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Scajola di nuovo indagato

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Ormai è come sparare sulla Croce Rossa e la notizia domani sarà già vecchia.

La novità, al limite, consiste nel fatto che stavolta i costruttori indagati sono nostrani, e qualcosa sta cambiando: alle prossime elezioni l’Avv. Annoni prenderà il 70% dei voti.

Scritto da Angelo Amoretti

19 aprile, 2013 alle 9:41

Inchiesta sul porto: archiviazione per Scajola

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E’ la notizia del giorno e mi sembra giusto riportarla, dal momento che anche il sottoscritto ha ripetutamente scritto che l’ex ministro era indagato per associazione a delinquere.
Dalle approfondite indagini durate circa due anni, è risultato che Scajola è totalmente estraneo alla vicenda e che le ipotesi di reato a lui ascritte erano infondate.
Tutto a posto, dunque: il nostro eroe potrà fare una campagna elettorale senza ombre; probabilmente sarà cresciuto di un palmo e tornarà ringalluzzito a Roma in Parlamento anche questa volta.
E a me continuerà a essere pesantemente antipatico, ma questa è un’altra storia.

Scritto da Angelo Amoretti

8 gennaio, 2013 alle 8:52

L’on. Scajola denuncia il TG3

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L’on. Claudio Scajola, dopo aver querelato il Fatto Quotidiano e la Repubblica, ha denunciato anche il TG3 delle 19 di domenica sera. Lo si legge in una nota rilasciata all’Ansa in cui l’ex Ministro dichiara:

In spregio alla verità e al dovere di rendere un servizio pubblico, il tg3 delle ore 19.00 di questa sera ha mandato in onda un servizio con evidente contenuto diffamatorio ai miei danni. Non ho intenzione che una vita di sacrifici e impegno per il mio territorio venga descritta come esempio di malaffare. Provvederò contro questa calunnia con ogni azione legale interrogandomi sulla drammatica condizione dell’informazione pubblica italiana.

Il servizio di Francesca Lagorio è andato in onda intorno alle 19.20 e si occupava di politica e malaffare. La frase incriminata è la seguente [qui]:

L’ex ministro PDL Scajola già indagato sull’inchiesta madre sul porto di Imperia per associazione a delinquere con il costruttore Bellavista Caltagirone avrebbe dragato posti barca a cifre irrisorie.

Scritto da Angelo Amoretti

19 marzo, 2012 alle 9:35

Il caldo agosto dell’on. Claudio Scajola

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Ho provato a mettermi nei panni di un elettore di Claudio Scajola, ma non credo di potercela fare.
Mi era già successo ai tempi del’appartamento con vista Colosseo e non riuscivo a star dietro alle dichiarazioni che l’ex ministro faceva un giorno sì e l’altro anche. Poi qualcuno deve avergli consigliato di non aprir più bocca perché probabilmente non ci capiva niente neppure quel qualcuno.
Succede la stessa cosa con la possibile abrograzione delle province con meno di 300.000 abitanti, Imperia compresa.
Il 14 agosto l’onorevole aveva dichiarato al Secolo XIX:

Sa che cosa rispondo? Io sono dell’avviso che non dovrebbero essere cancellate solo 38 Province. Dovrebbero essere abolite tutte. Dico proprio tutte.

A Vaccarezza e a Sappa cominciavano a girare le eliche, ma vallo a dire all’onorevole!
Anche quelli del Partito dell’Amore devono aver pensato: “Ha ragione, la provincia di Imperia deve essere abolita” [in fondo ci sono riuscito a mettermi nei loro panni per qualche istante]. Forse qualche dipendente provinciale e dirigente da 80.000 euro l’anno che ha votato per il partito di Berlusconi, almeno alla moglie, al buio, nella notte profonda e sottovoce in modo che non sentissero i figli, deve aver detto: “Ma cosa sta dicendo?!”
Il Secolo XIX del 17 agosto scorso riporta tra virgolette una nuova dichiarazione:

Il disegno di abolire solo alcune Province, senza valutazione di carattere socio economica e storica dà quasi l’impressione che ci siano Province raccomandate e no: o si aboliscono tutte (e sarebbe la cosa più logica), trasferendo la competenza ai Comuni, mantenendo le Prefetture come presidio di sicurezza sul territorio, o la proposta va rivista.

