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Presentato a Imperia il Nuovo Centro Destra

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Questa mattina si è presentato il Nuovo Centro Destra: con Strescino, Minasso e Saso (per parlare dei locali) c’è anche Alberto Bellotti che a Imperiapost ha detto:

Il senso dello Stato ci deve accompagnare quotidianamente in tutte le nostre azioni. E per senso dello Stato intendo l’interesse pubblico che per quello che ci riguarda deve essere perseguito sempre in via esclusiva. Le aspettative politiche del singolo devono venire sempre dopo.

Se non sbaglio si tratta dello stesso Bellotti che è sotto processo con Gianni Giuliano, Alessandro Barla e Danilo Sfamurri per reati ambientali e abuso d’ufficio per quando era assessore provinciale all’ambiente, quindi deve avere un senso dello Stato che passa ogni immaginazione ed è uno che, molto probabilmente, andrà a sedersi in Parlamento.

Scritto da Angelo Amoretti

14 gennaio, 2014 alle 16:48

Porto di Imperia, la “vendetta”: il piano B degli antiscajoliani

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Minasso e Grillo agganciano l’imprenditore Vitelli in caso di fallimento.

Mentre l’amministratore della spa Giuseppe Argirò tenta di salvare il porto di Imperia, districandosi tra concordati giudiziari e trattative con le banche, per riportarlo sotto il controllo del Comune, all’orizzonte si profila un piano B. Quello che contiene anche la più perfida delle vendette politiche. In caso di un fallimento, infatti, la fronda anti Scajola dei pidiellini Eugenio Minasso e Paolo Strescino, con l’appoggio di Luigi Grillo, ha contattato il re della nautica italiana Paolo Vitelli per provare a rilevare il porto in zona Cesarini.
Eugenio Minasso, Paolo Strescino, Luigi Grillo e il “Cavaliere Bianco”. C’è un’opzione “B” al piano di salvataggio che Giuseppe Argirò, amministratore della Porto Imperia spa, sta tentando di concludere destreggiandosi tra concordati giudiziari, trattative incandescenti con le banche e la gestione quotidiana dello scalo.
Se l’operazione di Argirò non dovesse avere successo e il giudice si ritrovasse di fronte al fallimento della società, a Imperia c’è chi ha pensato ad una possibile alternativa.
L’arrivo di un imprenditore in grado di intervenire con forze proprie e magari con una “colletta” nei confronti dei proprietari dei posti barca – che di fronte all’ipotesi di perdere tutto accetterebbero probabilmente un altro esborso – e rilevare il porto. Non è un caso che i primi a muoversi su questo possibile scenario siano stati gli avversari dell’ex ministro, nonché primo sostenitore del porto, Claudio Scajola: ovvero l’ex deputato Eugenio Minasso e l’ex sindaco Paolo Strescino. Attraverso la mediazione dell’ex senatore, anche lui Pdl, Luigi Grilllo hanno preso contatto con Paolo Vitelli, da poche settimane neodeputato con la lista Monti, ma soprattutto proprietario di un gruppo leader della nautica come Azimut, nonché gestore dei porti di Varazze, Livorno, Viareggio. L’industriale avrebbe manifestato perplessità per l’operazione a causa del velenoso clima politico locale, ma con il ventaglio di combinazioni possibili non è escluso che decida di fare rotta a ponente. Uno sbarco che, a determinate condizioni, rappresenterebbe un affare per Vitelli e anche la più crudele delle vendette per gli anti scajoliani.
La strada battuta invece da Argirò, manager sostenuto dall’industriale Gianfranco Carli, è quella di un risanamento da raggiungere attraverso l’accordo con le banche e l’uscita – con passaggio delle quote al Comune – dell’ormai decotta Acquamare, altra srl di Caltagirone, che detiene ancora un terzo di Porto Imperia (gli altri due terzi sono del Comune e del gruppo di imprenditori locali).
In attesa che il giudice Ottavio Colamartino si pronunci sul piano concordatario di Argirò, la Porto di Imperia spa cerca di mandare avanti uno scalo costruito a metà.
Proprio ieri la società ha ricevuto da Roma il nulla osta della commissione di Valutazione Impatto Ambientale del ministero che ha ritenuto le difformità progettuali compatibili, fissando però alcune prescrizioni per il monitoraggio della posidonia per sette anni.
Nel frattempo sta per aprirsi il cantiere che completerà la viabilità interna e nello stesso tempo porterà a termine l’allaccio fognario mai realizzato da Acquamare, il tutto per una spesa di 700 mila euro.
Poi è prevista la risistemazione della passeggiata nella zona della hall del mare, e a giugno sarà finalmente disponibile la grande autorimessa.
E, a sorpresa, Argirò sta valutando l’ipotesi di una riduzione delle volumetrie residenziali.
Da segnalare infine che, se fino all’esplosione dello scandalo giudiziario (il processo per truffa è in corso a Torino) il porto era un far west gestito in anarchia, oggi è oggetto di un surplus di attenzioni da parte di tutti i possibili organi di controllo dalla Capitaneria alla Asl, all’Arpal. «Lavoriamo per recuperare credibilità – dice Argirò – e contiamo su una collaborazione più proficua con gli organi di controllo al di fuori di eccessi formali e particolari rigidità».

