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Piccoli comitati crescono [II]

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Venerdì scorso, alla Sala Varaldo, si è tenuto un incontro tra tutti i direttivi dei vari comitati cittadini formatisi in questi anni: quelli che, per capirci, si battono contro il sorgere di centrali a biomasse, antenne e discariche.
La riunione dovrebbe aver dato vita ad un unico grande movimento trasversale e la cosa non può che farmi piacere. Ho usato il condizionale perché al momento non ho altre notizie se non che alla riunione sono stati invitati anche i consiglieri comunali di opposizione Pasquale Indulgenza (PRC) e Giuseppe Zagarella (PD).
Giovanni Bonifazio, che sa il motivo per cui non ho potuto esserci, mi ha scritto queste righe:

La nostra è un’aggregazione spontanea di cittadini, provenienti da diversi ambienti culturali e da diverse esperienze professionali, che ha un scopo comune: partecipare con un’azione diretta alle scelte della amministrazione comunale- provinciale – regionale.
Il comitato è nato a seguito dell’iniziativa spontanea di un gruppo di cittadini che non condividono le scelte di una centrale che brucia olio per produrre energia elettrica nel solo interesse di un privato, soprattutto, non sono disposti ad essere presi in giro con la storiella dell’opera alla quale non ci si può opporre in quanto sottoposta alle norme cogenti della legge.
Nel corso della nostra azione ci siamo imbattuti in tanti problemi di natura ambientale, molti estremamente semplici, per i quali basta poco per trovare una soluzione a condizione che si abbia una certa esperienza sul tema.
Il comitato si propone di raccogliere e rappresentare le istanze di chi vive la città, intesa come comunità di persone, cercando di riportare il cittadino – troppo spesso fruitore passivo, anche se critico, dell’amministrare, al centro del processo politico.

I nostri valori
Crediamo nella partecipazione attiva e costruttiva, che non può dunque esimersi dall’impegno civile e dall’assunzione delle responsabilità.

Il cittadino non può essere soltanto fruitore
Il nostro fare politica fonda le sue radici anzitutto nell’essere cittadini attenti alle vicende e alle sorti del contesto in cui viviamo; la nostra ambizione è che questo contributo si collochi a livello istituzionale, affinché l’esperienza delle forze di rappresentanza tradizionali possa arricchirsi di un punto di vista diverso.
Il nostro lavoro è umile ed entusiasta, fatto da un movimento di persone interessate alla collettività, sempre alla ricerca di nuovi contributi e collaborazioni, in una rete reale di conoscenza e scambi culturali.
Siamo convinti che l’unione fa la forza e che non possiamo continuare a subire scelte che molte volte rispondono solo a interessi particolari.

Bonifazio, in una breve intervista che leggo su La Stampa di oggi, dice che trattasi di un movimento apolitico e non sono d’accordo: al limite lo si potrebbe definire apartitico perché la politica, e Bonifazio lo sa meglio di me, la facciamo già dal mattino, a seconda del latte e del caffè che decidiamo di usare.
I comitati erano così rappresentati:
Giovanni Bonifazio per il Comitato Barcheto e dintorni;
Bruno Rossi per il Comitato Campirossi;
Alberto Poggi per il Comitato contro le antenne di via Don Minzoni;
Giovanni Zecchini per il Comitato Borgo di Oneglia;
alcuni rappresentanti del Centro sociale la talpa e l’ orologio, del Comitato Borgo Prino, del Comitato contro la discarica Ponticelli, del Comitato Castelvecchio e del Comitato di via Nazionale.
Qualcosa si è dunque messo in movimento e speriamo che non ci siano guasti sul percorso.

Scritto da Angelo Amoretti

22 novembre, 2009 alle 17:50

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Piccoli Comitati crescono

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E così gli abitanti di Borgo Prino, zone limitrofe e resto della Valle, hanno deciso di uscire allo scoperto.
Lo faranno alle 20.30 del prossimo 12 ottobre al Centro Polivalente di Piazza Duomo, in una pubblica assemblea in cui si discuterà di rumore, sporcizia e degrado in cui versano il borgo e le frazioni a monte: Poggi, Clavi e Torrazza.
In attesa di sapere quale sarà il programma del “Comitato per la Salvaguardia e la Valorizzazione del Prino e zone limitrofe” (così è denominato), desidero fare qui alcune considerazioni.
Ma prima rivolgo una preghiera a chi cercherà di tirare fuori la famosa “antipolitica”, perché qua non si tratta di essere “contro” la politica, ma al limite, contro i politici che ci amministrano (e finanche quelli che stanno all’opposizione). Quindi evitiamo di usare a vanvera questa parola perché così non si va da nessuna parte.
Per fare politica non bisogna necessariamente essere iscritti a un partito (dei 33 esistenti su territorio nazionale), né tanto meno essere in Consiglio comunale, nella Giunta o nei Consigli circoscrizionali.
La politica, per come la penso io, la fanno tutti, ovunque, senza magari rendersene conto. Se poi qualcuno si aggrega in un gruppo, discute e propone delle idee (che possono diventare soluzioni) allora siamo in presenza di politica con la “P” maiuscola.
Il fatto che del comitato suddetto faccia parte Pier Alessandro Adolfo, la dice lunga sulla delusione dei cittadini nei confronti degli amministratori.
Adolfo è consigliere della Prima Circoscrizione: quella del Prino e delle frazioni a ovest della città.
Già questo dimostrerebbe che la Circoscrizione ha in parte fallito.
Lo dico con il massimo rispetto per il Presidente e tutti i Consiglieri perché in Circoscrizione ci sono stato: funzionava male già vent’anni fa e oggi pare sia peggiorata. Non per colpa dei Presidenti, ma per il poco potere decisionale e i ridicoli fondi annuali di cui dispone.
Quindi, ritornando a un discorso che feci già tempo fa, non vedo sbocchi: o la si fa funzionare o la si abolisce. Tanto più che, come si vede, la Circoscrizione è scavalcata e sostituita dai Comitati.
Come se non bastasse, Sandrino Adolfo ha due fratelli: uno in Comune e l’altro in Parlamento. Lasciamo stare Vittorio che ha altro di cui occuparsi, ma se Sandrino va “contro” suo fratello Benedetto che è in Giunta Comunale, viene da pensare che i collegamenti, se non funzionano tra fratelli, figuriamoci con gli altri.
Se ne deduce, come peraltro detto chiaro e tondo, che i promotori del Comitato sono “stanchi di subire e problemi da risolvere”.
Sono stanchi del Palazzo, in parole povere. O, per meglio dire, della latitanza del Palazzo.
Mi auguro che nessuno si scandalizzi e che consideri questo fatto senza isterismi: non si tratta di fare rivoluzioni, ma di dare una scossa a chi ci amministra, nella speranza che non rimanga fulminato, ovviamente, e che invece si svegli e guardi un po’ più in là del molo lungo di Porto Maurizio.
Parlare di liste civiche per le prossime elezioni, tipo “Uniti per Porto Maurizio” o “Grillo-Porto Maurizio”, mi sembra prematuro, ma la nascita di questi comitati non può che fare del bene alla città perché trattasi di democrazia che, come si dice, viene dal basso.
E vedremo se riuscirà ad andare un po’ più in alto.

Scritto da Angelo Amoretti

24 settembre, 2007 alle 12:04

Pubblicato in Politica

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