Il nostro statista si era lanciato anche in una visione futurista del territorio: una Provincia Granda ancora più grande della Granda, con Imperia, Cuneo e Nizza. Alla faccia dei cuneesi che “venivano portandosi dietro la mortadella“.
A Sappa cominciavano a girare di meno, a Vaccarezza di più.
In una intervista a Repubblica del 21 agosto scorso l’onorevole corregge il tiro:

Il decreto prevede la cancellazione di una trentina di piccole province, un palliativo che crea distonie. Dovremmo sostituirla con l’abolizione di quelle interne alle aree metropolitane che toccherebbero 24 milioni di cittadini anziché 6 con un impatto economico più sostanzioso. Dopo servirebbe una legge costituzionale per abolirle del tutto, ragionare sulla creazione di macroregioni e aree metropolitane.

Un agosto caldo per il nostro illustre concittadino. E forse per il caldo gli è scoppiato un principio di incendio nel giardino della villa e i fumi delle due sdraio liquefatte deve avergli ulteriormente confuso le idee tanto che sul sito della Fondazione Cristoforo Colombo scrive più o meno quello che aveva detto a Repubblica cinque giorni prima:

Veniamo poi al capitolo delle province. Davvero pensiamo abbia senso abolirne una trentina? Si aprirebbero contenziosi che in ultimo non consentirebbero neppure risparmi per i cittadini. Si può pensare invece di abolire quelle interne alle aree metropolitane: un intervento che riguarderebbe 24 milioni di italiani anziché gli attuali 6 milioni. Senza contare che si potrebbe procedere ad una legge di revisione costituzionale per abolirle del tutto.

Dunque Imperia, Savona e La Spezia, per rimanere in Liguria, sarebbero salve e la Provincia Granda Grande può attendere.
Nel frattempo avvertiamo i Presidenti delle citate province, però, che stanno sudando sette camicie per cercare di salvare la cadrega.
Ma agosto non è ancora finito, fa ancora abbastanza caldo e le idee potrebbero ancora cambiare anche perché c’è un nuovo piccolo intoppo fresco di giornata: l’on. Claudio Scajola è indagato dalla Procura di Roma per quella faccenduola dell’appartamento con vista sul Colosseo.

Scritto da Angelo Amoretti

29 agosto, 2011 alle 16:55

Silenzio assordante

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L’on. Claudio Scajola non ha ancora detto una parola sulle recenti vicende del porto turistico di Imperia.
I casi sono due: o non gli hanno fatto sapere niente, oppure teme di influenzare i mercati finanziari.

Scritto da Angelo Amoretti

11 luglio, 2011 alle 9:38

Il consigliere regionale Alessio Saso risponde all’on. Claudio Scajola

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Claudio Scajola utlimamente è scatenato. Dopo aver rilasciato interviste a Repubblica e La Stampa, non poteva mancare Il Secolo XIX. Stavolta però non si è parlato di massimi sistemi, di liberismo e di moderatismo, bensì di Alessio Saso, l’uomo che zitto zitto sconfisse (forse in maniera poco sportiva) nientepopodimenoche Gianni Giuliano (altro bel personaggio del Pdl locale, ex presidente della provincia) alle Regionali del 2010.
In sostanza Scajola, forse dopo aver letto la Riviera, chiede a Saso di dimettersi. Non da consigliere regionale, per carità, ma dalla VII commissione controlli che si occupa di trasparenza dell’attività regionale (che devo ancora capire bene cosa sia, ma la parola “trasparenza” già mi fa sorridere) da cui Saso si è autosospeso.
Mi fa anche ridere la faccenda del “passo indietro” perché a seconda di dove uno si trova può essere assai pericoloso. E mi viene in mente la famosa foto della posa della prima pietra per il porto turistico della nostra città: in primo piano il ragazzo di Beatrice Parodi con la cazzuola in mano (il grembiulino e il compasso non servono in questi casi: ti preparano già tutto giusto per le foto di rito) e dietro di lui una schiera di personaggi che se fanno un passo indietro finiscono a bagno.
La risposta di Saso non si è fatta attendere e sulle pagine del Secolone di oggi si legge quanto segue:

L’onorevole Scajola è stato talmente garbato da informarmi della sua dichiarazione. Per questo lo ringrazio. Ora, io sono frastornato e incredulo, continuo a ripetere ad amici e giornalisti che il mio capo d’accusa è basato solo su parole e promesse non mantenute. Non c’è un solo atto concreto. Solo parole con gente che, un anno e mezzo fa, non potevo immaginare fossero coinvolti in strane vicende.

Saso, che come si legge nell’articolo, “da settimane è in uno stato di perenne agitazione“, continua così:

Se mi dimetterò? Di certo io a quella poltrona non sono incollato. Datemi il tempo per riflettere, per parlare con i colleghi del gruppo Pdl e con l’ufficio di presidenza del consiglio. Valuterò con molta calma cosa fare.
Ero sovraeccitato da una campagna elettorale durissima, mi scontravo con il nipote di Scajola e con il presidente della Provincia.
Era dura, e sono stato superficiale.

