaduto, le varie amministrazioni locali potrebbero essere anticipatamente sciolte, per consentire all’attuale presidente della Provincia di approdare al Parlamento e all’attuale sindaco di subentrargli. Liberando il posto per un altro Scajola, Marco, ora assessore. Sarebbe il quarto sindaco della famiglia. Per il feudo non un trauma e neppure una novità.
Gianpaolo Fissore
fonte: Giudizio Universale – n. 31 – marzo 2008
sito: giudiziouniversale.it

Scritto da Angelo Amoretti

29 febbraio, 2008 alle 9:38

La CGIL di Imperia chiede risarcimento all’On.Scajola

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In base a quanto successo lo scorso 8 luglio, quando a conclusione del congresso provinciale di Forza Italia l’On. Claudio Scajola pronunciò quella frase poco carina nei confronti del segretario provinciale Claudio Porchia, la CGIL ha chiesto come risarcimento danni la considerevole cifra di un milione di euro.
Caro signor Porchia, non sei il sindaco di Imperia, sei il capo di un gruppo parassitario che non conta un tubo e non prende un voto“, aveva detto l’ex Ministro, e ovviamente la frase aveva avuto ampia eco sui media.
Ne avevo parlato in questo post e quello che segue è il video da YouTube.
Immagine anteprima YouTube

Scritto da Angelo Amoretti

20 gennaio, 2008 alle 19:31

Nettezza

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Guardi, io non so più che cosa fare, a Villanova devo solo fare le pulizie.
Claudio Scajola, intervista a La Stampa, 2 ottobre 2007.

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Duro attacco del consigliere regionale dei comunisti italiani Tirreno Bianchi all’On. Claudio Scajola. “Vorrei sapere dal vicerè di Imperia Claudio Scajola – ha detto – se per lui turismo sono un po’ di yacht parcheggiati nel bacino di Oneglia ? Turismo è la costruzione di seconde case ? Il problema è copiare la Costa Azzurra o imparare dai loro errori ? Fuori dal tempo è chi pensa con arroganza di essere sempre dalla parte della ragione e non disposto a nessun confronto“.
Sanremonews 2 ottobre 2007.

Scritto da Angelo Amoretti

3 ottobre, 2007 alle 0:00