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Domenico Abbo: “La colpa? E’ degli imperiesi”

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Domenico Abbo, che scopro essere affezionato lettore del mio blog, e per questo lo ringrazio, mi ha inoltrato la lettera che tre giorni fa ha mandato a La Stampa e la pubblico con piacere:

LA COLPA? E’ DEGLI IMPERIESI

Sulle vicende politiche (e risvolti giudiziari) di Claudio Scajola si sono versati fiumi di inchiostro: molto meno sulle implicanze locali.
Le “dimostrazioni di affetto” di questi giorni di alcuni consiglieri regionali fino a scendere ai presidenti di bocciofila e a agli affranti elettori sfiora il culto della persona: seppur lontani i pellegrinaggi a Roma, gli sbraccianti saluti e battimani al passaggio di macchina ministeriale con tanto di sirene spiegate che svegliavano la sonnolenta Imperia, le ultime vicende fotografano ancor meglio l’atteggiamento prono di buona parte degli imperiesi che, lo dico con un po’ di vergogna, non manca di una certa trasversalità.
Compreso, in tali atteggiamenti, il lamento sulla perdita di un forte rappresentante del territorio. Occorrerebbe che qualcuno ci spiegasse anche cosa non ha fatto Scajola per Imperia: l’eterno incompiuto raddoppio ferroviario, l’Aurelia bis solo sulla carta, l’Università che non avrà mai l’autonomia e che sforna laureati senza sbocco occupazionale, per non parlare del porto più bello del mediterraneo ecc.
Siamo ben lontani dai risultati che portarono a casa in altri tempi, tanto per rimanere nella stessa area, i Lucifredi e i Manfredi.
Gli imperiesi manifestano in questi giorni una particolare “sindrome di Stoccolma”.
Certi loro comportamenti riportano alla mente Remo Gaspari, potente ministro degli anni 80. Si narra che nei pressi della sua villa, in Abruzzo, un passante fu azzannato dal suo cane. Siccome lo sventurato era anche un “suddito fedele” si recò prontamente dal ministro e, anziché chiedergli i danni, gli chiese scusa per aver importunato il cane!
Claudio Scajola ha un concetto di gestione del potere verticistico/accentratore, preferisce a ogni livello contornarsi di persone che non disturbino troppo il conducente e non si è mai posto il problema delle cariche dei suoi familiari (cosa che, anche se legittima, appare poco opportuna).
Come ha osservato qualcuno ha sette vite e quindi lo rivedremo ancora (difficilmente ai livelli raggiunti in precedenza).
Chi, come chi scrive, non si è mai inchinato nel “momento del delirio”, oggi guarda con rispetto e distacco alla sua vicenda e sente il dovere di ricordare agli imperiesi che ci sono forme più “elevate” per vivere la politica di questa città. Che ne avrebbe tanto bisogno.

Domenico Abbo

Scritto da Angelo Amoretti

30 gennaio, 2013 alle 20:20

Pubblicato in Politica

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Il Sindaco di Lucinasco (IM) interviene sulla crisi politica

5 commenti al post

Come ebbi già a dire, non conosco il sig. Abbo, ma anche stavolta desidero portare alla vostra attenzione la lettera che ha scritto a La Stampa, pubblicata oggi.
Del Sindaco di Lucinasco ammiro anche la discrezione e la non-autoreferenzialità: non mi pare, infatti, che per esprimere opinioni, abbia finora usato i vari portali locali, cosa che fanno in molti senza starsi a chiedere quanto sarà grande la figura del cioccolatino che andranno a fare. No: lui scrive a La Stampa e via.
Se vuole può scrivere anche a me perché, ripeto, le sue missive offrono notevoli spunti di riflessione e le pubblico con piacere.
Su una cosa sono d’accordo, stavolta: non capisco perché la scelta del futuro sindaco di Imperia, nel caso ci fosse una coalizione con altri partiti, debba spettare al Partito Democratico.