Marco Preve – la Repubblica, 27 marzo 2013

Scritto da Angelo Amoretti

27 marzo, 2013 alle 9:17

Politiche 2013: analisi a bocce [quasi] ferme

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I candidati imperiesi alle politiche 2013 sono stati sconfitti e nessuno dei nostri concittadini andrà a Roma.
Mi dispiace, e lo dico senza ironia: tutti, a loro modo, sono persone rispettabili, le conosco personalmente e a loro va il mio “pat-pat” sulla spalla.
Per quanto mi riguarda la sconfitta è stata cocente perché non ho problemi a dire che per il Senato ho votato Carla Nattero (SEL) e per la Camera Pasquale Indulgenza (Rivoluzione Civile), non me ne vogliano Giuseppe Fossati (FLI) e Eugenio Minasso (PDL), ma conoscendomi so che non si meraviglieranno e a loro, come a tutti gli altri, va la mia solidarietà.
Detto questo, i due sconfitti illustri, senza ombra di dubbio, sono Eugenio Minasso e Carla Nattero.
Solo loro due avevano concrete possibilità di potercela fare, ma chi per un motivo, chi per l’altro, non ci sono riusciti.
Più grave è la sconfitta di Minasso: aveva il vantaggio di essere deputato “uscente”, ma se c’è qualcuno, addirittura del tuo stesso partito, che ti mette il bastone tra le ruote, l’impresa diventa ardua.
Per quanto riguarda Carla Nattero, visti i precedenti delle primarie, direi che i bastoni tra le ruote se li è messi da sola, forse per strategia e/o carenza di comunicazione. Lei si è data da fare, ma forse l’apparato che le stava intorno non ha funzionato alla perfezione.
Non è mia intenzione, comunque, fare polemiche qui.
Ormai i giochi sono fatti e visto che si aspettavano i risultati delle politiche per tirar fuori le strategie (e le eventuali alleanze) in vista delle amministrative di maggio, sarà interessante vedere cosa succederà nelle prossime settimane.
Il Partito Democratico, la cui dirigenza provinciale, a mio modesto parere, dovrebbe fare le valige, non ha ancora detto una parola sulla figuraccia fatta a livello nazionale e, ad oggi, non sappiamo con chi aprirà i tavoli da pic nic. Pare che ci sia un asso nella manica che sarà reso noto fra una settimana circa, ma sebbene mi sforzi, non riesco a immaginare cosa potrà tirare fuori dal cilindro.
Leggo dalle sue dichiarazioni che Carla Nattero farà tesoro di questa  esperienza per arricchire il suo futuro politico.
A me piacerebbe invece che sia lei che Pasquale Indulgenza, detto con il massimo rispetto, individuassero, tra i loro partiti, qualche faccia nuova da presentare alle amministrative, magari qualcuno/a da aiutare, da seguire, ma “da dietro le quinte”: un delfino, o una delfina, insomma, ammesso che possa essere individuato.
Tra tutti gli interventi che vi segnalo qua sotto, mi piace la sottile ironia di Vittorio Adolfo nei confronti dell’Udc di Pierferdinando Casini.

