Archivio per tag ‘crisi economica’

I poveri del nuovo millennio

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Leggo su Il Secolo XIX : “A Imperia tante persone che non arrivano alla fine del mese cercano frutta e verdura invenduta prima che venga buttata“.
Si aggirano per i mercati di Porto e Oneglia in cerca di frutta e verdura che i fruttivendoli, a fine mercato, abbandonano perché il giorno dopo sarebbe guasta e invendibile.
Tre di questi sono Luciano, Francesca e Lino. Non sono barboni: Francesca lavora e ha 800 euro al mese di stipendio, ma ne paga 500 di affitto. Luciano è rimasto senza lavoro a 50 anni perché l’azienda dove lavorava è fallita e Lino è un pensionato da 350 euro al mese. Non si vergognano di quello che fanno, anzi, Luciano si vanta di avere l’occhio critico e di saper riconoscere un pomodoro sardo da quello ligure.
Lino cerca lattuga e arance per fare le spremute.
Vorrei, nel mio piccolo, dare una speranza a Luciano, Francesca e Lino: tenete duro, ragazzi, quando ci sarà il nuovo porto, magari tra gli avanzi troverete frutta esotica e verdura ancora più rara.

Scritto da Angelo Amoretti

29 settembre, 2008 alle 16:31

Lotta al carovita

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La Forneria di via Cascione a Porto Maurizio ha lanciato una singolare iniziativa: pane a 1 euro al chilogrammo la terza settimana del mese.
Ciò significa che chi a quel dato momento del mese avrà ancora qualche euro in tasca, un chilo di pane l’avrà assicurato.
Scherzi a parte, l’articolo che Giorgio Bracco ha scritto oggi su Il Secolo XIX denota almeno due cose:
1) a far fatica ad arrivare a fine mese probabilmente non sono soltanto le casalinghe e i pensionati, ma anche “impiegati postali, poliziotti, dipendenti pubblici: anche loro, con 1200-1300-1400 euro di stipendio, possono trarre importanti vantaggi dalla nostra offerta” se anche loro fanno la coda in panetteria;
2) volendo, si può vendere il pane, almeno per una settimana al mese, a un euro al chilo anziché a due e mezzo, come avviene in genere in città. E questo perché chi produce il pane in proprio “nonostante l’aumento di elettricità, acqua, carta, spese per il personale, tasse, magari riducendo i suoi utili, può reggere“, come dice Giovanna Scopelliti che con il marito Salvatore Brancatelli gestisce la panetteria.
Forse qualche loro collega non può permetterselo, altri forse potrebbero, ma non vogliono.
Nel frattempo le vendite de La Forneria sono aumentate del 30% e se qualcuno ha notizia di Mister Prezzi a Imperia, me lo faccia pure sapere nei commenti.

Scritto da Angelo Amoretti

23 settembre, 2008 alle 17:12

Imperia: c’era una volta il turismo

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Il turismo è in crisi seria e questi due interventi su Il Secolo XIX di oggi lo dimostrano.
Purtroppo, a mio avviso, il problema è a monte: gli italiani fanno sempre più fatica ad arrivare alla quarta settimana. I giornali e le televisioni possono girarsela come vogliono, ma la realtà è questa: nel nostro bel Paese il benessere è di pochi, ma sempre più ricchi; il malessere di molti, sempre più poveri, e il divario si sta allargando pericolosamente.
Ma siamo un popolo che sa reagire, vinciamo medaglie d’oro alle Olimpiadi, con uno schioccar di dita facciamo sparire l’immondizia da Napoli e salviamo Alitalia che è morta da anni.
E poi avremo le Vele d’Epoca a rimettere a posto i conti, e poi ancora il porto turistico che farà diventare Imperia la Saint Tropez italiana.

«Vedo in giro i dehors di bar, ristoranti, chioschi con sempre meno gente. La crisi dei consumi e delle famiglie italiane pesa e molto, ma sono preoccupato dal fatto che, seppur in giro si vedano migliaia di turisti gli affari, per tutti o quasi, vanno male. L’analisi è molto semplice: i vacanzieri sono alloggiati in casa, nella propria o in affitto, fanno la spesa al supermercato e non mangiano più fuori, vanno sulla spiaggia ma quella libera dove non si paga e di sera, al posto del tavolino al bar, preferiscono il cono da mangiare passeggiando, guardando le vetrine ma senza fare shopping. Ecco, la crisi è tutta qui.
Bisogna sederci tutti attorno allo stesso tavolo per cercare di capire sino in fondo quali sono i problemi che impediscono al movimento turistico di mantenere gli standard del passato. Occorre veramente prendere di petto la questione: in caso contrario, e più che un rischio è ormai un dato conclamato, quest’inverno hotel, alberghi e pensioni della Riviera potrebbero tenere chiuso. Se non si fa qualcosa, di urgente edi impatto, la prossima estate potrebbe trasformarsi un un autentico bagno di sangue».
Americo Pilati, presidente della Federalberghi

«Guardate i “bagni”. Ci siamo inventati l’idromassaggio, il fitness, la musica, le aree ad hoc per i bambini… Gli stabilimenti balneari di Imperia sono diventati quasi dei villaggi turistici, ormai. Eppure, quando arriva un turista e ci chiede l’ombrellone per dieci giorni lo guardiamo come fosse una mosca bianca, gli facciamo un monumento. Da qualche anno è cambiato tutto: una volta le famiglie si fermavano qui per un mese, oggi tre, quattro giorni al
massimo. E poi via, ripartono verso casa».
Gianmarco Oneglio, presidente del Consorzio che raccoglie una decina di operatori balneari.

Il Secolo XIX – 13 agosto 2008

Scritto da Angelo Amoretti

13 agosto, 2008 alle 10:04