La penultima frase mi fa venire mal di testa. Perché continuo a domandarmi: e se invece che con Scajola nipote e Gianni Giuliano si fosse scontrato, per dire, con Scullino e Bosio, che faceva? Chiamava anche la camorra, la sacra corona unita e la mafia?

Scritto da Angelo Amoretti

5 luglio, 2011 alle 17:06

Claudio Scajola torna al governo?

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E’ dunque imminente il ritorno dell’on. Claudio Scajola nel governo del miglior premier degli ultimi 150 anni?
Stando a quello che si legge in giro si direbbe di sì e dopo le amministrative potrebbero aprirsi per lui le porte del ministero dello sviluppo economico o di quello delle politiche comunitarie.
In un mio post precedente dicevo che poteva trattarsi di un “risarcimento”, ma lui e il suo Capo, stanno facendo passare la cosa come una sorta di “rivincita” sulla magistratura e la stampa “avversa”, per cui occorrerà, da parte del governo, porre rimedi in merito.
Ho già scritto che non fu solo la stampa avversa a chiedere le dimissioni di Scajola: Berlusconi, che adesso telefona “all’amico Claudio” per dirgli che è stata una vergogna tutto ciò che si è detto e scritto in proposito, dimentica che in pratica gli ordinò di dimettersi perché – dopo aver evidentemente fatto uno dei suoi sondaggi anche tra gli altri componenti del governo – pare che avesse confidato a un ministro che “la situazione è difficile. La casa è un bene che colpisce molto l’immaginazione della gente” [il virgolettato si legge qui].
Ovviamente adesso il premier più piccolo degli ultimi 150 anni, [se non si considerano i tacchi e qualche centimetro di asfalto che ha in testa] direbbe che è stato frainteso o che non si riferiva a Scajola. Ormai siamo abituati alle sue piroette e anche ai tripli salti mortali, quindi non ci stupiamo più del dovuto.
Ci stupiamo, o perlomeno lo fa il sottoscritto, del fatto che non si prenda in dovuta considerazione la faccenda dell’inchiesta sul porto di Imperia in cui il nostro concittadino è indagato per associazione a delinquere.
Lui, che probabilmente ha la sfera di cristallo, dice che finirà tutto in una bolla di sapone, io che non ce l’ho, non so dire come finirà.
Ma so che eventualmente al governo ci sarebbe un ministro indagato e se anche di questo non dovrei stupirmi, penso alla figura poco edificante che farebbe nei confronti dei suoi colleghi esteri: l’inglese Jacqui Smith si dimise perché suo marito chiese il rimborso per il noleggio di due videocassette porno; il tedesco Karl Theodor zu Guttenberg rassegnò le dimissioni perché aveva copiato la tesi di laurea.
Certo, qualcuno dirà che con l’immagine che abbiamo all’estero [vedere alle voci Ignazio La Russa e Franco Frattini] una figura da cioccolataio in più o in meno, cosa cambia?

Scritto da Angelo Amoretti

11 maggio, 2011 alle 12:11

Il PDL a Genova per il sì al governo Berlusconi

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Non c’entra niente con Imperia, ma quando le notizie riguardano nostri concittadini illustri mi stuzzicano particolarmente.
Curioso che a Genova l’onorevole Claudio Scajola, durante l’adunata del Popolo della Libertà per il “sì al governo Berlusconi”, abbia detto che “sarebbe un attentato alla Costituzione, se chi ha perso le elezioni governasse il Paese, o se chi ha vinto le elezioni andasse all’opposizione” quando proprio il capo del suo partito la Costituzione se la metterebbe sotto i piedi un giorno sì e l’altro anche.
Ed è bello vedere la sequenza di foto che pubblica orgogliosamente Sanremonews: oltre a lui, che deve ancora scoprire chi gli ha pagato parte dell’attico a Roma e che è indagato per associazione a delinquere, ci sono, tra gli altri, Michele Scandroglio, Luigi Grillo, Eugenio Minasso (che alle elezioni è stato aiutato dal clan dei Pellegrino, ma “da loro non ho ricevuto soldi“) e  Giovanni Bosio.
Peccato che non ci siano più fotografie perché qualche indagato sicuramente me lo sono perso.

P.S. Mi scuso per i numerosi link, ma preferisco citare le fonti.

Scritto da Angelo Amoretti

12 dicembre, 2010 alle 1:28

Istanze di stampo commerciale?