Le dichiarazioni di Pasquale Indulgenza
Le dichiarazioni di Eugenio Minasso
Le dichiarazioni di Giuseppe Fossati
Le dichiarazioni di Carla Nattero

Scritto da Angelo Amoretti

26 febbraio, 2013 alle 21:08

“Patto del coniglio”: il giorno dopo

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Dopo quello che io chiamo “il patto del coniglio” l’unica reazione sensata e senza peli sulla lingua che ho trovato sui giornali e in rete, è quella dell’On. Eugenio Minasso in questa intervista rilasciata al Secolo XIX. Chi mi conosce sa quanto sia distante dalle idee del deputato del PDL, ma qui non si tratta di idee, bensì di opinioni. E la sue, questa volta, coincidono con le mie, per cui le riporto, dato che al momento non ne ho lette altre di simili.

«Di questo passo i cittadini sul monte Calvario ci crocifiggeranno i politici, altro che cene carbonare. E poi, se si trattava di una rimpatriata tra vecchi amici non capisco perché l’onorevole Scajola si sia fatto accompagnare da due uomini di scorta pagati con le tasse di tutti».
Eugenio Minasso, deputato Pdl prende come (facile) spunto la location, la Confraternita della Santissima Trinità al monte Calvario sulle alture di Porto Maurizio, scelta per l’incontro conviviale promosso dal costruttore Ivo De Michelis alla quale hanno partecipato, appunto, l’ex ministro Claudio Scajola e una dozzina di fedelissimi, per dissociarsi nettamente da «un certo modo di fare politica», che a suo dire «è sorpassato e rinfocola solo l’antipolitica». Al contrario, Minasso dice di voler mostrare la sua «anima popolare, di deputato dalla parte dei cittadini». E di custode dei problemi del territorio.
«La gente – sostiene Minasso – non arriva alla fine del mese, non ha i soldi per curarsi, mentre questi vanno in un luogo lontano da tutti a “spartirsi” la provincia, con due ex sindaci, Giovanni Bosio e Gaetano Scullino, le cui amministrazioni sono state sciolte per mafia. Avranno modo dimostrare la loro estraneità, ma non era proprio il caso. Gli elettori questi atteggiamenti non li sopportano più e laprossima volta, se lo sapranno, ci saliranno con i forconi sul monte Calvario. E farebbero solo che bene».
«Mentre questi presunti maggiorenti del partito erano segretamente riuniti a tavola alla Santissima Trinità – insiste Minasso – anch’io ero a cena, ma in un locale pubblico, davanti a tutti. A parlare con gli amministratori del golfo dianese. E abbiamo discusso non certo di candidature, ma di problemi concreti che interessano il territorio. In primis, l’impegno per il collettore fognario per allacciare il dianese al depuratore di Imperia e per il passaggio dell’Aurelia-bis sul vecchio tracciato della ferrovia. Sono questi i temi che interessano i cittadini, perché dalla risoluzione dei problemi connessi, ambiente e viabilità, dipende il futuro di quelle comunità, visto che poggiano la loro economia sul turismo». Mentre Minasso era in pizzeria, al Calvario tra una portata e l’altra del “Pepito” veniva sancito il patto di acciaio tra Scajola e De Michelis. I due avrebbero discusso anche del probabile candidato sindaco alle prossime elezioni di Imperia.
C’è ancora molta incertezza, i nomi che si fanno sono quelli di Franco Amadeo, Giacomo Raineri e Franco Amoretti. Nelle preferenze di Scajola ci sarebbe proprio quest’ultimo, in quanto amico di vecchia data dell’ex ministro, e quindi ritenuto da lui più “affidabile”. Anche se il partito non ha rinunciato a cercare un personaggio nuovo proveniente dalla società civile.
Ufficialmente, secondo la versione con cordata per la stampa, l’argomento della serata avrebbe riguardato le infrastrutture provinciali.
Ma allora non si capisce la presenza di exa mministratori come lo stesso Franco Amoretti, Gaetano Scullino e del giovane Angelo Francesco Dulbecco come di altri, che non rivestono incarichi amministrativi.
Tagliente e velenosa la chiave di lettura di Minasso. «Di Fiorito ce n’è uno, mentre noi uomini per bene del Pdl siamo un milione»

