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Pino Cipolla, biografia non autorizzata

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Secondo il libro, la biografia di Pino Cipolla sarebbe stata, in una normale società, nient’altro che il racconto della vita di un piccolo borghese venuto dal nulla che con la sua intraprendenza e con la sua abilità nell’intrecciare rapporti di amicizia e di simpatia con i clienti, ha saputo costruire un grande patrimonio di relazioni nel campo della commercializzazione dei prodotti alimentari. Si dice che nella vita avventurosa dei grandi manager c’è sempre, soprattutto alle origini, una zona oscura. Ma poi il buio generalmente si dirada. Su quel che accade, invece, agli esordi imprenditoriali di Pino Cipolla, il segreto resta privo di smagliature. Gli insegnamenti sono essenziali nella sua vita. Inizia lavorando per il gruppo Costa nel 1967. Angelo Costa è presidente di Confindustria, un potente della prima Repubblica, è diventato potentissimo ed autorevole proprio grazie al regime democristiano. Cipolla si getta nella carriera interna al gruppo Costa –che allora aveva 4500 dipendenti- come un enfant prodige che scala tutte le posizioni. Diventa direttore di Filiale a Napoli a soli 21 anni, capo area centro sud a 25 e, trasferito in Spagna alla controllata Minerva, ne diventa Direttore Commerciale a 28. È titolare del record della più veloce carriera che si conosca in gruppo Costa. Contro questa ascesa si accumulano invidie e gelosie professionali. Sempre respinte. Cipolla è unanimemente considerato dai vertici un bravissimo venditore, un poliglotta conoscitore del trading dell’olio. Le opere e i giorni dell’uomo di Imperia, bisognerebbe titolare il libro. A leggerne la trama si ha forse una risposta alla domanda: come mai un uomo cosi capace, dopo aver raggiunto professionalmente grandi risultati nell’olio, dopo aver ‘aperto’ all’olio tanti mercati, dopo essere stato considerato un Maestro nelle tecniche di vendita al punto di farne un professore universitario, oggi –sessantancinquenne- si batte ancora per portare il Made in Italy agroalimentare sulle tavole dei Paesi più lontani? Per passione o per bisogno di gloria?

L’AUTORE.

Diego David, giornalista, nato a Genova nel 1969, lavora a “Il Secolo XIX” di Imperia per il quale si occupa di cronaca cittadina. In precedenza ha collaborato con “Il Corriere Mercantile-Gazzetta del Lunedì”, “Il Giornale”, “La Riviera”, “Radio 103” e al sito web “Sanremonews”. E’ stato addetto stampa del Comune di Imperia tra il 2000 e il 2009. Chiamato da Pino Cipolla nel 1999 ha ricoperto il ruolo di responsabile dei rapporti con i media del Gruppo Borelli e dell’Imperia calcio.

Il libro è reperibile presso le edicole Mietto in Via Cascione a Porto Maurizio e Merello in via XXV aprile a Oneglia.

Scritto da Angelo Amoretti

10 gennaio, 2015 alle 15:35

Pubblicato in Libri

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Solidarietà al giornalista Diego David

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Diego David, noto giornalista de Il Secolo XIX, è stato querelato da Ivo De Michelis e Giovanni De Cicco per via di questo articolo. Lo ha annunciato lo stesso David durante il suo intervento a Villa Grock, nell’ambito dell’incontro con i giornalisti de il Fatto Quotidiano. In precedenza era stato querelato dall’On. Claudio Scajola per la storia di quel sondaggio. Per questo è stato querelato anche Sanremonews.
Al contrario di certi garantisti liberali all’amatriciana che sostengono che la querela sia un’arma di difesa per tutelare la propria dignità, io penso, e sono libero di pensare, che spesso sia arma di offesa, quindi di intimidazione.
In ogni caso sarà poi il giudice a stabilirlo e qui non si tratta di fare processi mediatici a uno o all’altro, ma semplicemente di sostenere, con convinzione, il giornalista: un professionista che ha fatto il suo dovere (informare) e forse ha toccato qualche nervo scoperto.
La lotta è ìmpari, ma a volte può capitare che David(e) abbia la meglio su Golia e nei tribunali spesso vengono fuori cose assai interessanti. Per questo mi auguro che si vada fino in fondo.

Scritto da Angelo Amoretti

4 agosto, 2012 alle 16:31