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Il Secolo XIX di ieri ha riportato la ricostruzione fatta dalla magistratura sulle vicende del nuovo porto di Imperia.
Voglio sperare che gli accertamenti che stanno venendo alla luce, non si limitino solo al fatto che non è stata Beatrice Cozzi Parodi a presentare Francesco Bellavista Caltagirone a Claudio Scajola e bla bla bla sennò basterebbe riprendere in mano e rileggere per bene il libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa “Il Partito del Cemento”: era già più o meno tutto scritto lì, di quello che si conosce ad oggi.
Oppure, se si vuol fare una lettura un po’ più leggera dal punto di vista investigativo, bisognerebbe leggere anche “La tana degli alberibelli”: qualche traccia si trova anche lì, sebbene frutto della fantasia del romanziere Marino Magliani.
Detto questo, ancora non riesco a non meravigliarmi quando leggo una frase del genere:

La sera del 26 marzo 2006 in un dibattito tv, Scajola racconta come si è giunti a “scovare” l’imprenditore.
«Caltagirone? – rivela – Era in elicottero con Fiorani quando abbiamo fatto il giro sulla città.
Poi Fiorani, al quale abbiamo detto no per il progetto di 300 appartamenti nell’ex Italcementi, non si è più fatto vivo. Caltagirone, invece, ci ha pensato un po’ e ora ha accettato la scommessa, onerosa, di questo grandissimo porto».

E adesso si ripete la solita litania che era già stata messa in onda ai tempi del manufatto: se si bloccano i lavori, molte imprese perderanno il lavoro.
Ieri, infatti, si sono presentati dal magistrato gli avvocati di Caltagirone che pare abbia intenzione di collaborare con la Giustizia giusto per affrettare i tempi. Ma come era prevedibile, cosa hanno detto?

Il motivo della visita al pm (fissata l’altro ieri) sarebbe una proposta o un’offerta di piena disponibilità a collaborare con la magistratura per fornire le documentazioni necessarie a fare chiarezza su tutta la vicenda e le contestazioni mosse a Caltagirone, ovvero il suo concorso nell’associazione per delinquere, nel falso in documento e ideologico, e nell’abuso d’ufficio. L’offerta avrebbe come unico scopo quello di accelerare il più possibile le indagini in maniera che, se ravvisate, emergano le responsabilità. E comunque l’inchiesta proceda spedita. Un’istanza di chiaro stampo commerciale: l’attività del porto turistico imperiese e il completamento delle opere nel bacino possono procedere ma solo se Acquamare riesce a “vendere” tutti e 1238 i posti barca. Oppure il rischio che corre la società a medio termine è la chiusura del cantiere e, inattesa, il progressivo licenziamento delle maestranze.
[Il Secolo XIX - 12-11-2010]

A me lo stampo sembra diverso dal carattere commerciale.
I difensori a oltranza dell’opera saranno pronti a dire che se qualcosa si fermerà sarà per colpa della magistratura e dell’opposizione: se me lo potessero risparmiare mi farebbero un favore, ma lo farebbero soprattutto all’intelligenza degli imperiesi.
C’è dunque da augurarsi, come mi ha detto anche un autorevole componente del Pdl, che se c’è da arrestare qualcuno, lo si faccia pure, ma che l’opera sia portata a termine. Perché ormai ci hanno portato a questo paradosso: siamo tutti a pregare che il più grande porto del mediterraneo non rimanga un’opera nel deserto, non per colpa dei magistrati e dell’opposizione, ma di qualche furbetto del caruggio che voleva la fetta di torta più grande possibile.

Scritto da Angelo Amoretti

12 novembre, 2010 alle 13:03

Andiamo avanti

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E’ venuto il momento di provare a riprendere a scrivere e spiegare il motivo di questo mio lungo silenzio dovuto soprattutto a un grave lutto: in pochi mesi un male incurabile si è portato via Lea, una persona molto speciale per me.
Anche a lei piaceva la nostra città e come la maggior parte di chi arriva da fuori, era rimasta affascinata dai borghi come la Foce, la Marina, il Prino, il Parasio e forse in futuro avrebbe potuto decidere di fermarsi qui, ma ha cessato di vivere domenica 24 ottobre.
Conosceva la mia passione per il blog – il nome e il logo di ImperiaParla li devo a lei – e mi ha sempre spinto a continuare nei momenti di crisi.
Per questo adesso cercherò di ricominciare, perché so che è quello che vorrebbe, se ci fosse ancora.

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Scritto da Angelo Amoretti

10 novembre, 2010 alle 12:44