Diego David – Il Secolo XIX, 5 ottobre 2012

Scritto da Angelo Amoretti

5 ottobre, 2012 alle 16:33

Nedo Canetti alla politica locale: cambiare direzione

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Ripropongo l’articolo pubblicato su La Stampa del 23 maggio in cui il sen. Nedo Canetti, parlamentare in pensione, auspica un cambiamento di direzione per la politica locale

Il parere di un politico di lungo corso
Canetti: “Crollato un sistema. Ora si vada in altre direzioni”

«Come se niente fosse successo, si continua, nella nostra provincia, a parlare di scajolani e minassiani, magari con qualche spruzzatina di zoccaratiani, quasi che il cuore della vicenda politica locale si racchiudesse ancora in questo stanco dilemma e che, dalla vittoria dell’una o dell’altra fazione, dipendesse il futuro dell’Imperiese. E’ un’immagine statica, superata»: così Nedo Canetti, “storico” parlamentare del PCI, commenta l’attuale scenario provinciale.
Prosegue Canetti, per molti anni protagonista della vita politica, «Guardando ai risultati delle recenti amministrative e alle vicende locali, il quadro che ne risulta è ben altro. I Comuni già a maggioranza di centrodestra, Ventimiglia, Bordighera e Imperia (dove, comunque la si giri, tutto nasce dalla fallimentare gestione Strescino, nata Scajola, con strascico di faida interna al PDL) sono commissariati; il PDL ha perso le elezioni a Diano Marina e Taggia: nell’entroterra è scomparso il simbolo; a Sanremo si regge su un sindaco in odore di “eresia” (dice che addirittura voterebbe Burlando..). Un cumulo di macerie».
Insomma, «è crollato un sistema di potere politico-economico-amministrativo, vissuto sotto l’usbergo di Claudio Scajola, che intanto annaspa tra nuovo PDL, UDC, nuovo centro, moderati e via inventando in politichese».
Conclude Canetti, «non siamo al “tutto cambi purché nulla cambi” di gattopardesca memoria, ma sul serio, in una fase nuova: da lì bisogna partire (e dovrebbero farlo, oltre alle forze politiche, anche quelle produttive) per imprimere la svolta necessaria, tale da dare – usciti dalla vecchia, soffocante cappa – una direzione diversa, veramente innovativa, alla vita e allo sviluppo della provincia».

La Stampa, 23 maggio 2012

Scritto da Angelo Amoretti

24 maggio, 2012 alle 16:35

‘Ndrangheta in Liguria: inguaiati Saso e Minasso

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‘Ndrangheta in Liguria
Le telefonate che iguaiano Saso e Minasso.
[...] Più o meno nello stesso periodo l’attuale consigliere regionale Pdl Alessio Saso si inguaia in vista della tornata elettorale parlando con Vincenzo La Rosa, sospetto fiancheggiatore delle cosche. «Saso – spiega l’Arma – dice che ai soldi per “ringraziare” provvederà personalmente».
E poi fa di peggio.
La Rosa: «I suonatori ci sono…»
Saso: «E facciamoli suonare…Io sono una persona che anche dopo ci si può contare, se uno mi chiede un lavoro, un finanziamento do anche quello…».