Ah come sono lontani i tempi in cui Burlando per una imboccatura contromano veniva esposto al pubblico ludibrio! Ingiustamente perché un politico si giudica da come amministra e non per fatti estranei al suo mandato, nel suo caso guidare l’auto.
A Chiusanico il presidente della Regione ha incassato i vivi apprezzamenti di Luigi Sappa (che fanno paio con le singolari dichiarazioni di Zoccarato di qualche tempo fa) e nel pomeriggio nella piccola Arzeno d’Oneglia, per l’occasione diventata l’ombelico di Liguria con nutrita rappresentanza regionale e della moribonda Provincia, ha sollevato l’entusiasmo dei sindaci presenti del centrodestra (che poi sono tutti se si esclude il sottoscritto) con battimani e convinte approvazioni.
Che sta succedendo? Quali le ragioni di questo clima bipartisan?
E’ solo il segno evidente di un centrodestra imperiese palesemente orfano di punti di riferimento o un «embrassons nous» fra la destra e la sinistra tradizionali che si sentono minacciate dagli annunciati sconvolgimenti elettorali della prossima primavera?
Per chi come me non vive di politica, ma vive la politica come passione, la cosa non solleva grande interesse: prendo atto con piacere del consenso di Burlando.
Sarebbe più interessante invece che qualcuno ci facesse sapere cosa intende fare il Pd a livello nazionale come a livello locale.
In Italia, quello che secondo i sondaggi è il primo partito italiano, manca di scelte chiare e univoche sui temi della persona, manca di una politica economica che dia risposte adeguate alla crisi attuale e di un necessario quadro di alleanze a tutt’oggi neanche ipotizzato.
A Imperia, dove il terremoto politico della scorsa primavera costringerà molti partiti a nascondersi dietro il dito delle liste civiche e di fumosi esponenti della società civile il Pd, fra i pochi partiti rimasti in campo perché grazie al cielo non ha nulla da vergognarsi, dovrebbe dare segnali diversi di vitalità.
Per iniziare, un programma con i grandi temi: una città pulita e a misura di cittadino prima che per il turista, attenzione ai temi sociali e alle fasce più deboli, politiche di sgravio a favore delle attività produttive, e, ovviamente, il problema porto e quello del depuratore tanto per citare i più pressanti.
Non serve vergare opuscoli con capitoli e paragrafi: basta essere credibili attraverso l’elencazione di pochi punti (Berlusconi docet), individuando problemi da risolvere e promesse da mantenere.
Bisogna discutere direttamente con i cittadini per colmare la distanza fra questi ultimi e la politica, e questo anche a livello locale.
Occorre alla fine individuare un candidato sindaco (anche nell’ambito di una coalizione non può che spettare in prima istanza al Pd considerate la sua cifra elettorale) e questo deve essere un politico, nel solco di un non più prorogabile rinnovamento del partito come richiesto dagli elettori nelle ultime due tornate amministrative.
E’ una ipotesi per un percorso lineare; bisogna dire che ad oggi si è visto ben poco di tutto questo: individualismi più o meno velati, riunioni di corridoio fra i soliti noti, confronti fra forze politiche a livello esplorativo e altre liturgie da prima repubblica sono una seria minaccia per i risultati che sarebbe lecito attendersi dalla situazione licenziata nel maggio scorso.
E attenzione: qualcuno non pensi di avere la vittoria in tasca.

Domenico Abbo, Sindaco di Lucinasco – La Stampa, 31 luglio 2012

Scritto da Angelo Amoretti

31 luglio, 2012 alle 16:11

Il Sindaco di Lucinasco (IM) scrive a Strescino

17 commenti al post

Domenico Abbo, Sindaco di Lucinasco, ridente paesino dell’entroterra imperiese, noto per l’olio di Lucinasco e il laghetto di Lucinasco, ha scritto una lettera a La Stampa che condivido in pieno per cui la pubblico sotto forma di immagine perché oggi la mia impiegata si è presa un giorno di ferie e non ho tempo di ricopiarla.
Preciso che non conosco Domenico Abbo e che non so di che colore sia la lista civica che lo appoggia:

Tra tutti i commenti che ho letto in giro (pochi, troppo pochi) a mio parere questo è una spanna sopra a tutti.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2012 alle 12:55