In un’altra conversazione, sempre con l’ultrasospettato La Rosa, aveva inguaiato persino un parlamentare.
La Rosa: «Sec’è da lavorare…e quello che si fa lo dobbiamo pur prendere…».
Saso: «Certo, com’è giusto che sia».
La Rosa: «Io non mi sono mai lamentato…ed Eugenio ci ha portato una volta a Roma, abbiamo mangiato, lo abbiamo ringraziato….E lui è stata una persona gentile e io l’ho votato, no?».
Per i carabinieri del Ros «La Rosa parla dell’appoggio elettorale per Eugenio Minasso (oggi deputato e vicecoordinatore regionale Pdl)».

Il 7 aprile del 2010, a elezioni avvenute, i due candidati dei clan si chiamano e commentano.
Saso: «Ciao, allora? È una vita dura…».
Praticò: «Di merda! Vabbè io ho preso 1.800 voti,me ne hanno annullato 536…».
Saso: «Ammazza…».
Praticò: «Hanno scritto Praticò accanto a Biasotti».
Saso: «Ah, ah, ah».
Praticò: «Non riesco a capacitarmi…sto controllando sezione per sezione. Perché andavo a 2.400. Qualcosa che nell’ultima settimana ha cambiato, perchè per lavorare avevo lavorato bene e tutto…».
Saso: «Se ti capita, se riesci a dare uno sguardo a quella cosa di cui ti parlai, così…».

fonte: Il Secolo XIX – 8 luglio 2011

Queste sono le intercettazioni telefoniche pubblicate oggi da Il Secolo XIX che riguardano anche l’on. Eugenio Minasso.
Certo, come dice l’on. Claudio Scajola, “Bisogna vederle nel contesto“. Tipo quando Berlusconi raccontò quella barzelletta che finisce con una bestemmia e Monsignor Fisichella disse che bisogna contestualizzare, per capirci.

Scritto da Angelo Amoretti

8 luglio, 2011 alle 12:44

Imperia nel mirino della ‘ndrangheta

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La ‘ndrangheta del clan Pellegrino “puntava dritto sulla Regione e sul Comune di Imperia” e le indagini per stroncare le infiltrazioni “furono bloccate“. Il tutto sta, a quanto scrive Il Secolo XIX del 12 marzo scorso, nelle due relazioni che i militari del comando provinciale imperiese hanno inviato al Ministero dell’Interno, passando per il Prefetto Paolo Di Menna che peraltro riteneva non ci fossero le condizioni per sciogliere il consiglio comunale di Bordighera.
Nell’articolo si parla di Francesco Costa, l’ex direttore del Catasto di Imperia, che secondo quanto scrivono i militari nelle relazioni, aveva rapporti con Giovanni Pellegrino (”sospetto ‘ndranghetista” in carcere dallo scorso mese di giugno). Costa si è interessato, per mezzo degli ingegneri Simonetti e Leone, a garantire dei lavori alla ditta.
Di questo aveva già scritto Il Secolo XIX dello scorso 29 gennaio e direi che un po’ di nebbia si addensa(va) anche nella nostra città. Mi domando se queste cosucce le sapevano anche Sappa, Amadeo e Strescino quando sono andati a riferire alla Commissione Antimafia di Roma.
Se non le sapevano, ora le sanno.
Mi stupisce che Strescino dica, per esempio, che nessuno sia mai andato a lamentarsi da lui per presunte pressioni di stampo mafioso e che a parte i tre furgoni della DDS incendiati, dalle nostre parti non ci siano segnali allarmanti.
Vorrei sapere chi è quel buon uomo che nel caso dovesse pagare il pizzo a qualcuno, va dal Sindaco e glielo racconta. Al limite se proprio se la sente, va dai carabinieri.
E’ possibile che i tre non sapessero tutto, ma oggi ne sanno un po’ di più e invece di continuare a dire che bisogna tenere alta l’attenzione, che non bisogna abbassare la guardia e bla bla bla, dovrebbero cominciare a fare qualcosa di concreto per il bene della città e della provincia tutta.
Innanzitutto spero che d’ora in avanti non dicano più che da noi la mafia non esiste e poi, tanto per dirne una, Sappa potrebbe suggerire a Bosio, l’ex sindaco di Bordighera, di farsi discretamente da parte anche come capogruppo del Pdl in Provincia, così potrà in tutta serenità preparare il ricorso al TAR contro quella che gli sembra una decisione “abnorme” [termine molto in voga, ultimamente: lo hanno usato anche Rodolfo Leone e Francesco Bellavista Caltagirone per giudicare il provvedimento di Pierre Marie Lunghi in materia di Porto di Imperia, nda].
E dispiace che l’on. Scajola in perfetto stile democristiano e anche un po’ contraddittorio, dia un colpo al cerchio e l’altro alla botte dicendo che ha piena fiducia nella Magistratura, ma che non esistono prove che nel comune di Bordighera ci siano state infiltrazioni mafiose. Un po’ più di decisionismo e autoritarismo in casa propria non ci starebbe male. Sarebbe almeno un segnale a indicare che si vuol fare davvero un po’ di pulizia, perché mi sa che ce ne sia bisogno anche qua.
Al riguardo trovo sorprendente, per usare un eufemismo, la nota rilasciata all’Ansa, lo scorso 10 marzo, in cui l’on. Eugenio Minasso, vice coordinatore ligure del Pdl, riguardo al caso Bordighera, si dice “molto dispiaciuto e preoccupato per le ripercussioni, a livello di immagine, sulla città e sulla provincia tutta”, ma ha “piena fiducia nel Ministero dell’Interno e nel ministro che tale decisione ha proposto e nel lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura” e si augura “che gli amministratori locali possano dimostrare la loro estraneità e la loro lontananza da tali vicende“.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2011 alle 18:57

Il PDL a Genova per il sì al governo Berlusconi

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Non c’entra niente con Imperia, ma quando le notizie riguardano nostri concittadini illustri mi stuzzicano particolarmente.
Curioso che a Genova l’onorevole Claudio Scajola, durante l’adunata del Popolo della Libertà per il “sì al governo Berlusconi”, abbia detto che “sarebbe un attentato alla Costituzione, se chi ha perso le elezioni governasse il Paese, o se chi ha vinto le elezioni andasse all’opposizione” quando proprio il capo del suo partito la Costituzione se la metterebbe sotto i piedi un giorno sì e l’altro anche.
Ed è bello vedere la sequenza di foto che pubblica orgogliosamente Sanremonews: oltre a lui, che deve ancora scoprire chi gli ha pagato parte dell’attico a Roma e che è indagato per associazione a delinquere, ci sono, tra gli altri, Michele Scandroglio, Luigi Grillo, Eugenio Minasso (che alle elezioni è stato aiutato dal clan dei Pellegrino, ma “da loro non ho ricevuto soldi“) e  Giovanni Bosio.
Peccato che non ci siano più fotografie perché qualche indagato sicuramente me lo sono perso.

P.S. Mi scuso per i numerosi link, ma preferisco citare le fonti.

Scritto da Angelo Amoretti

12 dicembre, 2010 alle 1:28

Le posizioni dell’on. Eugenio Minasso

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Come già saprete, l’avvocato Giuseppe Fossati, consigliere comunale del PDL, essendo passato a Generazione Italia (che presto confluirà nel “FLI”, il nuovo partito di Gianfranco Fini), per coerenza, si è dimesso da capogruppo in consiglio del PDL. Un gesto ammirevole.
A seguito delle sue dimissioni sarà necessario nominare il nuovo capogruppo e pare che in lizza ci siano: Maurizio Mattioli, Alessandro Gazzano, Gianluca Lanteri e Paolo Montesano.
Fin qui tutto bene: sia eletto il migliore e sinceri auguri.
Ciò che mi sta togliendo il sonno è la frase che ho letto su Il Secolo XIX del 9 ottobre scorso: “Paolo Montesano, 34 anni, laureato, anch’egli proveniente da Alleanza Nazionale, con posizioni vicine a quelle dell’onorevole Eugenio Minasso“.
Dopo aver sfogliato il kamasutra e non trovando risposte, mi sono seriamente domandato quali possano essere le “posizioni dell’on. Eugenio Minasso“.
Sul suo sito personale è ancora in bella vista “finiano di ferro“, ma a quanto pare non sembra intenzionato a lasciare il certo per l’incerto e rimarrà nel Pdl, pur essendo un finiano di ferro. Può darsi che, mi sono detto, sia una mossa di Fini: lasciare qualche suo fedelissimo nel Pdl, affinché gli racconti cosa succede nel partito dell’amore. Ma poi ho scartato l’ipotesi.
Ho pensato alla “posizione del seduto“: in effetti a schiacciare il bottone alla Camera, l’onorevole c’è costantemente, con una percentuale di presenze dell’87%.
Ho pensato alla “posizione dell’abbraccio“, ricordando ciò che fece quando festeggiò la vittoria alle elezioni; a quella “del gatto” che scodinzolando va dietro al padrone, sperando che gli dia qualche briciola del panino che sta mangiando.
Insomma, me ne sono venute in mente svariate, ma temo di non averla centrata e lo so che finché non capirò la sua posizione, avrò notti tormentate.
Datemi una mano, vi prego!

Scritto da Angelo Amoretti

11 ottobre, 2010 alle 11:43

Pubblicato in Politica

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Mafiosissima 2010 a Imperia

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Come ormai anche Dell’Utri sa, sabato 28 agosto 2010, sulla spiaggia libera vicino alla  Galeazza, a Imperia Oneglia, andrà in scena la prima edizione di “Mafiosissima 2010“, un evento tra il serio e il faceto.
A tal proposito, su Il Secolo XIX di oggi, leggo alcune affermazioni del Sindaco Strescino, invitato di lusso, che a mio avviso mette già troppo le mani avanti e sbanda un po’ in curva.
A parte la frase: “[...] La realtà è che una certa parte politica non potendo o sapendo vincere nelle sedi istituzionali cerca di recuperare spazi alternativi per autocelebrarsi. Così ad un anno di distanza arriva questa ‘mafiosissima’ che fa riferimento a presunte infiltrazioni mafiose nel ponente ligure” che mi ha lasciato un tantino perplesso, visto che come dice in seguito, la mafia va combattuta da tutti e dappertutto, a prescindere dai colori politici, considerato che al suddetto dibattito, serio, seppur in una cornice goliardica, parteciperanno Marco Preve di Repubblica, Matteo Lupi dell’Ass. Libera e Legambiente e che il tema sarà: “La mafia nel ponente ligure”, qualcuno sa spiegarmi il significato di quest’altra affermazione del nostro primo cittadino?

Se qualcuno pensa di organizzare un dibattito con la presunzione di ergersi già ad arbitro o giudice, la partita sarà persa in partenza perché banalmente condizionata, seppure con una giustificazione goliardica.

Grazie.
La locandina della manifestazione è qui e sul luogo “dell’illegalità” si arriva così percorrendo via A.S.Novaro fino alla scaletta prima della famosa spiaggia della Galeazza.

Scritto da Angelo Amoretti

20 agosto, 2010 alle 11:51

Pubblicato in Attualità, Eventi

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